L’INCHIESTA DI POTENZA
Margiotta, la giunta dice no all’arresto
Parere contrario della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio: negata la richiesta di arresto per il deputato Pd. Contro il provvedimento tutti i gruppi eccetto l’Italia dei Valori.
INDAGATO IL PRESIDENTE DELLA BASILICATA. Il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo (Pd) è indagato nell’inchiesta della magistratura di Potenza che ha portato all’arresto di dirigenti della Total e di alcuni imprenditori per un presunto giro di tangenti legate all’aggiudicazione di appalti per le estrazioni petrolifere in regione. La posizione del presidente De Filippo è stata definita "marginale" in ambienti investigativi: egli non è in alcun modo coinvolto in irregolarità negli appalti o in dazioni di denaro e il suo nome – secondo quanto si è appreso in ambienti della Camera dei deputati – non compare neppure negli atti depositati martedì a Montecitorio dalla magistratura di Potenza. L’iscrizione nel registro degli indagati riguarderebbe ipotesi di favoreggiamento personale e rivelazione di segreto. Fonti della presidenza della Regione Basilicata, contattate in serata, hanno riferito che nella giornata di martedì De Filippo è rimasto per tutto il giorno al lavoro nel suo ufficio e non ha ricevuto la notifica di alcun atto giudiziario. "Il presidente è assolutamente sereno", ha detto la stessa fonte, ricordando come in molteplici occasioni il presidente De Filippo abbia espresso la sua più ferma condanna per qualsiasi forma di corruzione.
NOTA DIFFUSA DAL MOVIMENTO POLITICO "LA GRANDE LUCANIA"
“E’ ora che il petrolio da un affare per pochi, come
dimostra la inchiesta della Procura di Potenza, diventi una risorsa per
tutti i cittadini della Basilicata”.
"Di fronte all’ennesimo esempio di malgoverno delle istituzioni lucane diventa sempre più indispensabile – afferma Manfredelli – imprimere un forte cambiamento alla politica lucana facendo in modo che tutti i cittadini possano capire, una buona volta, se effettivamente attraverso il petrolio si possono raggiungere importanti obiettivi di sviluppo oppure se, grazie alla connivenza ed alla superficialità di partiti ed istituzioni, si deve continuare ad assistere al solito spettacolo della nostra ricchezza che, viene svenduta e se ne va fuori, senza nessun beneficio per i lucani.
Non a caso – conclude l’esponente del movimento federalista – La Grande Lucania è nata con l’obiettivo di realizzare una politica federalista battendosi per, la difesa del territorio ed una corretta gestione delle risorse e delle ricchezze naturali. Un sistema ove coesistano lo sfruttamento dei giacimenti naturali, l’attività agricola, quella industriale ed il turismo.
Si tratta di una battaglia che la Grande Lucania vuole portare fino in fondo per recuperare quella “lucanità” onesta e dignitosa messa in discussione dalle pratiche del “lucanismo” affaristico ed inconcludente, di cui ne sono esempio lampante anche le ultime vicende dell’inchiesta giudiziaria di ieri che ha coinvolto il potere politico, affaristico ed economico che opera in Basilicata.
Cari amici Lucani, qui ci vuole una RIVOLUZIONE, ma non alla francese, una rivoluzione metaforica! Bisogna una volta per tutte far piazza pulita della politica attuale: via TUTTI, azzerare!! Ricominciare daccapo! Il problema è: ne siamo capaci? Siamo in grado di liberarci non solo di certi personaggi, ma soprattutto del modo e della mentalità che ha contraddistinto finora tutta la politica italiana, vedasi scandali di Catanzaro, Napoli etc. ? Io ho dei dubbi….