Il presidente e il direttore artistico della Fondazione Orchestra lucana Franco Lisanti e Vincenzo Perrone, il soprintendente del Teatro Petruzzelli di Bari Gianmaria Vaccari, il presidente dell’Agis Basilicata nonchè uno dei proprietari del cine-teatro Duni Antonio Padula, il presidente della Provincia di Matera Franco Stella e Michele Mirabella, conduttore televisivo, regista teatrale, conduttore radiofonico, attore e docente universitario italiano originario di Bitonto e residente a Bari ma spesso presente a Roma per impegni di lavoro. Il prossimo 18 dicembre Michele Mirabella riprenderà “Elisir”, la sua trasmissione domenicale su Rai 3 dedicata ai consigli della medicina ma prima di riprendere la sua attività giornalistica Mirabella è tornato con piacere a Matera per sostenere il progetto che intende realizzare entro due anni un nuovo teatro nella città di Matera, una struttura strategica da mettere sul piatto dell’offerta culturale in occasione della candidatura della città dei Sassi a capitale europea della cultura nel 2019. Questa la lista dei relatori chiamati a dibattere sulla possibilità di realizzare un nuovo teatro per Matera 2019. In realtà l’invito è stato esteso anche alla Regione Basilicata ma di rappresentanti del governo regionale nemmeno l’ombra. “Dobbiamo superare il retaggio passato delle divisioni – dichiara in apertura il presidente della Provincia Franco Stella – perchè non fanno bene alla nostra regione. E’ evidente che Matera non può prescindere da un teatro e la città non può rinviare questa decisione. La Provincia mette a disposizione il terreno in una posizione strategica del centro direzionale (tra il Tribunale e l’Itc Loperfido – ndr) ma la decisione di costruire in quello spazio un nuovo teatro deve essere condivisa da anche dal Comune di Matera e dalla Regione Basilicata. Matera si candida a capitale europea della cultura nel 2019 e proprio nei giorni scorsi ho pensato di far redigere un manifesto con il volto di cento personalità italiane del mondo dell’arte che vogliono sostenere la nostra candidatura. Già venti personalità hanno accettato il nostro invito ma in questa occasione invito Michele Mirabella ad aderire ufficialmente a questa iniziativa. E’ arrivato il momento di cantierizzare le idee perchè la città di Matera non può perdere altro tempo. Per due anni abbiamo sentito parlare della Zona Franca Urbana come possibilità di sviluppo per le nostre imprese ma in merito a questa vicenda siamo nella nebbia più fitta.”
Il sindaco Adduce dopo aver ricordato l’incontro casuale in aereo da Roma a Bari con il professore Mirabella (il primo cittadino tornava dalla manifestazione del PD mentre l’artista era reduce da un impegno di lavoro) fa notare in apertura che Matera dispone già di una struttura multifunzionale che ha di fatto una serie di limitazioni. Il cine-teatro Duni è un grande contenitore culturale che porta la firma di un grande architetto come Ettore Stella. Credo che dobbiamo provare con i suoi proprietari a lavorare sul suo destino. Dobbiamo scongiurare a mio avviso il rischio di una duplicazione degli interventi che potrebbe portare a una difficoltà di gestione delle due strutture. Naturlamente questa operazione dobbiamo farla subito, entro i prossimi due anni, perchè altrimenti Matera sarebbe penalizzata nella corsa a capitale europea della cultura.”
Franco Lisanti legge il messaggio che sostiene la costruzione di un nuovo teatro inviata dal vice-presidente del Consiglio Europeo Gianni Pittella e poi cede la parola ad un esperto di teatro, il soprintendente del teatro Petruzzelli Giandomenico Vaccari. “Quando si pensa di costruire un nuovo teatro bisogna fare i conti con i costi e valutarne la sostenibilità. Personalmente ho riaperto il Petruzzelli di Bari e ho lavorato alla riapertura del teatro Carlo Felice di Genova, costruito tre anni prima ma sempre chiuso al pubblico. Il teatro è il segno distintivo di una città e una città splendida come Matera merita un grande teatro. E’ chiaro che un teatro bisogna costruirlo bene, non come un retaggio di memoria. Serve una struttura multifunzionale con un parcheggio accessibile e con una buona dotazione tecnologica. Il modello deve essere a mio parere il teatro Giovanni da Udine. Poi occorre pensare alla gestione, perchè con i fondi pubblici non è più possibile gestire un teatro. Occorre contattare un privato e superare la logica dei mille teatri indipendenti. Il Petruzzelli è a disposizione per dare qualsiasi contributo.” L’intervento di Vaccari si rivelerà un gustoso antipasto rispetto ai consigli che darà in seguito il professore Mirabella. Ma andiamo con ordine.
A difendere il vetusto cine-teatro “Duni”, costruito nel 1948 quando anche Matera avviava la ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, è il presidente dell’Agis di Basilicata Antonio Padula, che si è subito commosso ricordato in apertura l’investimento di 100 milioni delle vecchie lire per portare a termine quest’opera affidata all’architetto Ettore Stella. “Io credo che il tema di questo convegno sia sbagliato – ha dichiarato Padula – perchè non si tratta di costruire un teatro ma un altro teatro a Matera”. Padula viene interrotto da Lisanti, che fa notare anche la presenza di una data importante che è quella fissata nel 2019. L’obiettivo è di dotare la città di una struttura adeguata per poter competere in modo adeguato nella gara culturale con le altre città italiane.
Quindi arriva l’intervento più atteso, quello del professore Michele Mirabella, che rincara la dose nei confronti di Antonio Padula ricordando che il teatro Duni è un teatro gestito da privati e quindi non è della comunità. Quindi se il teatro non viene donato alla città, dietro un corrispettivo da stabile, è chiaro che la città prova a costruire un altro teatro. Certo, questo non vuol dire che il teatro Duni verrà abbattuto ma bisogna ammettere che il palcoscenico è inospitale, troppo piccolo per ospitare le grandi opere. Ricordo l’Isola dei Pazzi che abbiamo organizzato nel 1999 in quel teatro, uno spettacolo straordinario che purtroppo ha dovuto fare i conti con uno spazio ridotto per poter lavorare in modo adeguato. A Bari per tanti anni ha funzionato molto bene un sistema di teatri composto da Piccinni, Petruzzelli, Margherita, Kursaal e Impero. Un sistema che ci invidiava anche Parigi. Prima di suggerire la sua idea per sostenere la costruzione di un nuovo teatro, Michele Mirabella ha ricordato il suo amore per la città di Matera ed in particolare l’amicizia soave e irresistibile con il soprano Manuela Bisceglie, artista materana sostenuta nel suo percorso artistico proprio dal professore originario di Bitonto. Quindi spiega la scelta del sottotitolo di questo convegno “Andiamo a vedere la musica”. A pronunciare questa frase fu una bambina che rimase colpita dalla recitazione di Mirabella durante le prove di un’opera lirica prevista in un teatro all’aperto del suo paese natale, Bitonto. Il destino cinico e baro ha voluto che questa bambina si ammalasse e diventasse sorda. Mirabella ha consigliato ai genitori alcuni medici per cercare di far guarire la bambina da questa malattia ma in ogni caso il contrappasso evidente tra quella frase e le sue condizioni attuali di salute hanno fatto rabbrividire un artista molto sensibile come Michele Mirabella. Siamo qui per discutere se Matera vuole costruire un nuovo teatro. In proposito posso dire che una società evoluta non può privarsi di strutture necessarie per praticare l’arte, che può essere espressa attraverso la prosa, la musica, la pittura. E’ talmente semplice che non si può non capire. Il teatro è il gonfalone di una città. Matera nel 1948 emblematizza la condizione di sottosviluppo del Mezzogiorno ed è proprio in quel momento che si costruisce un nuovo teatro. Del resto, anche la Scala di Milano fu costruita prima delle fabbriche di Sesto San Giovanni. E soltanto un ceto di governo infame può pensare di fare tagli alla cultura. Questo è il motivo per cui sono tornato a Matera. La sala affollata mi fa pensare che la gente vuole i teatri in questa città. E un teatro non esclude l’altro. Pensate che noi a Bari per protestare contro i tagli alla cultura abbiamo raelizzato un presepe fuori dal Petruzzelli, anche un po’ kitch, con una iskra metà tirolese e metà siberiana e inserito un Babbo Natale vestito dalla Coca-Cola. All’interno abbiamo inserito i manifesti di tutto quello che ha prodotto il Petruzzelli. Sapete quanti bambini lo hanno visitato? 1900 in tre giorni. Per quanto riguarda Matera pensare di ristrutturare il Duni è una follia. Ecco la mia proposta. Dare vita ad una fondazione dei teatri di Matera, che tra quindici anni possa diventare anche la quindicesima fondazione degli enti lirici e avviare un partenariato con la Fondazione Petruzzelli di Bari. Sino a quando non si ristruttura il Duni e non si costruisce il nuovo teatro credo che si possano avviare delle co-produzioni tra le due Fondazioni in modo da ottenere dal Petruzzelli delle recite dedicate, con possibilità di vendere biglietti e abbonamenti a Matera e ottenere condizioni di trasporto vantaggiose per programmare spettacoli anche la domenica pomeriggio, in modo da rendere più agevole il ritorno da Bari a Matera. Una collaborazione che naturalmente favorirà nuove occasioni di lavoro per le maestrazione e uno scambio di esperienze che darà molta visibilità alla Fondazione dei teatri di Matera, anche all’estero visto che il Petruzzelli ha già avviato questo tipo di progetto. Credo che questa proposta farà ingolosire molto il nuovo governo che sarà alla guida del Paese.” Quindi arriva la testimonianza di Saverio Vizziello, direttore artistico del Conservatorio di Matera. “Io parto dai crolli di Pompei, che sono lo stato perfetto della cultura in Italia, una tragedia che dura da quarant’anni, con responsabilità di governi di centro-destra e centro-sinistra. Qui a Matera c’è un teatro Duni di mille posti, un auditorium di quattrocento posti e una Cava del Sole, un teatro naturale all’aperto che può ospitare anche quattro mila persone. A che serve un altro teatro se mancano i contenuti e quando ci sono non possono essere finanziati. Io porto l’esperienza personale del Festival Duni, penalizzati con l’avvento dei Piot. Avevamo già programmato spettacoli importanti con Renzo Arbore e Goran Bregovich ma siamo stati costretti ad annullarli per mancanza di fondi. E non so con chi me la devo prendere, se con Fontanarosa (vice-presidente della Confapi Matera, capofila del Piot Matera e collina materana – ndr) o con la Regione Basilicata. Per questo ritengo che non sia opportuno pensare ad un nuovo teatro quando la Regione con la legge 22 del 1988 concede ancora finanziamenti a pioggia persino a compagnie parrocchiali. Vorrei sapere anche perchè nella Fondazione dell’orchestra lucana la Provincia di Potenza non investe nemmeno un euro mentre Matera è molto attiva. Un ultimo dato: nei giorni scorsi siamo andati a suonare con l’orchestra ICO della Magna Grecia ad Acerenza, dove c’è una splendida cattedrale. In questo paese c’è anche un palasport da duemila posti dove non si fa praticamente nulla perchè non esistono squadre che praticano sport di palestra. Tutto questo è assurdo e deprimente. Per questo ribadisco: non ci vogliono alri contenitori ma nuovi contenuti”.
L’architetto Gigi Acito esprime il suo rammarico per “questa contrapposizione tra teatro Duni e nuovo teatro. A Matera abbiamo discusso sull’opportunità di realizzare l’auditorium, di ristrutturare Palazzo Lanfranchi per inaugurare la sala Levi, abbiamo aperto il Musma, stiamo per inaugurare la Casa-Cava, tutti contenitori che producono cultura. Persino questo posto che oggi ospita una biblioteca qualcuno in passato ha cercato di utilizzarlo per realizzare un casinò. Il teatro è il nuovo tema collettivo della città e dobbiamo cogliere questa opportunità”. Il soprintendente Giandomenico Vaccari chiede la parola per ricordare anche un altro teatro-modello al quale potrebbe ispirarsi quello di Matera. “A Salerno hanno deciso di costruire un teatro con i soldi pubblici e lo fanno funzionare molto bene. Matera, che dal punto di vista storico e architettonico è sicuramente superiore a Salerno, deve provare a fare altrettanto. Per quanto mi riguarda la cultura è un servizio pubblico e deve rimanere tale.” Precisazioni arrivano anche dal professore Mirabella: “A Vizziello dico che il teatro vero è quello che si fa al chiuso e non è vero che il teatro si può fare comunque e dovunque. Poi dove sta scritto che il pubblico deve dare i soldi al privato? Il Petruzzelli è stato ristrutturato dopo che è stato espropriato. Allora a Padula chiedo come mai non ha venduto il teatro Duni. La risposta è immediata da parte del diretto interessato: “Gli enti pubblici hanno sempre pensato di acquistare il teatro Duni ma non hanno mai fatto una proposta concreta. Sul palcoscenico del Duni sono passati tutti i più grandi attori italiani, tranne Eduardo De Filippo. Il nostro teatro ha un timbro legato all’acustica che non si riscontra in nessun altro teatro italiano.”
Il dibattito registra anche il contributo di una neo-laureata, Adriana Raguso, che ha studiato a Napoli e ha presentato una tesi sul teatro a Matera. Raguso ha evidenziato nel suo lavoro le esigenze delle numerose compagnie teatrali presenti sul territorio, che naturalmente sono penalizzate dalla mancanza di spazi nei quali poter esprimere il proprio amore per il teatro oppure organizzare laboratori di scenografia.
Molto apprezzata anche la testimonianza di Manuela Bisceglia, soprano made in Matera che si è fatto apprezzare in Italia e all’estero durante una serie di opere liriche di successo. “Come i fedeli hanno bisogno di una chiesa per esprimere la propria fede, così gli artisti hanno bisogno di un teatro per esprimere i propri talenti. Per quanto mi riguarda porto l’esperienza di Pesaro, una città che è diventata il riferimento mondiale della produzione di Rossini. Se non ci fossero queste opere Pesaro sarebbe una anonima città di mare. Prima che arrivassero le opere sulle strade passeggiavano solo turisti in pareo, oggi invece ci sono critici musicali, esperti di opere e gente comune che ama la musica. Naturalmente il successo di queste opere ha convinto gli amministratori a costruire un altro teatro e la stessa cosa potrebbe accadere a Matera. Un altro esempio è legato al festival operistico di Glyndebourne, a 50 miglia da Londra, che è diventato il festival più importante dell’Inghilterra. Il teatro per me è un sogno, spero che possa essere realizzato al più presto”.
Tanto sarcasmo invece nelle dichiarazioni di Antonio Montemurro, il leader della compagnia teatrale Talìa Teatro, che nei giorni scorsi ha presentato il suo ultimo lavoro in vernacolo materano “Paccij”: “Matera è una città sfortunata per colpa dei materani. Questa città fa come quello che giocando alla stoppa si ritrova con 55 di mano e fa passo…come uno che fame e non mangia. Poi un attacco al campanilismo “Uno dei cancri di Matera è Potenza perchè se Matera ha i Sassi, è patrimonio Unesco e via discorrendo l’APT viene spostata da Matera a Potenza, ricordo anche che Matera è l’unica città capoluogo d’Italia senza ferrovia…”
Una docente di pedagogia e didattica musicale di Gravina che insegna al Conservatorio di Matera ha ricordato che nel centro murgiano ci sono due teatri chiusi e grazie all’intervento di privati è stato aperto un piccolo teatro di 120 posti che ha fatto emozionare tantissimo i suoi ragazzi a tal punto da trasferire su carta le proprie emozioni. Alcuni messaggi sono stati letti in pubblico.”
La ciliegina sulla torta è arrivata con Raffaello De Ruggieri, presidente di Zètema e punto di riferimento della cultura materana nel mondo. “Il nostro gonfalone sono i Sassi e non il teatro. Il teatro serve per fortificare il ruolo di questa città e deve essere il mezzo per affermare un ruolo di produzione culturale. Non si può inventare a Matera la presenza di laboratori creativi della cultura perchè questa città è così magnetica che tutti gli artisti trovano l’ispirazione, la palpitazione che si traduce in opere culturali. Il teatro serve quindi per trasferire queste emozioni sul palcoscenico. Su questo obiettivo si deve costruire il percorso verso Matera 2019. Altrimenti siamo perdenti. Il cartellone di eventi per la candidatura di Matera a capitale europea della cultura deve essere costruito sul nostro territorio, non si può comprare al mercato della cultura. E la strada che io ho indicato è quella delle officine della cultura”. Ha concluso i lavori il direttore artistico della Fondazione lucana Vincenzo Perrone che ha ringraziato tutti i collaboratori e colleghi che hanno collaborato con grande dedizione e sacrificio in questo I° anno di lavoro alla Fondazione Orchestra Lucana, la cui orchestra troverebbe proprio nel Teatro la sua collocazione ideale, ai relatori e partecipanti all’evento, passando poi alle testimonianze di congratulazioni e di elogio per l’organizzazione dell’incontro e di sostegno alla realizzazione di un nuovo Teatro a Matera pervenute da D.Fabris, musicologo docente Università di Basilicata), S.Segalini, Sovrintendente del Teatro S.Carlo di Napoli, V.Miserachs, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e M. Carulli diplomatosi al Conservatorio Duni, già I° Clarinetto dell’Orchestra Sinfonica della RAI e dal 2005/2006 General Music Director of the State Theatre of Saxony di DRESDA, con la responsabilità delle produzioni operistiche e dei concerti sinfonici.
Ma l’ultimo messaggio è arrivato dal professore Mirabella ed è quello che sintetizza il dibattito sul nuovo teatro da realizzare a Matera: “Durante la discussione ho intuito livori più che entusiasmo. Io che sono una vecchia z…… da palcoscenico lo posso dire. C’è un’amarezza acidola in alcuni interventi, Vizziello per esempio non ha mai sorriso…C’è un’accidia che serpeggia in tutti noi e mi dispiace. A questo punto vi chiedo se davvero c’è la volonta di realizzare un nuovo teatro a Matera.” Poi replica a Raffaello De Ruggieri: “Per me il gonfalone della città è il teatro. I Sassi sono un repertorio tragico che è diventato un laboratorio artistico grazie ai materani. E sul teatro Duni dico che questa mina vagante deve essere rimossa perchè nessuno si sogna di abbatterlo per costruire case o una banca. Non strumentalizziamo il fatto che se c’è un teatro non si può costruirne un altro. Quindi invito a lavorare per costituire un consorzio tra le Fondazioni di Bari e Matera, una strategia che può sicuramente portare benefici ai due territori”. Michele Capolupo.
La fotogallery del convegno “Un teatro per Matera 2019”
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