LE GRANDI MOSTRE NEI SASSI
CONSUNTIVO ANTOLOGICA DI KENGIRO AZUMA
Il magico connubio fra le chiese rupestri di Matera e l’arte contemporanea, ancora una volta, ha convinto e trovato d’accordo pubblico e critica: decretano il successo della ventiquattresima edizione de “Le grandi Mostre nei Sassi”.
Lo dimostrano i 12mila 675 visitatori che, da giugno a ottobre, hanno ammirato l’antologica di Kengiro Azuma e la corposa rassegna stampa locale e nazionale che è stata raccolta. La mostra è allestita nelle chiese rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci. Spazi espositivi che, da alcuni anni, si ampliano nelle “sale della caccia” e nella biblioteca Scheiwiller del Museo della Scultura contemporanea (Musma), dove trovano collocazione le piccole sculture, i disegni e i gioelli oltre a materiale fotografico e documenti.
Sin dal 1987, anno d’esordio di queste imponenti antologiche dedicate ai più noti e apprezzati artisti contemporanei, le Grandi Mostre nei Sassi si sono fatte conoscere per la qualità dell’allestimento, affidata all’architetto Alberto Zanmatti, per il ricco e documentato catalogo ad opera del critico d’arte Giuseppe Appella e per il contenitore unico in cui sono ospitate le sculture: le chiese rupestri del Sasso Barisano a Matera. Spazi che in questo 2010 hanno accolto e dato nuova vita alle opere di Kengiro Azuma. Lo stesso artista, nel visitare la mostra, ha esclamato: “sento l’abbraccio di mia madre”. Un suggello per la magia che chiese rupestri e sculture insieme riescono a suggerire a chi visita Le Grandi Mostre nei Sassi. Tanti i commenti ammirati che sono stati raccolti nel guest book della mostra: visitatori italiani, ben 9mila 760, ma anche tanti stranieri, che fra asiatici, europei e americani sono stati 2mila 915.
Una mostra che ha affascinato il pubblico di ogni età. A testimonianza ci sono i disegni dei bambini della scuola d’infanzia “Padre Minozzi” che hanno reinterpretato la “Goccia” o “Mu 765” di Azuma. E tanti sono stati gli studenti dei licei e delle Accademie d’arte che hanno raggiunto Matera per visitare l’antologica.
Quest’anno il Circolo La Scaletta ha al suo attivo non solo la confermata collaborazione con gli istiuti scolastici, ma anche il rinnovato sodalizio con la Soprintendenza ai Beni storico-artistici di Matera. A Palazzo Lanfranchi, sede dell’organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sono state esposte due sculture di Azuma. Un’iniziativa che sarà riproposta anche per l’antologica del 2011 dedicata a Francesco Somaini.
Con questa ventiquattresima edizione de “Le Grandi Mostre nei Sassi” il Circolo La Scaletta ha visto rinsaldarsi il rapporto con il territorio, ed è questo il successo più apprezzato dal sodalizio culturale che si sta già preparando a organizzare la prossima mostra. Un appuntamento importante perché rappresenta anche il raggiungimento una tappa storica: 25 anni di Grandi Mostre nei Sassi”.
LE GRANDI MOSTRE NEI SASSI
NEL 2011 L’ANTOLOGICA DI FRANCESCO SOMAINI
La scultura italiana protagonista della venticinquesima edizione de Le Grandi Mostre nei Sassi.
Sarà dedicata a Francesco Somaini (1926 – 2005) la tradizionale mostra estiva che il Circolo culturale La Scaletta promuove e organizza, in collaborazione con il Comune di Matera, dal 1987.
Curatori dell’antologica 2011 sono gli storici dell’arte Giuseppe Appella e Luisa Somaini. L’inaugurazione è prevista per sabato 18 giugno, data di chiusura domenica 9 ottobre. L’esposizione comprenderà circa 100 sculture, oltre a numerosi disegni, medaglie e documenti. Le opere, datate 1945-2005, appartengono all’Archivio Somaini, a diversi musei italiani e stranieri e a prestigiose collezioni private. Ancora una volta verrà suddivisa tra le Chiese Rupestri Madonna della Virtù – S. Nicola dei Greci (dove saranno collocate le grandi sculture) e il Musma. Museo della Scultura Contemporanea (che esporrà le piccole sculture, i disegni e le medaglie). Sempre al Musma, nella Biblioteca Scheiwiller, sarà allestita la mostra biobibliografca di immagini e documenti che permetterà di conoscere la vita dello scultore comasco. Dopo la fortunata esperienza dell’antologica di Azuma, anche nel 2011 sarà confermata la collaborazione con la Soprintendenza di Matera: alcune sculture verranno ospitate a Palazzo Lanfranchi.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con i testi dei curatori e di alcuni giovani storici dell’arte. Come è tradizione, un capitolo dedicato a “Vita, opere e fortuna critica” racconterà il percorso espressivo di Somaini.
L’allestimento, ancora una volta, è affidato all’architetto Alberto Zanmatti, che già nel 1962 a Spoleto si è occupato di esporre le opere di Somaini all’interno della grande mostra “Sculture nella Città”.
La gestione dell’esposizione, come di consueto, è affidata all’ “Associazione Grandi Mostre nei Sassi”.
FRANCESCO SOMAINI
Francesco Somaini nasce a Lomazzo (Como) nel 1926. Comincia a seguire studi artistici regolari a undici anni e, in seguito, corsi saltuari all’Accademia di Brera: frequenta, infatti, le lezioni di Manzù mentre porta a termine gli studi classici e la facoltà di giurisprudenza in cui si laurea.
Nel 1944 inizia una serie di viaggi all’estero che lo mettono a contatto con l’arte internazionale.
Esordisce nel 1948 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma con la Rassegna di Arti Figurative promossa dalla Quadriennale ma, raggiunta autonomia di linguaggio alla metà degli anni Cinquanta con opere realizzate in conglomerato ferrico, si impone all’attenzione della critica nel 1956 con la partecipazione alla XXVIII Biennale di Venezia, nel 1959 con la sala alla V Biennale di San Paolo del Brasile che gli assegna il primo premio internazionale per la scultura, nel 1960 con la sala, presentata da Giulio Carlo Argan, alla XXX Biennale di Venezia (in questa stessa Biennale la scultura assumeva un ruolo predominante con le personali di Brancusi, Minguzzi, Fabbri, Lardera, Mirko, Ghermandi, Consagra, Perez, Leoncillo, Hoflehner, Couturier, Cimiotti, Yamaguchi, Paolozzi, Dzamonia), nel 1961 alla II Biennale de Paris che gli assegna il primo premio della critica d’arte francese, attenta alla sperimentazione dei materiali che Somaini affronta fondendo le sue opere anche nel ferro e nel piombo poi aggrediti con la fiamma ossidrica e politi nelle parti concave per accentuarne l’espressività, nel 1962 alla mostra “Sculture nella Città” a Spoleto.
È il tempo dei Martirii e dei Feriti, presentati nelle varie personali allestite alla Galleria Notizie di Torino, all’Istituto Italiano di Cultura di New York, alla Galleria Blu di Milano, alla galleria Odyssia di Roma e New York, e nelle grandi mostre internazionali di scultura.
Conclusasi la stagione informale, Somaini carica le sue sculture di valenze simboliche. Le forme sono poste in continuo rapporto dialettico con volumi geometrici di impianto architettonico (Carnificazione di un’architettura, 1975-1976) e si ritagliano un ruolo preciso, sostenuto anche a livello teorico, nella riqualificazione del tessuto urbanistico.
Parallelamente alla riflessione sul rapporto tra scultura, architettura e contesto ambientale, inizia la sperimentazione di tecniche personali di lavorazione sulla “matrice” e sulla “traccia” che introducono nella scultura l’elemento dinamico e lo avvicinano al marmo. La sala personale alla Biennale del 1978 e l’antologica al Wilhelm-Lehmbruck-Museum di Duisburg nel 1979 evidenziano questo passaggio che, a metà degli anni Ottanta, si apre nuovamente al monumentale, con opere di grandi dimensioni in Italia e in Giappone, e successivamente, in sculture che vanno alla radice essenziale delle cose, in uno spazio vitalizzato dalla presenza di forme taglienti o accidentate che, negli ultimi anni, complice il disegno, sono il riflesso di miti e leggende sviluppatisi intorno all’Etna e rivisitati attraverso la lettura datane da Maria Corti nel volume Catasto magico del 1999.
Somaini muore a Como nel 2005. Sue opere sono nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo.