Era seduta su un muretto a ridosso della banchina che costeggia i binari, a poche decine di centimetri dalle rotaie, la ragazza di 16 anni di Cassano delle Murge che nella serata di sabato 23 ottobre è stata travolta e uccisa da un treno in transito nella stazione di Acquaviva delle Fonti, nel Barese. La ricostruzione della dinamica dei fatti da parte di Polizia ferroviaria e carabinieri ha già chiarito che si sarebbe trattato di un tragico incidente. Altri giovani che erano sul post al momento della tragedia e amici della vittima sono stati ascoltati fino a tarda ora dagli investigatori, confermando l’ipotesi della fatalità. L’adolescente non si sarebbe accorta del convoglio che arrivava alla velocità di 100 chilometri all’ora, forse distratta perché indossava delle cuffiette, e sarebbe stata risucchiata dal treno, sbattendo violentemente contro una carrozza.
Questa mattina il medico legale Biagio Solarino effettuerà l’esame esterno cadaverico nel Policlinico di Bari e l’orientamento del pm di turno del Tribunale di Bari, Manfredi Dini Ciacci, è quello di non fare l’autopsia, perché la dinamica è chiara e al momento non si ipotizzano responsabilità.
La stazione di Acquaviva delle Fonti non ha personale né vigilanza e da tempo era diventato un pericoloso luogo di ritrovo dei giovani di sera. Proprio ieri, “un paio d’ore prima che avvenisse il terribile incidente – dice il sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci – , ho personalmente accompagnato gli agenti di Polizia locale in un giro di controllo in stazione durante il quale, dopo aver provato a dialogare con alcuni dei ragazzi che frequentano quel posto per capirne le ragioni, li abbiamo invitati a trascorrere il loro tempo in altri luoghi più sicuri della città. Non è certo la prima volta che ci ritroviamo a occuparci dei problemi di sicurezza che si presentano lungo la linea ferroviaria. Ora, però, è successo l’irreparabile. La nostra comunità – dice Carlucci che annuncia la proclamazione del lutto cittadino – si stringe attorno ai familiari e agli amici della vittima”.