Venerdì 18 ottobre 2019 alle ore 18 a Cava Paradiso sulla strada statale 7 in contrada La Palomba a Matera è in programma l’inaugurazione della mostra The Land of Cockaigne/ Il Paese della Cuccagna a cura di Navine G. Khan-Dossos e James Bridle. La mostra è il quarto appuntamento per I-DEA, un progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 sul tema dell’archivio. Accesso tramite Passaporto Matera 2019, acquistabile anche presso Cava Paradiso.
Il progetto, che inaugura il 18 ottobre alle 18 presso Cava Paradiso mette insieme storie ed oggetti provenienti dal ricchissimo patrimonio della Basilicata che testimoniano la vivacità e la grande quantità di leggende, storie di finzione e personaggi fantastici che popolano questo territorio – e che ancora oggi interagiscono con le nostre vite-. Dagli strumenti musicali costruiti con legno d’alberi e pelli, ai green screen dei set cinematografici: tutto ciò promette altre realtà e attende la nostra meraviglia e la nostra cura.
Per i curatori Il Paese di Cuccagna rappresenta infatti una realtà alternativa, già a portata di mano. Si intravede nelle profondità delle grotte; luccica tra i festeggiamenti ubriachi della festa; brilla nei riflessi laser della luna; esplode in primavera. È lì nelle feste del Maggio di Accettura e della Madonna del Carmine, nonché nei souvenir dei turisti come nei set di Hollywood. I curatori hanno quindi riunito piante antiche e falsi contemporanei, documentari prebellici e moderni successi, cornamuse e satelliti, scienza e rituali, con l’intento di mostrare i molteplici modi in cui la ricchezza del presente immette nuova vita nel passato.
Spiegano nel testo introduttivo alla mostra: “Nella letteratura medievale, il Paese di Cuccagna è un luogo mitico di opulenza, una realtà alternativa in cui le asperità della vita hanno lasciato il posto alla sovrabbondanza e all’eccesso. Le pietre danno frutti, il vino sgorga dalle sorgenti, e uccelli e animali saltellano intonando canzoni.
Ma dove si trova Cuccagna oggi? Noi crediamo che Cuccagna non sia un luogo lontano, remoto e difficile da raggiungere, come i paradisi evocati dalle utopie politiche o dalle religioni. Al contrario, Cuccagna è a portata di mano, parallelo rispetto alla realtà quotidiana, immediatamente accessibile a chi abbia occhi per vedere e orecchie per intendere. Certo, è sempre un luogo di eccesso e di abbondanza; ma è anche un luogo di lotta e di incertezza, abitato da esseri spettrali e da intelligenze aliene”.
La mostra coinvolge i seguenti archivi: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Archivio di, Etnomusicologia, Agenzia Spaziale Italiana, Centro di Geodesia Spaziale Giuseppe Colombo, Archivio Domenico Notarangelo, Archivio Luchino Visconti, Fondazione Gramsci, Archivio di Stato Matera, Collezione privata Alberico Larato, Collezione Privata Gianfranco Lionetti, Collezione privata Nicola Scaldaferri, Consorzio di Bonifica della Basilicata, e-GEOS, Fondazione Cineteca di Bologna NASA, Volontari della Parrocchia B.V.M. del Carmelo, Wikimedia commons, Titanus Film. Inoltre, è stata realizzata appositamente per la mostra una fontana con una scultura di cucù disegnata e creata da Francesco Mitarotonda.
Fino al 17 ottobre i curatori e Matera 2019 invitano infine il pubblico di tutte le età a partecipare ai laboratori aperti di cartapesta coordinati dal maestro Raffaele Pentasuglia, per realizzare un manufatto che sarà poi parte integrante della mostra I-DEA. Questi momenti si inseriscono perfettamente nell’ambito di un progetto sempre più partecipativo che ha visto i cittadini e i cittadini temporanei, ad esempio, protagonisti della tappa a cura di Virgilio Sieni. Con Navine G.Khan-Dossos e James Bridle chi aderirà realizzerà una moltitudine di piante e frutti in cartapesta che saranno poi appesi alle colonne provenienti dal set del film Ben-Hur, parte della mostra, nell’hangar di Cava Paradiso ed entreranno a far parte dell’allestimento. Al termine della mostra i partecipanti potranno portare a casa il pezzo realizzato (per partecipare idea@matera-basilicata.it con oggetto iscrizione lab cartapesta; accesso con passaporto Matera 2019).
L’allestimento della mostra è a cura di Elisa Giuliano, Martha Schwindling e Antonio Elettrico per Open Design School.
Navine G. Khan-Dossos è un’artista che lavora tra Londra e Atene. Si interessa di orientalismo nell’epoca digitale, geometria come informazione e decorazione e Aniconismo nella cultura contemporanea. Ha esposto al SALT di Istanbul, al Van Abbenmuseum di Eindhoven, al Benaki Museum di Atene, tra gli altri.
James Bridle è uno scrittore e un artista che lavora tra nuove tecnologie e a cavallo tra più discipline. “New Dark Age”, il suo libro su tecnologia, politica e società, è stato pubblicato da Verso nel 2018 e uscirà in italiano con Nero nel 2019. Ha pubblicato articoli su Wired, the Atlantic, the New Statesman, the Guardian e the Observer.
Fino al 17 ottobre i curatori e Matera 2019 invitano il pubblico di tutte le età a partecipare ai laboratori aperti di cartapesta coordinati dal maestro Raffaele Pentasuglia, per realizzare un manufatto che sarà poi parte integrante della mostra I-DEA. Questi momenti si inseriscono perfettamente nell’ambito di un progetto sempre più partecipativo che ha visto i cittadini e i cittadini temporanei, ad esempio, protagonisti della tappa a cura di Virgilio Sieni. Con Navine G.Khan-Dossos e James Bridle chi aderirà realizzerà una moltitudine di piante e frutti in cartapesta che saranno poi appesi alle colonne provenienti dal set del film Ben-Hur, parte della mostra, nell’hangar di Cava Paradiso ed entreranno a far parte dell’allestimento. Al termine della mostra i partecipanti potranno portare a casa il pezzo realizzato (per partecipare idea@matera-basilicata.it con oggetto iscrizione lab cartapesta; accesso con passaporto Matera 2019).
I-Dea e Open Design School e sono i due progetti pilastro di Matera Capitale Europea della cultura 2019 a cura di Joseph Grima, sotto la supervisione di Rossella Tarantino, Manager Sviluppo e relazioni della Fondazione, e con il project management di Rita Orlando.
I-DEA, a cura di Joseph Grima e Chiara Siravo, curatrice associata, esplora gli archivi e le collezioni della Basilicata da un punto di vista artistico. Artisti e designer, la cui pratica trova i fondamenti nella ricerca, sono stati invitati a curare mostre consecutive utilizzando gli archivi come punto di partenza. Lavorando con una serie di materiali e documenti apparentemente sconnessi tra loro, gli artisti sono invitati ad immergersi negli archivi trasmettendo la loro interpretazione sotto forma di una mostra temporanea. Open Design School ha disegnato un sistema di allestimenti aperto, modulare e movibile che possa portare umiltà, dubbio, curiosità e uno spirito anti-didattico nella curatela di collezioni e materiali d’archivio. Oltre alle esposizioni permanenti, sono previsti workshop, performance, talk e altri momenti di approfondimento. Il primo a appuntamento è stato a cura del fotografo Mario Cresci, con la mostra Le Due Culture. Artefatti e Archivi (22 marzo – 7 giugno 2019), il secondo con Visione Unica: Cultures of Environmental Manipulation a cura dei duo di designer Studio formafantasma (8 giugno – 11 settembre 2019). Il terzo è stato Thauma, Atlante del Gesto a cura di Virgilio Sieni (12 settembre – 7 ottobre). Ultimo appuntamento a cura di Pelin Tan & Liam Gillick.