Matera, vico Piave, il simbolo cittadino della burocrazia che uccide e mortifica i cittadini. Siamo a Matera nel cuore del centro storico cittadino, a ridosso del Sasso Barisano. L’11 gennaio scorso una palazzina al civico 26 di Vico Piave crollava mentre in città si faceva colazione. Dina Antonella Favale perdeva la vita, altri si mettevano in salvo, l’ingegnere Nicola Oreste, tecnico in servizio al Comune di Matera restava schiacciato sotto le macerie. Una lenta agonia, poi Matera registrava la seconda morte a seguito di questa tragedia il 27 marzo scorso. Il Comune di Matera, a seguito delle verifiche effettuate dai tecnici comunali e dai Vigili del Fuoco disponeva la sfollamento delle palazzine adiacenti il crollo. Nove famiglie da quel maledetto 11 gennaio sono rimaste senza casa. La Magistratura comunica la lista delle persone indagate per il crollo. Quattro mesi dopo cominciano i rilievi tecnici che coinvolgono i periti della Procura, l’ingegnere strutturista Michele Colella, l’ingegnere Michele Laterza dell’Università di Basilicata, periti e avvocati delle parti e i Carabinieri che stanno svolgendo le indagini condotte in collaborazione con il pm del Tribunale di Matera Annunziata Cazzetta e i vigili del fuoco. Nel giro di otto giorni l’area viene completamente ripulita e come si evince dalla fotogallery che riportiamo in basso il muro finora emerso dalle macerie è intatto e non ha problemi di cedimento di fondazione. Encomiabile il lavoro svolto dai Vigili del Fuoco. Per ripulire tutta l’area del crollo hanno lavorato con un mezzo meccanico per poi proseguire a mano e con attrezzi manuali.
Le indagini sono ancora in itinere e nessuno sa ovviamente quando arriverà il primo verdetto della Magistratura per individuare i responsabili del crollo. Ma questo è adesso l’ultimo dei problemi. Sono passati oltre quattro mesi da crollo ma per le nove famiglie nessun aiuto concreto è arrivato dalle istituzioni. Il Comune di Matera aveva annunciato un contributo di duecento euro a persona con un tetto massimo di seicento euro per nucleo familiare per contribuire alle spese sostenute nei primi sei mesi per prendere una casa in affitto. Questo contributo non è ancora arrivato. E nemmeno i fondi raccolti con le iniziative benefiche sono arrivati a destinazione. Di burocrazia si può morire. La lettera aperta di Francesco Calculli, il marito di Dina Antonella Favale inviata a Napolitano, Grassi, Boldrin, Renzi e Pizzi è emblematica. Matera, città candidata a capitale della cultura nel 2019, non può ignorare i bisogni di nove famiglie costrette a rifugiarsi presso parenti e amici o a sostenere ulteriori spese per un affitto di un’altra abitazione. Provvisoria, ma fino a quando? Perchè non vengono assegnati i fondi promessi nella conferenza stampa alla presenza del primo cittadino. E’ possibile che in una città di 54 mila abitanti dove si continua a costruire palazzi non si trovano nove alloggi per restituire la dignità alle famiglie che hanno perso il bene più prezioso, la propria casa? Non sappiamo quando arriveranno le risposte ma una cosa è certa. I cittadini non possono essere presi in giro dalle istituzioni di fronte a tragedie come quella di vico Piave.
Michele Capolupo
La fotogallery relativa all’area del crollo durante le operazioni di pulizia dalle macerie (foto www.sassilive.it)
E che speriamo a fare nelle Istituzioni??? Sappiamo che sono sempre impegnati nelle loro attivita’ politiche e campagna elettorale perche hanno paura di perdere le poltrone….Bastava un Consiglio Comunale o una Giunta a mezzanotte per risolvere in un attimo il problema…si tratta di dare una decina di appartamenti…e’ assurdo!!!! C’e’ tanto patrimonio demaniale inutilizzato….il problema e’ caduto nel dimenticatoio come tutte le altre cose…le soluzioni si trovano sempre a mio avviso e una questione di Volonta’ e di prevaricare gli inghippi burocratici che come al solito bloccano tutto….
38 emendamenti M5S alla “Legge di stabilità regionale” 2014. Tagli a sprechi e privilegi. Più soldi per l’occupazione e per i disabili.
Inoltre il M5S propone di tagliare le indennità di carica dei consiglieri regionali dagli attuali 6.600 a 5.000 euro lordi annui (ottenendo un risparmio annuo pari a € 403.200,00), di ridurre del 10% le retribuzioni dei Dirigenti Generali e degli altri dirigenti regionali (ottenendo un risparmio annuo di circa 550.000,00), di rimodulare la maggiorazione regionale Irpef sui redditi alti (almeno 1 milione di euro di ulteriore gettito). Questi soldi il M5S vuole destinarli a invalidi e disabili (eliminazione delle barriere architettoniche) e a chi ha perso la casa a seguito di pubbliche calamità o tragici eventi (come le famiglie di Vico Piave a Matera).