Matera, 12 marzo 2010
Sequestro preventivo dell’impianto di depurazione di contrada Pantano: Olivieri scrive al Prefetto per tutelare le imprese che conferiscono con autobotti
Il presidente dell’API Nunzio Olivieri ha segnalato al Prefetto di Matera il disagio patito dalle imprese che smaltiscono le acque reflue con autobotti nell’impianto di depurazione di contrada Pantano.
Infatti, la chiusura del depuratore, a seguito di provvedimento giudiziario di sequestro preventivo, oltre a porre problemi di natura igienico-sanitaria per lo smaltimento dei liquami, crea un notevole danno alle imprese locali che svolgono il servizio di conferimento a mezzo di autobotti.
Il problema non è nuovo. Olivieri ricorda che un’analoga interruzione si verificò nello scorso mese di maggio (e si protrasse per tre mesi), quando l’impianto fu chiuso per consentire interventi tecnici di adeguamento. All’epoca le imprese interessate furono autorizzate a conferire i liquami nel depuratore di Pisticci.
Pertanto, al fine di consentire la ripresa dell’attività imprenditoriale, il presidente dell’API ha chiesto al Prefetto Monteleone di intervenire per trovare, unitamente ad Acquedotto Lucano, una soluzione urgente e transitoria presso altro depuratore sito in un comune circostante, nelle more che sia ripristinato il corretto funzionamento dell’impianto di contrada Pantano.
Olivieri fa presente che le imprese che svolgono il servizio di smaltimento liquami a mezzo di autobotti servono numerosi clienti privi di allacciamento alla rete fognaria – come per esempio l’area industriale di Jesce e la collina del rione Serra Rifusa – per cui il protrarsi di questa situazione di fermo potrebbe diventare presto insostenibile dal punto di vista igienico-sanitario, oltre a creare un danno economico alle aziende locali.
API Basilicata Matera
Matera, 10 marzo 2010
Nella mattinata, a Matera, i carabinieri del N.O.E. di Potenza, unitamente a quelli della locale Compagnia, hanno proceduto al sequestro preventivo del depuratore di acque reflue, sito in località Pantano Nuovo.
Il sequestro è stato disposto dal G.I.P. di Matera su richiesta della Procura (d.ssa Rosanna Defraia).
Le indagini e gli accertamenti furono avviati nel maggio 2009, quando i militari del N.O.E. effettuarono dei controlli presso il citato depuratore, per verificare il rispetto delle normative ambientali e accertare, quindi, possibili casi di inquinamento.
L’impianto, gestito dalla società “Giuzio s.r.l.” di Potenza e che serve la rete fognaria del Comune di Matera, è risultato non in regola con la normativa vigente, in quanto, per il trattamento dei reflui, venivano utilizzate anche le vasche di essiccazione di un analogo impianto adiacente e ormai dimesso e, quindi, il trattamento avveniva in un luogo diverso dal sito autorizzato.
Il processo descritto e rilevato risulta particolarmente dannoso per l’ambiente, in quanto le acque da trattare non compiono il ciclo completo che ne determina, appunto, la depurazione, come invece sarebbe dovuto accadere.
I Carabinieri del N.O.E., con indagini tecniche di laboratorio, hanno anche accertato il superamento dei limiti nello scarico di alcuni elementi e tensioattivi totali.
I liquami, conferiti all’impianto, catalogati come “LIQUAME CIVILE”, “REFLUI CIVILI” o “FOSSA BIOLOGICA”, provenivano, inoltre, da diversi luoghi di produzione e venivano trasferiti con autobotti per lo smaltimento, effettuato sulla base di contratti stipulati dalle ditte trasportatrici con l’Acquedotto Lucano S.p.A., nonostante l’impianto in questione fosse privo della prescritta autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti e inadeguato per capacità depurative.
Pertanto, all’esito delle indagini, il G.I.P. ha così disposto il sequestro delle vasche di essiccazione dell’impianto in disuso, nonché dell’impianto di depurazione delle acque reflue urbane del comune di Matera, concedendo alla società di gestione di ricondurre l’esercizio dell’impianto al suo regolare funzionamento.
Tre risultano le persone indagate.
Ferrandina: consumati 2 furti presso altrettante aziende del posto.
I ladri, dopo essere entrati nei due obiettivi, entrambi siti in località “Borgo Macchia”, si sono impossessati di cavi elettrici ed utensili vari, per un valore di circa 5.000 euro.
Sul posto si sono recati i carabinieri della locale Stazione per i primi accertamenti e successive indagini.
Arrestato dai carabinieri della Stazione di Irsina un giovane di 25 anni di Modugno per furto aggravato continuato in concorso.
L’arresto è stato eseguito in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Matera su richiesta della Procura in concordanza con gli esiti delle investigazioni condotte dagli stessi militari dell’Arma.
L’arrestato, insieme ad altri complici, il 9, il 12 e il 26 novembre dell’anno scorso, dopo essere entrato in tre abitazioni di Irsina (MT), rubava suppellettili e monili in oro vari, nonché denaro, per un valore complessivo di 10 mila euro circa.
Le indagini, avviate subito dai carabinieri del posto, coordinate dalla Dottoressa Cazzetta della Procura di Matera, consentivano l’acquisizione di importanti elementi testimoniali, utili all’identificazione dello stesso.
Inoltre, sempre nel corso delle indagini, i carabinieri trovarono, nell’auto utilizzata per i furti e in uso al citato, due paia di guanti in lattice e delle lampadine tascabili, impiegate per la commissione dei furti.
L’uomo è stato arrestato a Modugno (BA), mentre era a casa ed ora si trova in carcere a Matera.
L’arresto odierno, l’ultimo di altre operazioni svolte nello specifico settore, rileva come sempre alto sia il livello di attenzione posto dai carabinieri verso i fenomeni predatori, furti in particolare, specie quelli in abitazione, che, di certo e, forse, più di altri fenomeni, incidono sul livello di sicurezza realmente avvertito dalla gente e causano apprensione e preoccupazione.