Nel pomeriggio di giovedì 22 ottobre a Bernalda un uomo ha tentato il suicidio ma si è salvato grazie all’intervento provvidenziale di un poliziotto che abita nello stesso stabile dov’è accaduto il fatto.
Alle 17:00 circa l’assistente capo in servizio alla Questura di Matera ode delle grida di aiuto. Si affaccia dalla finestra di casa e si accorge che la voce che invoca soccorso proviene dal primo piano dell’edificio.
Sceso immediatamente al pianerottolo del primo piano, il poliziotto si rende presto conto di non poter accedere nei locali dell’ufficio da dove le urla provengono perché l’ingresso è chiuso con una porta blindata. Intanto dall’interno c’è qualcuno che sta male ma non può aprire.
L’assistente capo non si dà per vinto e insieme all’amministratore del condominio, anch’egli accorso, riescono a raggiungere una porta-finestra dell’ufficio attraverso l’appartamento attiguo, così accedendo al pozzo luce su cui entrambi si affacciano. Sollevata la tapparella intravedono un uomo, seduto per terra, che si lamenta e si dibatte in preda alla disperazione.
I due decidono di infrangere il vetro della porta-finestra con un paio di calci e riescono a raggiungere e a soccorrere il malcapitato, che riconoscono nel vicino di casa: un operatore economico del luogo di mezza età, coniugato. L’uomo si era tagliato le vene dei polsi ed aveva già perso molto sangue. Chiamano il 118 e nel frattempo tamponano con un asciugamani il sangue, che sgorga in particolare da una profonda ferita al polso destro.
Restano accanto all’uomo che versa in stato confusionale, preoccupandosi di mantenerlo sveglio fino al sopraggiungere dei sanitari del 118.
Sul lavandino del bagno sono stati trovati un taglierino ed un grosso paio di forbici presumibilmente utilizzati dall’uomo per procurarsi le ferite. Sul pavimento è stata rinvenuta anche una cintura che l’uomo si era sfilata dai pantaloni evidentemente per formarne un cappio in un primo tentativo di togliersi la vita. Infatti, sul collo l’uomo presentava segni di sfregamento e sulla fronte una contusione provocata, si suppone, da una caduta.
Su un tavolo rinvenuti inoltre due manoscritti rivolti ai propri familiari in cui chiedeva scusa per il proprio gesto.