Geogastock spa: a quale coalizione politica appartiene il commissario di Ferrandina, Alberico Gentile?
C’è un’etica politica e sociale verso la quale anche un commissario straordinario decisionista deve confrontarsi? E magari porsi qualche limite, nonostante la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) e l’Associazione Ambiente e Legalità sappiano bene che i commissari straordinari riassumono in sé, in un sol uomo, le funzioni di sindaco, giunta e consiglio comunale? Ma autorizzare un deposito di stoccaggio da un miliardo e mezzo di metri cubi di gas russo nel sottosuolo di Ferrandina, Pisticci e Salandra – nei pozzi esausti del metano di Enrico Mattei -, per un progetto che sicuramente condizionerà la vita del territorio per decenni e che ha in sé un possibile rischio catastrofico, non è proprio equivalente ad approvare, in sostituzione di un consiglio comunale e di un sindaco decaduti, un bilancio municipale per realizzare piani commerciali, panchine e viali pubblici.
La dimensione del progetto della Geogastock spa e le mancanze di tutela ambientale e di rischio per la salute contenute in esso – e denunciate dalla OLA e dall’Associazione Ambiente e Legalità – dovrebbero consigliare ad una maggiore cautela nell’esprimersi e nel decidere. Sia quando il commissario di Ferrandina, Alberico Gentile, parla a nome di una popolazione che non l’ha eletto, ma se l’è trovato imposto, sia quando dubita delle competenze delle associazioni ambientaliste che contestano un progetto del quale non conosciamo il numero di posti di lavoro che darà (forse qualcuno di guardiano), essendo necessari requisiti tecnici non presenti in zona. Di certo sappiamo che genererà profitti per pochi, mentre desterà più di qualche preoccupazione alle popolazioni del territorio e non solo.
Ma poi, visto che il commissario Gentile dubita delle competenze delle associazioni ambientaliste, ci dica – visto che si appresta ad autorizzare le procedure per lo stoccaggio di gas russo nelle viscere del sottosuolo ferrandinese – dove pensa che la Geogastock spa si libererà dei reflui altamente inquinanti? Nell’impianto consortile di Pantanello di Ferrandina costato 12 miliardi di vecchie lire e mai entrato in funzione, neanche dopo la gestione di Tecnoparco spa? O, magari, in maniera più comoda, nelle placide acque del Basento (tanto è già un fiume morto) e a Ferrandina, dove già si muore per l’amianto killer?
Forse il tecnico “burocrate-decisionista”, politico più che amministrativo, non sa che la Geogastock spa, con la sua centrale di compressione, avrà lo stesso problema della centrale a turbogas di Salandra della Basento Energia, bocciata di recente dalla Regione perché non aveva come smaltire i reflui se non nel fiume e nel terreno? Lo ha dichiarato anche la Direzione Generale delle Risorse Minerarie ed Energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, in risposta ad una precisa denuncia delle associazioni ambientaliste “incompetenti”, ribadendo “come i rifiuti di estrazione – prodotti all’interno del sito destinato a ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi – devono essere gestiti secondo le regole dettate dal Decreto Legislativo n.117/2008, che obbliga le compagnie a dotarsi di un Piano di gestione dei rifiuti già nella fase progettuale”. Decreto legislativo che, invece, il colosso petrolchimico Calpine-Forest Oil, reale proprietaria della centrale di Salandra della Basento Energia, ben conosceva, tanto è che, stanca di attendere la messa in funzione di Pantanello di Ferrandina – dove la Calpine intendeva sversare i rifiuti per non inquinare terreni e fiume – ha poi venduto il progetto all’americana Foster Wheeler, società che spesso collabora con Eni spa.
È il motivo per il quale, la OLA e Ambiente e Legalità hanno chiesto agli organi competenti che la Geogastock spa sia obbligata ad avere il Piano di gestione dei rifiuti già nella fase progettuale e sia anche obbligata a bonificare gli stessi pozzi esausti da utilizzare per lo stoccaggio di gas, al fine di scongiurare che negli anni, i soliti ignoti, non ci abbiano buttato dentro di tutto di più. Magari qualche sostanza tossica incompatibile con le operazioni di stoccaggio.
Che farà, egregio commissario? Aspetterà che la Regione ed i Ministeri si pronuncino definitivamente sul megastoccaggio valutando le lacune da noi denunciate, oppure, dando per scontati gli esiti tecnici e di valutazione finali del progetto, lo approverà, ritenendo marginali gli aspetti ambientali e già valido, invece, quel 1% di contropartita economica offerto al comune di Ferrandina dalla Geogastock spa?