L’ archivio di un fotografo è sempre un baule di sorprese, pile infinite di “fermo-immagine” in cui perdersi, lasciarsi catturare dalla curiosità delle situazioni e dei soggetti immortalati. Non si poteva non provare la stessa sensazione (di piacere dello sguardo) con lo “squadernamento” degli scatti a colori e in bianco e nero di Rocco Murno da cui sono state selezionate una ventina di tavole che arredano la mostra “Ritratti, panoramiche e…” che, promossa dall’Amministrazione Comunale e curata dalla fotografa Marianna Spina, verrà inaugurata il 27 novembre alle ore 19.30 nella Sala Mostre di Palazzo Valinoti. Un percorso che, seppur breve, è stato pensato come uno spaccato, una finestra aperta sulla professione esercitata da Murno sin dagli inizi degli anni cinquanta del secolo scorso e che aveva come bottega, quartier generale lo “Studio Victor”, situato in un centralissimo viale di Caracas. Un fotografo-artigiano è stato (e rimane) Rocco Murno, dotato, tuttavia, di uno sguardo lungo, sconfinante spesso nella fotografia-d’arte. E le caratteristiche di una certa fotografia-d’arte sono evidenti tanto nelle panoramiche (su Genova, Moliterno, Val D’Agri,…) che permettono all’osservatore di immergere in profondità il proprio occhio sul paesaggio, quanto su dei ritratti di donna che fanno ricordare le copertine dei rotocalchi patinati di un tempo, quando una foto in bianco e nero poteva essere colorata e rifinita nei dettagli con delle leggere pennellate d’acquarello o della polvere-materia di un pastello. Un maestro appassionato dello sguardo in macchina è stato nei suoi lunghi anni di attività Rocco Murno al quale, non per caso, nel 1988 gli è stato conferito il cavalierato della Presidenza della Repubblica per la tenacia, l’infaticabile attività, la poliedricità delle tecniche in uso e, inoltre, per aver saputo creare con lo “Studio Victor” una delle botteghe-laboratorio della fotografia più in vista e frequentate della capitale venezuelana. Come tutti i buon fotografi che hanno occhio e sensibilità, Rocco Murno col suo strumento di lavoro ha cercato di comunicare, costruire-restituire dialogo, persino stupire come si può vedere dalla foto scattata con una particolare macchina russa in cui la Torre di Pisa si presenta eretta, senza più la pendenza che l’ha resa famosa in tutto il mondo. E non solo: Murno ancora oggi con uno scatto punta ad affermare il campo d’azione del proprio immaginario, nonché l’esigenza di testimoniare la “purezza-attimo” di un clic per lasciarla vivere (più a lungo possibile) in chi guarda. La mostra rimarrà aperta fino al 10 gennaio.
Nov 24