Mulino alvino, Mutamenti a mezzogiorno interviene sull’abbattimento in corso del silo di Mulino Alvino
Vanno giù le torri civiche della nostra città.
In questi giorni si sta procedendo all’abbattimento del silo del mulino Alvino e, al di là dei punti di vista, siamo di fronte ad un evento che deve far riflettere. Chi oggi sorride e manifesta soddisfazione per quanto sta accadendo, dimostra, a mio parere, miopia e, nella peggiore delle ipotesi, malafede. Se nella valutazione della salvaguardia del sito è prevalsa l’idea dell’abbattimento dei silo, è bene sottolinearlo con chiarezza, la ragione è solo e soltanto di tipo speculativa: più volumi si abbattono, più case si realizzano nell’area verde prospiciente il quartiere storico dell’Ina Casa di Villa Longo. Tutto questo non ha nulla a che fare con l’idea di dare valore ai luoghi che hanno segnato la vita economica e sociale della nostra città. A quanti hanno condiviso, a vario titolo, magari con i loro comportamenti omissivi, la demolizione del granaio, diciamo grazie.
Grazie, alla Soprintendenza che ha ridotto il tema della salvaguardia di uno degli ultimi esempi di archeologia industriale a pura valutazione estetica-architettonica. Secondo costoro, il granaio a “V” di cemento armato realizzato negli anni sessanta, non segna nessun passaggio produttivo significativo nella storia del mulino, pertanto può essere abbattuto.
Grazie, ai progettisti incaricati e ai loro consulenti esperti in materia di archeologia industriale che, pur possedendo gli strumenti culturali di lettura del sito, hanno preferito assecondare, per ragioni comprensibili, la committenza (impresa e mediatore politico).
Grazie, al sindaco e alla sua giunta tutta, per aver mantenuto in questi ultimi mesi la barra dritta lungo la direttrice apparente del non governo dei processi di trasformazione edilizia.
Grazie, per la Vostra equidistanza dai fatti e interessi.
Grazie, per la Vostra imparzialità. Per la Vostra non ingerenza.
L’importanza del silo verticale a “V” del mulino Alvino fu messa in risalto in occasione del concorso di idee di architettura indetto dal Comune di Matera nel 2005 “Piazzetta del Carro della Bruna”. Una delle ragioni che convinse la giuria ad assegnare il primo premio all’arch. Danilo Palumbo fu proprio la particolare capacità/intuizione del progettista di saper leggere e distinguere i segni della storia di quel luogo, parte integrante del quartiere Piccianello (la chiesa, il mulino Alvino, i capannoni del carro). Per rendere visibile questa relazione il progettista propone materiali legati alla tradizione storica e alla memoria della architettura industriale. Per il rivestimento del muro il progettista propone il tufo locale. Per la pavimentazione della piazza, un materiale di natura industriale, realizzato a pezzature di conglomerato cementizio miscelato con coadiuvante colorato con pigmenti rosa antico (il colore del granaio del mulino Alvino). Per il disegno dei cancelli di ingresso il progettista riprende la trama concava convessa dei pannelli prefabbricati del mulino Alvino, “il granaio” prototipo di architettura industriale. Tra i componenti della giuria c’erano autorevoli rappresentati di ordini professionali, a significare la qualità del collegio giudicante. Questa lettura dei segni, che è stata determinante nella valutazione finale del concorso di architettura, sembra che oggi non abbia più valore. Non conta per il Comune, non conta per i professionisti chiamati al recupero del manufatto. Ed è probabile che non conta più neanche per gli autorevoli componenti della giuria del concorso.
Il tema della salvaguardia dell’archeologia industriale non è affatto un tema semplice, basta osservare la confusione con la quale la nostra classe dirigente ha affrontato in passato la questione ( vedi le ex officine di recinto Pagano e i mulini di via Lucana). Purtroppo, il progetto di rinascita del mulino Alvino è frutto dell’ennesimo compromesso a ribasso. Una ennesima occasione perduta, la cui responsabilità non può che essere addebitata alla pochezza della nostra classe politica, all’atavica subalternità del mondo delle professioni e, non ultimo, allo scarso interesse del mondo della cultura su ciò che succede oltre il proprio giardino di casa. Qualcuno ha azzardato che tutto questo non è altro che il frutto di quella subcultura, prevalentemente meridionale, ipotizzata dallo studioso E. C. Banfield nel suo libro “Le basi morali di una società arretrata”che va sotto il nome di familismo amorale. Un modus vivendi che condiziona pesantemente i comportamenti civici, la capacità critica della stessa comunità, l’economia.
La fotogallery dell’abbattimento in corso del silo di Mulino Alvino (foto www.sassilive.it)
Quanti emigrati in Germania ha fatto tornare a Matera quel Mulino …. !!!!
critiche da chi non ha mai prodotto niente per questa città…vero mutamenti?
almeno lì sta lavorando qualcuno….
In nome del lavoro si avvelena la gente (vedi Trisaia di Rotondella ed Ilva) e si distrugge il patrimonio storico del territorio. Non tutti i territori sono in grado di relazionarsi correttamente con questa attività dell’uomo e noi, decisamente, confermiamo la regola!
Che vergogna!
non si doveva permettere questo scempio. Poteva essere il museo dell’industria molitoria di Matera, ed invece…
Ma la città dov’è? come è possibile che una firma di un solerte dirigente comunale abbia permesso tutto questo ed il consiglio consiglio comunale nn si sia potuto esprimere su questa ulteriore speculazione edilizia.
Adduce DIMETTITI!
ma per favore andate a lavorare “mutamenti”…de che????
siamo troppo pecore per alzare la testa…vogliamo tenerci il mulino pieno di vipere e topi, schifoso da vedere, all’ingresso di Matera che mostra il “povero vero” volto della città.
quel poco, anzi pochissimo che si fa di buono lo volgiamo a “speculazione”
ditemi voi i grattacieli a New York per quale motivo si sono fatti, se non per “speculazione”?
LE TORRI CIVICHE DELLA NOSTRA CITTA’!!!!! ma se per noi quello è un emblema da conservare per la nostra città allora diciamolo: noi la miseria e la povertà in tutti i sensi di questa città LA CERCHIAMO PROPRIO!!!
ma basta con questo provincialismo sconquassato che ci relega sempre ai margini di tutto!
Ambientalisti o pseudo tali: mi fate schifo!!!! ma in che mondo vivete!!! ma fate attenzione piuttosto alle montagne di rifiuti pericolosi seppelliti qua e là intorno a noi! di questo perchè non ve ne preoccupate!!!
perchè non vi preoccupate del fatto che gli abitanti di acquarium devono fare tre giri in più per uscire dalle loro case con le auto solo perchè uno col camion ha messo in pericolo un ponte e adesso ne siamo condannati per chissà quanti anni! oppure siamo circondati da strade sconquassate viali putridi, sentieri che vorrebbero essere giardino e invece sono solo fanghiglia, erbaccia e cacche di cani dappertutto? E’ molto meglio tenuta la Martella e Picciano B!!!!! VERGOGNA ANCHE VOI ALLORA!! VERGOGNATEVIIIIII!!!!! siete solo patetici ed avete anche stancato!!!!
fammi capire: inveisci contro chi denuncia le speculazioni edilizie e poi ti lamenti degli abitanti di aquarium che sono costretti a fare tre giri etc etc
proprio AQUARIUM?
l’esempio più squallido della speculazione edilizia e del consumo indiscriminato del territorio (insieme al centro direzionale)
stradine impraticabili, sensi unici obbligati, marciapiedi inesistenti, balconi di case che si affacciano nelle case dei vicini solo per aumentare i metri cubi
poi ti si blocca una strada sei costretto a fare il giro girotondo e avanti e ndrè per uscire dalle stradine e ti incaxxi con chi denuncia queste vergogne
ahahahahaahahahaha
BEN TI STA…ACCATT’T LA CASA AD AQQQUARIUMMMMM
ma per favore va
Quanta ingnoranza e spocchiosità nei nostri concittadini. Purtroppo questi giudizi sono figli dell’emigrazione, nel senso che i più bravi vanno via e chi vive della propria ignoranza e aggregazione massonica rimane qui e si permette pure di giudicare, sentendosi in diritto di farlo. Poveri noi.
Bravo Damiano, sottoscrivo pienamente.
La città ora più che mai è nelle mani dei palazzinari. Guarda caso quando non si voleva concedere il permesso a costruire nello spazio di via Dante, una ditta a caso disse che forse sarebbe stata costretta a licenziare gli operai e “puff!”, come per magia viene dato proprio a quella ditta il permesso di costruire proprio lì, in via Dante!
Complimenti a chi ha permesso tutto ciò.
e a chi lo avrebbero dovuto rilasciare se non al proprietario.
Ah bhe certo! Ma non credo fosse obbligato a dare l’ok al rendere l’area edificabile.
Poi ovviamente sappiamo come vanno ste cose………
ma vi rendete conto non capite niente materani volete lavoro e vi lamentate poi che abbattono e danno un pò di lavoro a questa città (paese) che sta sprofondando negli abissi economici volete che un palazzo di 60 anni fa resti a fare la bella statuina. L’importante e che danno lavoro e l’economia cresca IGNORANTI MATERANI. Poi i palazzinari?????’ ma che te ne importa se vogliono costruire che dobbiamo rimanere nei sassi ancora? Nelle altre città del mondo come fanno non costruiscono palazzi??? ahahahahahaha
Mettiamoci una volta per tutte daccordo! Vogliamo sviluppare questo territorio o vogliamo solo parlare e far rimanere tutto fermo!!!. Certo in questi anni è mancato il DIALOGO e il CONFRONTO di idee, colpa del distacco tra cittadini e politica. sono daccordo anch’io, che in questi tempi qualunque progetto deve avere come priorità assoluta di non danneggiare e speculare il territorio, ma deve avere come punto strategico di far coincidere il progresso con la nostra storia. Se un progetto da opportunità di lavoro, senza distruggere ed inquinare la nostra storia, allora ben vengano. Ricordiamoci che i guai di questa nostra italia, non sono nati ieri, e dunque anche chi adesso parla come un profeta (mi riferisco a mutamenti a mezzogiorno), devono riflettere soprattutto perchè anche loro colpevoli di sapere, ma hanno sempre taciuto; motivo?….venivano tutti accontentati con scambi di favori!!!. Dunque adesso state zitti!!!! Serve costruire e non distruggere, ma ragionando e non con slogan elettorali.
Polemica sterile! Hanno fatto bene ad abbatterlo!
ma roba da matti!!!
io non so più in che mondo vivo! cioè fatemi capire, c’è un monumento allo schifo che è il mulino quinto, diroccato, una ditta dovrebbe fare lavori per renderlo “decoroso” ci vorrebbe UNA BIBLIOTECA, un MUSEO DEL PANEEEEEE! incredibile, cazzate colossali!!! ma scusate ditemi voi CHI verrebbe qui a matera, decide di buttare tre-quattro, ma si…anche cinque milioni di euro, solo per DARE LUSTRO e senza ALCUNINTERESSE!! insomma secondo voi i palazzinari (come li chiamate) DEVONO per piacere di pochi insulsi, buttare via i soldi…così…ma …dico….siete normali???? ci sta una struttura diroccata, si butta giù per fare costruzioni nuove, non importa cosa, e pensate che non lo si debba fare per interessi???? mah….roba da matti veramente…e poi…pensate pure all’economia materana! non capite che già solo per questo molte altre attività ne beneficiano???? io sarei provinciale? a me sembra proprio il contrario.
qui non si tratta di poca sensibilità, si tratta di concentrarci, in un periodo come questo, a problemi davvero importanti, anche dal punto di vista ambientale!
secondo me questi pseudo ambientalisti, paradossalmente hanno loro qualche interesse a che queste cose non si facciano.
In via Dante poi, si preferisce lasciare quello schifo che c’è adesso, oppure concludere i lavori e completare una zona nuova con incroci, strade, parcheggi e strutture nuovi?? no!!! perchè c’è speculazione!!!!! ma andate al bosco!!! PROVINCIALI VOI! seocnd me neanche sapete davverocos’è SPECULARE.
Ipercritico, io abito al centro direzionale, ma da quello che scrivi si vede che non te ne frega niente degli altri MATERANI solo perchè non ci abiti tu lì…. che pena…mamma mia….ma dove vogliamo andare…critichiamo i potentini….che brutta razza che siamo…
si scrivono note qui sul blog per criticare le poche cose costruttive che si fanno a matera e si snobbano tanti e tanti problemi in città, solo perchè non riguardano le proprie abitazioni…
ignoranza….de che? ma ti sei guardato allo specchio? forse sei uno di quei emigrati che metti sul piedistallo…beh rallegratene, perchè io invece posso con orgoglio dire che contribuisco in buona misura a mantenere quel poco di economia QUI IN CITTA? e ne sono orgoglioso…se questo per te significa essere di basso livello…allora vai pure vai…..emigra che sei “migliore”….
ipercritico, ti rispondo anche a questo, con una domanda:
ma secondo te è paragonabile lo scempio che hanno fatto ad Acquarium con questa storia del Mulino? o anche al centro direzionale?ma ti rendi conto? di cosa stai parlando??? dove erano le associazioni ambientalistiche quando hanno progettato questo schifo? E? questo che mi fa inc…..are! si guarda le stronzate e si fa finta di non vedere le VERE storie da GALERA!!!
la gente che mostra livore contro chi difende l’ambiente, a prescindere da questo caso, merita di vivere in un mondo fatto di solo cemento e inquinato da ogni sorta di schifezza. Matera negli ultimi anni ha vissuto una stagione di vergognosa speculazione edilizia. Esempi come “zona 33”, “centro direzionale” e “acquarium” sono l’obbrobrio dell’urbanistica e dello stupro del paesaggio, degno dei palazzoni di Potenza…
e su questo sono daccordo anch’io Tom, ma non capisco cosa ci sia di “ambientale” nel ex mulino alvino….