Nicola Pavese, presidente associazione La Cupola Verde di Ferrandina, in una nota torna ad occuparsi di una delle problematiche che riguardano la Basilicata, i trasporti e la viabilità.
Ha avuto un grande risalto sulla stampa locale, e non poteva essere diversamente, il recente blitz compiuto sulla tratta Salerno-Potenza dall’assessore regionale ai Trasporti, Aldo Berlinguer, per verificare di persona il vergognoso abbandono delle Ferrovie lucane. Blitz che ha determinato anche controlli ai mezzi del trasporto su gomma e relative multe a chi ha creato disservizi e inefficienze. Tema “antico” quello dei trasporti e battaglia portata avanti da sempre con tenacia dalla nostra Associazione. Non possiamo, quindi, non unirci anche noi al coro di coloro che si sono complimentati con Berlinguer che senza mezzi termini ha denunciato l’incivile stato di vetustà dei nostri treni. Una condizione che, in queste settimane di vacanze e di turisti che arrivano in Basilicata insieme ai corregionali che ritornano nei paesi natii, non rappresenta certo un invitante biglietto da visita, né un segno di modernità e progresso soprattutto in relazione alla qualità dei servizi offerti da Trenitalia sulle altre tratte nazionali e fino a Salerno.
Tutto ciò, è semplicemente il frutto dell’immobilismo della nostra classe politica del passato, nel mentre in Puglia e in Campania si realizzavano interventi considerevoli e “rivoluzionari”. Da noi, invece, abbiamo assistito al mancato ammodernamento della Metaponto-Salerno che si doveva realizzare almeno trent’anni fa per evitare l’attuale fatiscenza. Da Eboli a Grassano, infatti, si continua a viaggiare alla velocità massima di 90 km/h, nell’era dei treni superveloci. La qualità del servizio, poi, è decisamente peggiorata da quando sulle nostre rotaie non transitano più gli Eurostar (oggi FrecciaBianca). Inoltre, la provincia di Matera, nonostante la sua vocazione turistica, è ancora pressoché isolata e lontana dall’Alta Velocità difficile da raggiungere a Salerno. Per continuare, segnaliamo che siamo stati privati (unica regione del Sud) anche dei collegamenti notturni per Roma, così come di quelli (diretti) per il Nord Italia. Collegamenti, questi ultimi, che invece erano assicurati, tra il 1996 e il 2000, con due coppie di treni per Genova – Torino, oltre a tre Eurostar per Roma e un Espresso (diretto) da Potenza per Milano via Foggia-Bologna-Verona. Altri tempi! Per giunta non si capisce a chi può essere realmente utile un Intercity (quello della mattina) che arriva a Roma (quando non porta ritardo) alle 14,38. Questi sono solo alcuni “appunti” che giriamo all’assessore perché possa tenerne conto per il prossimo contratto con Trenitalia. E non facciamoci prendere in giro con la storiella della mancanza di utenza. Affermazione credibile solo se i Lucani potessero viaggiare su treni efficienti e decorosi, quasi sempre in orario e con la possibilità di accedere alle coincidenze nelle stazioni di interscambio. Invece, è risaputo che da noi manca proprio un servizio offerto con criteri volti a invogliare l’utenza e non a scoraggiarla e penalizzarla quotidianamente. In Basilicata, dunque, non esistono adeguati collegamenti su rotaia con il resto dell’Italia, cosa grave se si tiene conto che non abbiamo, né avremo mai, un aeroporto “serio”. Questo solo per rivendicare quanto spetta ai cittadini lucani che pur pagando le tasse sono privati del diritto alla mobilità. Se poi aggiungiamo che la nostra regione è anche la terra del petrolio, del gas, dell’acqua e che comprende gran parte di un paesaggio e un patrimonio storico- artistico che si prestano per il turismo, ebbene, ci sembra di essere inequivocabilmente beffati. Per questo dovremmo “pretendere” altre infrastrutture rispetto a questa condizione grottesca e umiliante. Almeno come compensazione per le suddette risorse utilizzate da tutto il Paese. Questi sono solo alcuni aspetti che andrebbero affrontati subito investendo ben altri mezzi economici per il trasporto ferroviario (la Regione Basilicata per questo settore utilizza appena lo 0,26% del suo bilancio).
A questo punto ci sentiamo di affermare che, in prospettiva, se non si riqualifica la tratta Metaponto-Salerno, la stessa è destinata a diventare nei prossimi anni un “ramo secco” e quindi ad avviarsi verso la chiusura. Abbassare gli attuali improponibili tempi di percorrenza, infatti, deve essere l’obiettivo primario per rilanciare la ferrovia basentana, rimasta la stessa di fine Ottocento. Epoca in cui fu costruita. Che, è bene ribadirlo, diventa indispensabile sia all’area Nord che a quella Sud della regione nel momento in cui le comunità devono collegarsi alla direttrice tirrenica dell’Alta Velocità. In questo quadro di inderogabili obiettivi da raggiungere non si può, purtroppo, contare più su Taranto e il Salento. Come avveniva in passato. Queste due aree pugliesi raggiungono da qualche anno Roma via Bari, grazie ai poderosi interventi di ammodernamento già realizzati. In pratica, la Basilicata è stata baipassata e quindi isolata ulteriormente nel silenzio generale. Da quanto illustrato, si desume che attraverso i binari (e non sostituendoli con il servizio su gomma) è in gioco il nostro futuro. Bisogna quindi recuperare i ritardi e riconsiderare la trattativa con il governo centrale. E’ di questi giorni la notizia di un investimento di 17 miliardi di Assomineraria in Basilicata e Sicilia per il Piano “Sblocca Energia”. Occasione da non perdere. Ecco perché il recente blitz dell’assessore Berlinguer, pur lodevole, non può bastare. Per avere la percezione della nostra arretratezza gli suggeriamo una “passeggiata” in Puglia. Dove basta viaggiare con le Ferrovie del Gargano, con le Sud-Est e la Bari Nord per rendersi conto che, per l’enorme divario, in Basilicata siamo davvero…nel terzo mondo.
Nicola Pavese, presidente associazione La Cupola Verde di Ferrandina