Nei giorni scorsi su segnalazione di privati cittadini alla Sala Operativa 1515 del Corpo Forestale, è stato rinvenuto, lungo la carreggiata di una strada nei pressi di Policoro, un raro esemplare di tartaruga palustre appartenente ad una specie non autoctona dell’area mediterranea. A seguito dell’intervento degli uomini del Comando Stazione Forestale di Pomarico, l’esemplare è stato prelevato ed identificato come appartenente alla specie “Trachemis scripta elegans” o comunemente detta “tartaruga dalle orecchie rosse”a causa della membrana timpanica di colore rosso acceso che caratterizza tale specie.
Questo genere, originario delle regioni sud-orientali degli Stati Uniti, viene allevato su grande scala per l’esportazione in tutto il mondo. Sfortunatamente solo il 10% delle tartarughe esportate finisce nelle mani di persone capaci di mantenerle in vita fino al raggiungimento dell’età adulta. Gli esemplari sopravvissuti diventano adulti in breve tempo raggiungendo dimensioni consistenti: fino ai 30 cm di diametro per un chilo e mezzo di peso. Si scatena allora, nella maggioranza dei casi, il fenomeno dell’abbandono in quanto la testuggine è diventata troppo ingombrante e difficile da accudire.
Alcune vengono abbandonate in parchi cittadini, altre in prossimità di fiumi, laghi o strade.
Una volta liberate, le tartarughe americane si adattano alla perfezione tanto da sopraffare in breve tempo le specie autoctone. I danni ambientali risultano gravissimi in quanto le nuove ospiti sono onnivore: cacciano piccoli pesci e anfibi, lumache d’acqua e si cibano di piante acquatiche creando profonde alterazioni agli ecosistemi naturali locali.
A farne maggiormente le spese è la nostrana tartaruga palustre “Emys orbicolaris”. Anche se la specie è rigorosamente protetta da alcuni anni, nulla la può difendere dalla Trachemys in quanto le due specie concorrono sia per il cibo che per i luoghi di deposizione. Ad avere la meglio però è la tartaruga americana, sicuramente più aggressiva, resistente e portatrice di malattie sconosciute alle nostre.
La specie, comunque protetta dalla Convenzione di Washington CITES è stata consegnata dagli agenti del Corpo Forestale al Centro Recupero Animali Selvatici di San Giuliano, in attesa che la Commissione Scientifica CITES del Corpo Forestale disponga quale possa essere il luogo di affidamento definitivo dell’animale.
Sono in corso le indagini per individuare il responsabile dell’abbandono. L’abbandono di queste specie prevede l’applicazione di sanzioni penali quali l’arresto fino a 12 mesi o l’ammenda.
Il Comando Provinciale del Corpo Forestale di Matera raccomanda di non abbandonare animali esotici in natura per scongiurare pericolose alterazioni ambientali e sta curando l’attivazione di un centro di raccolta a disposizione della cittadinanza.