Giovedì 2 maggio 2019 alle ore 17,30 nel Palazzo Viceconte in via San Potito 7 a Matera è in programma l’inaugurazione dell’esposizione dell’imponente progetto fotografico “San Nicola reMade”, in esposizione fino al 24 Maggio 2019 circa 30 opere originali.
La mostra fa parte del progetto Coscienza dell’Uomo.
Coscienza dell’uomo è il più imponente progetto fotografico mai realizzato in Italia, 365 giorni di incessante attività con lo scopo di sensibilizzare le coscienze. Con San Nicola reMade di Maurizio Galimberti, gli organizzatori vogliono sottolineare l’importanza del legame tra arte e fotografia.
10 anni di buona Fotografia e di buon Cinema forse potrebbero far cambiare il corso delle cose.
Il programma fotografico Coscienza dell’Uomo propone appuntamenti distribuiti nella città di Matera affiancandosi all’ampio progetto Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, questa cadenza fotografica scandisce i termini di un impegno di autori che invita a osservare, piuttosto di giudicare ed esorta a pensare, invece di credere.
La Cine Sud in collaborazione con Canon, Hasselblad, Nikon, Olympus, Panasonic,Sigma, Sony, Tokina-Howa, Toscana Foto Service hanno finanziato il progetto e ne consentono la fruibilità gratuita. Maurizio Galimberti ci accompagnerà in un racconto spirituale di grande splendore e coinvolgimento. Un mosaico di istantanee per rappresentare la bellezza, i dettagli e i colori degli affreschi trecenteschi, recentemente attribuiti a Pietro da Rimini e presenti nella Basilica di San Nicola da Tolentino, in provincia di Macerata. Galimberti nasce a Como nel 1956. Si trasferisce a Milano dove oggi vive e lavora. Si accosta al mondo della fotografia analogica esordendo con l’utilizzo di una fotocamera ad obiettivo rotante Widelux per poi nel 1983 focalizzare il suo impegno, in maniera radicale e definitiva, sulla Polaroid. Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto testimonial ufficiale realizzando il volume POLAROID PRO ART pubblicato nel 1995, divenuto vero oggetto di culto per gli appassionati di pellicola polaroid di tipo integrale. Viene nominato “Instant Artist” ed è ideatore della “Polaroid Collection Italiana” Continua la sua ricerca con Polaroid e reinventa la tecnica del “Mosaico Fotografico” che inizialmente adatta ai ritratti.
Il primo esperimento risale al 1989 quando ritrae suo figlio Giorgio. Seguiranno i ritratti di Michele Trussardi, Carla Fracci e Mimmo Rotella dai quali è evidente il richiamo al fotodinamismo dei Bragaglia e la ricerca del ritmo, del movimento. Numerosi divengono i ritratti eseguiti nel mondo del cinema, dell’arte e della cultura. La popolarità e il successo con cui vengono accolte queste rappresentazioni di volti lo portano a partecipare come ritrattista ufficiale al Festival del Cinema di Venezia. Viene indicato dalla rivista italiana “CLASS” come primo fotografo-ritrattista italiano all’interno delle classifiche di merito stilate dal mensile. Il suo ritratto di Johnny Depp, realizzato durante l’edizione del Festival del Cinema di Venezia del 2003, viene scelto come immagine per la copertina del mese di settembre del prestigioso Times Magazine. Il “Mosaico” diviene ben presto la tecnica per ritrarre non solo volti, ma anche paesaggi, architetture e città. Con equilibrio Galimberti alterna l’emozione per la composizione, in cui si fa più manifesta la ricerca del ritmo di cui i Mosaici ne sono un esempio, ad una propensione verso il particolare, la scena intima da riprendere e immortalare la cui resa è rappresentata da un unico scatto, ovvero dalla singola polaroid. I suoi lavori sul paesaggio, sulle città e sullo spazio che caratterizza queste ultime, alternano questi due punti di vista, queste due differenti modalità di raccontare una stessa realtà.
Nel 2006, durante il suo primo viaggio a New York, comincia la sua ricerca sulla luce, sull’energia ispirata da questa nuova città che per l’artista diviene la rappresentazione ideale del mondo contemporaneo. A questa città dedicherà un ulteriore lavoro del 2010 realizzando un’importante corpus di Polaroid Singole e di Mosaici, alternando storie di particolari, immagini di intimità umane a scatti che si prestano allo studio, eseguito con rigore matematico, delle diverse armonie compositive: espresse nelle imponenti immagini dei grattacieli, del cielo, della luce, delle strade di New York. A New York seguiranno i lavori monografici su altre città come Berlino, Venezia e Napoli. Prosegue inoltre la sua ricerca verso altri modi di rappresentare e contaminare quelle stesse realtà e gli elementi che le caratterizzano con cui viene in contatto. Il desiderio di rendere attuale le cose, gli oggetti del passato diviene concreto attraverso la realizzazione dei ready-made, di duchampiana ispirazione, che rappresentano una significativa parte della sua produzione. Parallelamente, cresce l’apprezzamento per la sua ricerca, per le particolari tecniche da lui sviluppate, suscitando l’interesse di interlocutori provenienti da diversi ambiti. Grazie a queste collaborazioni nascono nuovi progetti artistici e creativi.
Il convincente San Nicola reMade è un progetto unico nella Storia della Fotografia, comunque la si consideri e conteggi, nato nel 2013 e allungatosi avanti nel tempo, si segnala anche come momento di svolta (tecnica) nel percorso cronologico del suo linguaggio: qui sono state utilizzate le ultime seimila pellicole polaroid integrali rimaste (all’indomani della dismissione della loro produzione) e quattromila pellicole Impossible (all’alba, per così dire, di un nuovo cammino della fotografia a sviluppo immediato). Lo svolgimento del progetto è altresì unico, in continuazione di considerazioni, per aver utilizzato anche uno dei quattro apparecchi Polaroid Giant Camera 20×24 pollici (50x60cm!) esistenti al mondo, per fotografia a sviluppo immediato ad altissima definizione. Oltre novemila scatti in quattro anni, che ricostruiscono, attraverso una chiave estetica fortemente emozionale, un percorso storico-religioso che -seppure frammentato negli innumerevoli tasselli che compongono i mosaici fotografici- racchiudono la chiave per una più profonda esplorazione degli affreschi, mostrando agli altri una rappresentazione oltre l’apparenza a tutti visibile. Da e con Giacomo Leopardi: «L’anima si immagina quello che non vede». Magia ed efficacia della Fotografia, prodigiosa combinazione di regole logiche e frequentazioni arbitrarie (volontarie e consapevoli). La composizione di una miriade di tasselli, in combinazione raffigurativa, sapientemente ricercata da Maurizio Galimberti, che -a ragione!- si autodefinisce “Instant Artist”, e la ricerca puntuale di ritmo e movimento nell’allestimento dei suoi Mosaici fotografici offrono all’osservatore una nuova visuale prospettica di grande bellezza.
Scrive Alberto Marcelletti, ideatore del progetto L’idea di questo progetto è nata nel 2013, quando Maurizio Galimberti ha realizzato un mosaico di Polaroid ad un antico ritratto di mio nonno. Guardando il risultato incredibile del lavoro di Maurizio Galimberti, il modo in cui quel dipinto aveva preso vita, ho immaginato cosa un grande maestro come lui sarebbe stato capace di creare lavorando a un soggetto meraviglioso come il ciclo di affreschi del Cappellone di san Nicola… Maurizio ha guardato quegli affreschi con una luce particolare nei suoi occhi. Poche settimane dopo il progetto San Nicola reMade era iniziato, ho recuperato sul mercato statunitense le ultime 6000 pellicole Polaroid rimaste dopo varie alchimie e 4 anni di lavoro il progetto ha visto la luce, il risultato è veramente qualcosa di straordinario.