Si è sparato un colpo di pistola al petto per togliersi la vita. E’ accaduto a Monza, nella casa circondariale dove prestava servizio un assistente capo di polizia penitenziaria. L’uomo che si è tolto la vita era originario di Calciano, centro della provincia di Matera di 38 anni. Lo ha reso noto in mattinata il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. La scoperta del suicidio è avvenuta quando un agente era entrato nella sua stanza per svegliarlo ma l’agente si era già tolto la vita con la pistola di ordinanza. Il motivo del gesto disperato non è ancora noto anche se l’agente materano aveva chiesto da tempo di essere trasferito in un carcere più vicino a Matera. Ma la comunicazione ricevuta alcuni giorni fa annunciava il trasferimento da Monza a Perugia.
”Ancora una volta il Corpo di Polizia Penitenziaria piange l’ennesimo collega che ha tragicamente deciso di togliersi la vita. Questa mattina siamo stati informati dai nostri rappresentanti che un Assistente Capo in servizio nel penitenziario di Monza, originario di Matera, si e’ suicidato con la pistola d’ordinanza: una tragedia immane, che ci lascia ancora una volta impietriti. Ci stringiamo con tutto l’affetto e la solidarieta’ possibili al dolore indescrivibile dei familiari, degli amici, dei colleghi”. E’ il commosso commento di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e piu’ rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, alla notizia del suicidio di un Assistente Capo della Polizia penitenziaria in servizio a Monza.
”Assume certamente aspetti estremamente preoccupanti -osserva Capece- il fenomeno dei suicidi tra gli appartenenti alle Forze di Polizia ed a quelli della Polizia penitenziaria in particolare, come recentemente emerso in diverse corrispondenze giornalistiche. Bisogna comprendere e accertare quanto ha eventualmente inciso l’attivita’ lavorativa e le difficili condizioni lavorative dei colleghi suicidi nel tragico gesto estremo posto in essere. L’Amministrazione penitenziaria, dopo la tragica escalation di suicidi lo scorso anno, nell’ordine dei 10 casi in pochi mesi, accerto’ che i suicidi di appartenenti alla Polizia Penitenziaria, benche’ verosimilmente indotti dalle ragioni piu’ varie e comunque strettamente personali, sono, in taluni casi, le manifestazioni piu’ drammatiche e dolorose di un disagio derivante da un lavoro difficile e carico di tensioni”.
”Proprio per questo -osserva Capece- il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria assicuro’ i Sindacati di prestare particolare attenzione al tragico problema, con la verifica delle condizioni di disagio del personale e l’eventuale istituzione di centri di ascolto. Ma a tutt’oggi non abbiamo ancora avuto assicurazioni circa su quanti sono e dove sono stati attivati questi importanti Centri di ascolto”.
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SE METTETE LA NOTIZIA E NO DI CH SI TRATTA TUTTI PENSANO A TUTTO.E’ POSSIBILE SAPERE DI CHI SI TRATTA IL NOME E COGNOME????SE NO NON LI METTETE NEANCHE STE NOTIZIE.
IL COLLEGA DI MONZA E’ ANTONIO BAMUNTO 38 ANNI ORIGINARIO DELLA PROVINCIA DI PERUGIA.NO MATERANO MI AVETE FATTO SPAVENTARE CONOSCO TUTTI DA UNA VITA.BUON LAVORO COLLEGHI.