UN TRICOLORE SU OGNI BALCONE
150 anni di Unità sono un magnifico traguardo per una nazione di grandi tradizioni e antica cultura come la nostra. Molti, anche giovanissimi, per questo traguardo hanno lottato, combattuto, pagato prezzi esorbitanti, fino alla morte. Lo dicono le battaglie risorgimentali per l’indipendenza dei nostri territori e per la composizione del nuovo stato. Ma lo proclamano anche i patimenti e le sofferenze di coloro che hanno vissuto l’assurda guerra prodotta dall’ideologia della violenza, che hanno resistito all’occupazione e concorso alla liberazione dell’Italia.
La Repubblica ha significato un nuovo modo di vivere i rapporti sociali e politici mettendo al primo posto il “bene comune”, per la vita e la realizzazione di quelli che sono e di quelli che verranno. Una “Comunità di Cittadini” ha trovato battesimo nella Costituzione: persone che accettano la sfida di essere uguali davanti alla legge e si attribuiscono l’arduo compito della sovranità, di scegliersi dei rappresentanti che governino la nazione e la indirizzino sulle vie dello sviluppo e del benessere.
Nelle speranze, nei progetti, negli sforzi tenaci di questi nuovi italiani, spesso lontani dai luoghi cari, con pochi mezzi e tanta volontà, la Nazione si è rialzata, ha creduto, voluto e lavorato per un obiettivo comune e, creando una struttura economica solida, ha prodotto migliori condizioni per tanti ed eccellenze riconosciute nel mondo ancora oggi. Il Paese è cresciuto ed ha saputo proporre modelli per nuove relazioni internazionali e promosso i nuovi organismi europei, testimoniando una cultura del sostegno e del rispetto reciproco tra nazioni.
Ora, quei tempi sembrano lontanissimi e molti di noi hanno perso il senso del vivere comune: non si è più capaci di credere, lavorare e costruire insieme un futuro migliore per tutti. Delusi da coloro che reggono le sorti dello stato siamo tentati di isolarci, di rifugiarci nel privato, di disinteressarci a quanto avviene nella società, nella nostra comunità, aggravando così le problematiche sociali e accentuando il senso di disgregazione.
E’ in questi momenti che si vede quanto è profondo l’amor di Patria, quanto si crede in un comune destino: se siamo ancora un’aggregazione di conterranei sparsi o un popolo di cittadini solidali. E’ ora di guardare a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide. E’ ora di ritrovare in noi i segni indelebili della nostra storia, i valori comuni, di rispetto, accoglienza, amore del prossimo, di sostegno degli ultimi: valori che hanno da sempre abitato il cuore degli italiani. E’ ora di trovare la forza di affrontare “insieme” le difficili situazioni del mondo di oggi, di accettare “insieme” le sfide per una società più giusta, di costruire “insieme” una comunità che rispetti la dignità di tutti e dia a tutti le opportunità per una vita migliore: è tempo di cercare “insieme” un futuro migliore. E’ ora di rispondere a coloro che osteggiano questa ricorrenza e che offendono ripetutamente il tricolore e l’Unità Nazionale.
Dobbiamo riscoprirci uniti, fare ogni sforzo per comprenderci, per aiutarci, per esserci e partecipare.
C’è bisogno che ogni territorio dia il meglio di sé all’altro e chi è indietro recuperi per andare allo stesso passo di chi è davanti. Abbandoniamo gli egoismi e crediamo che la nostra unità sia la miglior garanzia per un futuro sereno e prospero. Scegliamo finalmente di essere “uniti come fratelli”.
C’è un simbolo che è stato presente sin dai primi giorni del viaggio verso l’Unità, che ascoltava i segreti dei Carbonari, che ha ispirato i cuori dei giovani sui campi di battaglia, che ha visto l’alba della repubblica, che ha sempre sostenuto gli italiani nelle loro imprese. Un simbolo di fronte al quale non possiamo fare a meno di dirci “Fratelli d’Italia”.
E’ il tricolore, il testimone autentico dell’identità culturale del popolo italiano: è la nostra bandiera.
Già da oggi e fino al 17 marzo facciamo sventolare sui nostri balconi il tricolore, quale segno del nostro amore per l’Italia. Mostreremo così di credere che solo “uniti” gli italiani possono costruire il futuro che cercano.
… e l’Unità sarà la bandiera della nostra nazione.
Associazione Città Plurale – Matera
io la vorrei mettere la bandiera me la date voi? in attesa di risposta grazie :cheer:
Certo, esporre il tricolore, il nostro vessillo di un unità fittizia e diseguale, ottenuta con la forza sanguinaria dei piemontesi. Le centinaia di morti innocenti di meridionali (e nella vicina Gioia del Colle ci fu una vera e propria mattanza) giacciono dimenticati, rimossi ed ignorati a 150 anni di distanza. Prima di festeggiare sarebbe necessaria una grande operazione di verità (storica) su quello che fu, davvero, l’unità di D’Italia.