Gli incendi boschivi che durante la passata stagione hanno martoriato anche la provincia di Matera in qualche caso hanno contribuito a portare alla luce anche altri reati perpetrati a danno dell’ambiente.E’ quello che è accaduto nel Parco regionale delle chiese rupestri dove, nei pressi della grotta dei pipistrelli, dopo l’incendio boschivo che il 24 luglio scorso aveva distrutto circa 10 ettari di pascolo e macchia mediterranea di particolare pregio naturalistico ambientale, erano venuti alla luce, non più nascosti dalla vegetazione, completamente distrutta dal fuoco, notevoli quantitativi di rifiuti urbani speciali e pericolosi. In particolare tra i cumuli di rifiuti che, in modo puntiforme, interessavano un’area di circa 2,5 ettari, destava una certa preoccupazione la presenza di lastre di amianto, danneggiate e screpolate, con fibre esposte e pertanto potenzialmente disperdibili nell’ambiente a causa della loro esposizione agli agenti atmosferici.Il comando Stazione Forestale di Matera, subito dopo l’incendio, informava prontamente l’Autorità giudiziaria di quanto rilevato ed avviava le proprie indagini al fine di individuare gli eventuali responsabili di tale grave reato.
Le indagini erano coordinate dal Pubblico Ministero Dr.ssa Paola Morelli che, al fine di non consentire la continuazione dell’illecita attività di abbandono dei rifiuti, chiedeva al Giudice per le Indagini preliminari il sequestro dell’area. Il G.I.P. Dr. Angelo Onorati accogliendo la richiesta del P.M. disponeva il sequestro dell’area, prontamente eseguito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Matera.
Approfondite indagini, condotte dal Corpo Forestale dello Stato anche attraverso l’utilizzo di attrezzature telematiche ed informatiche, sono tuttora in corso al fine di accertare le responsabilità connesse al reato riscontrato.