Città della Pace; obiettivo: primi bimbi ospitati nel 2011
Approvato il piano strategico. Gli ospiti provenienti da zone di guerra risiederanno in abitazioni ristrutturate nei contesti urbani. Definiti i piani di accoglienza e integrazione
Portare già nel 2011 i bambini provenienti da zone di guerra ad essere ospitati dalla Fondazione Città della Pace, nata in Basilicata per iniziativa della Regione e del premio Nobel per la Pace Betty Williams. E’ l’obiettivo fissato nel piano strategico della fondazione che è stato approvato questa mattina dal Consiglio di amministrazione cui hanno partecipato, tra gli altri, la stessa Betty Williams, il presidente della Regione, Vito De Filippo e i sindaci dei comuni di Sant’arcangelo, Domenico Esposito, e Scanzano Jonico, Salvatore Iacobellis, i due centri dove sono situate le strutture per l’ospitalità.
La formula scelta è quella di un’ospitalità pienamente integrata nei contesti urbani, ottenuta attraverso l’acquisizione e ristrutturazione di alcuni alloggi situati in posizione centrale, dove sarà possibile ospitare i bambini provenienti da zone al centro di conflitti armati e il rispettivo nucleo familiare (dando particolare attenzione ai bambini con un solo genitore). Alcuni di questi alloggi sono già stati ultimati per cui si potrà procedere presto a dare il via al programma di ospitalità per il quale è già stato avviato un confronto con il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati di Anci e Ministero dell’Interno.
In base a quanto previsto nel piano strategico della Fondazione, “il modello di accoglienza previsto per la Città della Pace si basa su due pilastri: l’integrazione dei beneficiari con la realtà sociale ed economica dei luoghi di accoglienza; l’acquisizione dell’autonomia da parte dei beneficiari nell’ambito di impegni reciproci con la Fondazione, nel rispetto delle regole di accoglienza e delle normative nazionali. Pertanto il modello insediativo prevede l’attivazione di due nuclei presso Sant’Arcangelo e presso Scanzano ionico” per promuovere un’accoglienza integrata volta favorire l’acquisizione di strumenti per raggiungere l’autonomia.
In particolare, “si prevede quindi di implementare un modello basato sull’accoglienza in appartamenti la cui gestione, sotto il controllo e la supervisione dell’equipe di accoglienza, sarà completamente affidata agli ospiti del progetto in modo da favorire una rapida integrazione con il tessuto sociale locale e l’acquisizione di una capacità di gestire le proprie risorse in modo autonomo , pur se assistito, nel nuovo contesto in cui sono inseriti da parte dei beneficiari”. Dopo un colloquio di ingresso sarà dunque sottoscritto un contratto di accoglienza nel quale saranno esplicitate sia i servizi che la Fondazione si impegna ad erogare, sia gli impegni che devono essere rispettati dal beneficiano tra i quali, l’impegno al rispetto del regolamento della Città della Pace, ad apprendere la lingua italiana, a realizzare il proprio progetto di inserimento, a rispettare i termini e le modalità di accoglienza), saranno attivate le necessarie pratiche burocratiche. Ai beneficiari sarà corrisposto periodicamente un importo minimo per il sostentamento e per le spese primarie. Gli operatori della Fondazione seguiranno gli ospiti durante tutta la loro permanenza garantendo ai beneficiari di poter usufruire dei seguenti servizi: assistenza sanitaria, assistenza sociale, attività multiculturali, inserimento scolastico dei minori, mediazione linguistica ed interculturale, orientamento e informazione legale, servizi per l’alloggio, servizi per l’inserimento lavorativo e servizi per la formazione.
Per quel che riguarda la presenza nei due centri che compongono la Città della Pace, “nel nucleo di Sant’Arcangelo – si legge nel Piano Strategico – saranno messe a disposizione degli ospiti una serie di appartamenti ristrutturati nell’ambito del centro storico del paese e diffusi nei vari quartieri in modo da favorire l’integrazione degli ospiti con il tessuto sociale esistente ed evitare una marginalizzazione ed una estraneazione degli ospiti. Le abitazioni ristrutturate sono in prossimità inoltre sia alle strutture sociali esistenti (centri sociali, aree attrezzate per lo sport ed il tempo libero), sia delle strutture per l’istruzione (scuole, asili), sia dei piccoli esercizi commerciali che possono essere di riferimento per le necessità materiali degli ospiti. Nel nucleo di Scanzano ionico, realizzato in prossimità del mare, sarà realizzata una struttura di accoglienza prevalentemente dedicata alle attività complementari all’accoglienza (formazione ed attività multiculturali) da realizzarsi nei mesi primaverili ed estivi avendo a disposizione spazi comuni quali una sala conferenze, una biblioteca, delle aule per la formazione e un’ampia foresteria che consentirà la permanenza degli ospiti e degli operatori in questa struttura per specifici periodi di formazione, per stage e per iniziative pubbliche volte all’integrazione ed alla diffusione del modello di accoglienza della Città per la Pace”.
L’ospitalità di bambini provenienti da aree in guerra è solo uno dei quattro moduli di azione della Città della Pace. Gli altri quattro sono un campus di educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile, un centro per l’organizzazione delle missioni umanitarie, un polo direzionale di gestione e coordinamento e un centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo scientifico per la salvaguardia ambientale e le energie alternative.
Città della Pace; De Filippo: “Siamo al punto di svolta”
Williams: “Il progetto prende forma. E ci aspettiamo il contributo di tutti”
“L’approvazione del Piano strategico segna il punto di svolta tra la fase del progetto e quella dell’operatività – ha detto il presidente della Regione Vito De Filippo – e, in un campo così delicato, dobbiamo lavorare senza lasciare nulla al caso o all’improvvisazione, ma anche sapendo che il tempo rappresenta una variabile decisamente pesante per la vita di bambini donne e uomini che attendono un aiuto. Per questo prendo atto con gioia della determinazione con cui la Fondazione sta procedendo nel lavoro”.
“Inizia a prendere forma – ha aggiunto Betty Williams – quella Città che abbiamo concepito come un tempo e uno spazio per l’educazione alla Pace e alla formazione di eccellenza che abbia come cuore un’area di sicurezza per i bambini e le loro famiglie provenienti da aree colpite da conflitti armati. Nei prossimi mesi cercheremo di far convergere su questo obiettivo quante più forze possibile, chiedendo anche il contributo di singoli, associazioni e imprese a partire dal territorio della Basilicata per poi ampliare l’orizzonte al fine di sostenere questa che è una realtà che si propone di operare in questa regione ma senza confini”.