L’intervento del sindaco Salvatore Adduce sul piano casa: “Una città vivibile, case a basso costo”
Siamo ad un anno dall’insediamento della nuova amministrazione. La precedente giunta ed il periodo di commissariamento avevano lasciato una eredità pesante: opere pubbliche ferme; pianificazione e programmazione bloccate, in un contesto di crisi economica internazionale che non ha risparmiato la nostra città. Una città in crisi dopo la chiusura di aziende storiche e che ha visto impoverirsi il ceto medio impiegatizio, che oggi vede i propri figli, le giovani famiglie, alle prese con l’impossibilità di pagare un mutuo, un affitto o di acquistare libri per i propri ragazzi.
La domanda di case, da acquistare o affittare, è tutt’oggi alta, a fronte di un’offerta insufficiente o improponibile dal punto di vista economico. Il mercato immobiliare è bloccato dalla incapacità o dalla paura di pianificare l’urbanistica secondo le regole della qualità e della vivibilità.
Le paure di chi teme scempi edilizi sono in parte fondate se guardiamo alla storia urbanistica ed edilizia della città degli ultimi trent’anni. E’ sotto gli occhi di tutti che in nome della gloriosa storia urbanistica di Matera sono stati realizzati interi quartieri invivibili sacrificando colpevolmente spazi sociali.
Le scelte coraggiose sono il vero banco di prova delle migliori amministrazioni.
Noi abbiamo la responsabilità di far riprendere il cammino alla comunità anche dando risposte alle famiglie che non possono realizzare il sogno di una casa, di salvaguardare l’assetto urbanistico della città e, al contempo, ridare ossigeno alle imprese.
Per questo vogliamo fare scelte coraggiose e realizzare case a basso costo in un contesto di elevata vivibilità.
Sono assolutamente convinto che in materia urbanistica occorre partecipazione e condivisione con la città tutta.
Per questo ho cancellato i programmi edilizi riguardanti Barilla e Matera ’90 e fatto si che gli uffici comunali per la prima volta nella storia definissero il fabbisogno abitativo della città per offrire a tutti un quadro chiaro della situazione.
Di questi temi, così delicati, se ne deve occupare il Consiglio Comunale: lo dice la legge, lo vuole la città.
Vogliamo mettere sul mercato 500 case a prezzi controllati, quindi accessibili alle famiglie materane; offrire case in fitto agevolato ai meno abbienti, costruite nel rispetto delle norme antisismiche e del risparmio energetico utilizzando le tecniche costruttive della biodelizia; realizzare soluzioni ottimali per la mobilità e per i servizi e l’adeguamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Questo è il nostro Piano per la Casa e per questo, coerentemente, il Consiglio Comunale ha deciso di attuare la legge regionale 25/2009 con l’approvazione delle linee programmatiche avvenuta lo scorso 24 maggio 2010.
Nessuna cementificazione selvaggia, ma case a basso costo in una città vivibile.
Abbiamo voluto ascoltare i diversi soggetti sociali, e tutti a gran voce hanno chiesto di attuare politiche corrette per la gestione del territorio, di dare la possibilità ai nostri concittadini di coronare il sogno di una casa a basso costo e di rilanciare l’economia della città. Noi vogliamo fare esattamente questo, consapevoli che la città che vogliamo va disegnata insieme, giorno per giorno.
Stiamo realizzando una città capace di rialzarsi e affrontare il futuro con le proprie gambe per camminare verso una concreta prospettiva di sviluppo, accettando le grandi sfide che ci attendono. Il bilancio di previsione 2011 approvato ieri dal Consiglio Comunale va esattamente in questa direzione.
Siamo orgogliosi di aver definito in pochi mesi un grande orizzonte strategico che va oltre la candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura: il Regolamento Urbanistico, il Piano Strutturale, il Piano Strategico, il Piano Urbano della Mobilità, le misure per affermare definitivamente Matera come grande attrattore turistico-culturale (PISUS e PIOT, Piano di Gestione del sito Unesco, Museo Demoetnoantropologico). E siamo orgogliosi di aver rimesso in moto “pratiche” che da anni giacevano nei cassetti per riqualificare La Martella, Cappuccini, Venusio, Serra Rifusa, Casalnuovo.
Viviamo una fase di transizione che ci porterà dall’immobilismo del recente passato all’uscita dalla crisi. Dal blocco dell’edilizia alla opportunità di avere una casa a prezzi accessibili. Questo si può fare solo con il coraggio e l’ambizione delle scelte, chiamando a responsabilità non solo il sindaco, attore, destinatario ed interprete delle volontà della comunità, ma l’intera città e con essa la sua classe dirigente.
Salvatore Adduce, sindaco di Matera
Nota della Cgil sul piano casa dopo l’incontro con le associazioni avvenuto sabato 26 marzo 2011.
Lascia stupefatti la reazione provocata dalla posizione espressa dalla CGIL sul piano casa.
Se si chiede un confronto, bisogna portare a valore e a sintesi i contributi che si ricevono da ciascuno dei soggetti sociali coinvolti.
Se invece questi contributi vengono scartati o liquidati con qualche battuta perché contrari a posizioni che, a questo punto, sono già definite e che non ammettono repliche, il confronto e’ inutile.
La cosa che più rammarica è che quanto espresso dalla CGIL non sia stato interpretato come valore aggiunto ad una discussione che ha dimenticato un punto di partenza fondamentale, per il sindacato:
1. la gente comune, che ha bisogno di una casa;
2. l’universalita’;
3. la necessita’ di dare alla città di MATERA un volto nuovo attraverso un progetto moderno di riqualificazione e gestione urbanistica, che la renda più vivibile per tutti.
La posizione della CGIL è obiettiva, non mira a difendere o tutelare lobby o fazioni di partito, ed è una posizione già sostenuta in tempi non sospetti, circa due anni fa, il 18 novembre 2009, in occasione di un’iniziativa pubblica organizzata dalla CGIL in ricordo del primo sciopero sul diritto alla casa (19 novembre 1969). Uno sciopero che segnò una fase importante nello stesso sindacato confederale di CGIL CISL UIL.
La protesta e la rivendicazione sindacale, nel ’69, erano nutrite di temi legati anche alle condizioni di vita nella città e nel territorio e non riguardavano solo le questioni dei salari e dei contratti nelle fabbriche o le condizioni di lavoro nelle campagne.
Questo rese il sindacato confederale molto responsabile in quanto i problemi degli operai, dei braccianti, dei lavoratori erano visti non isolatamente rispetto al contesto in cui vivevano. Si affrontarono così, unitariamente e convintamente, i temi della città che divennero oggetto di una grande vertenza che riguardava il problema dei trasporti pubblici, della casa, dei servizi sociali e che si concluse con il grande sciopero unitario del 19 novembre 1969.
Quello sciopero rappresentò il conseguimento di grandi conquiste legislative e sociali (sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica, piani di edilizia economica e popolare, edilizia agevolata in cooperativa – legge 167 – equo canone) che consentirono a milioni di lavoratori di accedere al bene casa.
Ecco: la CGIL ha espresso una posizione di coerenza col suo ruolo di sindacato confederale, memore di quelle antiche battaglie che sono molto attuali anche oggi in cui abbiamo un Governo centrale che nega diritti e bisogni della gente rendendo complicato garantire quanto previsto dalla Costituzione e cioè l’uguaglianza dei cittadini.
Al Sindaco, al quale si deve rispetto come persona e come primo cittadino, la CGIL chiede di non guardare con sospetto o addirittura disprezzo alla posizione espressa, ma di averne rispetto e di coglierne spunti positivi e propositivi per colmare quelle lacune che, purtroppo, attualmente, il Piano Casa ha.
A chi poi incautamente si è avventurato in un attacco insensato verso l’Organizzazione, la CGIL manda a dire che egli non è degno di utilizzare quei termini cinici e inopportuni verso una Confederazione di lavoratori che vanta una rispettabilissima ultracentenaria storia di conquiste e lotte fatte nell’interesse generale della gente. Chi fa politica dovrebbe perseguire l’interesse generale in maniera disinteressata. Ma questo concetto è troppo ostico per chi cambia facilmente casacca a seconda di interessi personali da gestire.
La posizione della CGIL è coerente col ruolo in 100 anni di storia e sarebbe stata una scellerata mancanza non far presente all’Amm.ne comunale che un Piano Casa è tale se è aderente alla realtà e se contribuisce a realizzare un progetto che porti politiche abitative inclusive, rispettose dell’ambiente, rispettose dell’esistente piano regolatore, miranti a realizzare un equilibrio tra invenduto sfitto e nuove e ulteriori costruzioni ma soprattutto a consentire di trovare case a costi compatibili coi risicati redditi imperanti nella ns. comunità.
Segretario generale Cgil Matera Manuela Taratufolo