Il coordinamento di AGRINSIEME (Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari) sostiene la richiesta dell’Amministrazione Comunale di Policoro per il prolungamento della mostra “Le tavole di Eraclea, tra Taranto e Roma”, inaugurata in occasione del 50° anniversario della fondazione del museo.
È evidente che nel lungo periodo di chiusura dei musei nessuno ha potuto “godere” della mostra, non si è potuto dare corso a iniziative finalizzate alla valorizzazione e promozione dell’attività. Prolungare la permanenza darebbe la possibilità di arricchire l’offerta culturale in un’ottica di attrattore turistico. AGRINSIEME manifesta anche la disponibilità a condividere con il polo museale della Basilicata iniziative mirate a valorizzare la permanenza delle tavole.
Le Tavole oltre che un documento fondamentale per comprendere la storia sociale, politica e economica del territorio della Siritide (così denominato dalla città più importante, Siris, fondata intorno al 675 a.C. sulla foce del fiume Sinni e dalle cui rovine venne fondata Herakleia), hanno un importante valore ecologico-agrario. Partendo dalle informazioni ambientali fornite dalleTavole è possibile introdurre l’indagine della produzione agrariadel territorio di Eraclea Jonica e di una preziosa premessa di tipoecologico. Forte l’interesse del mondo della rappresentanza agroalimentare lucana, non solo per un prolungamento della mostra ma per un rientro definitivo delle Tavole di Eraclea a Policoro, alla storia del cui territorio appartengono.
La mostra – che celebra il 50° anniversario della fondazione del Museo Archeologico Nazionale della Siritide – ruota attorno a un prestito straordinario: le Tavole di Eraclea, ritrovate nel 1732 nei pressi del fiume Cavone e conservate al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), considerate tra i più importanti documenti epigrafici della Magna Grecia.
Le due lastre di bronzo costituiscono il più importante documento iscritto della Magna Grecia. Incise sui due lati, in greco e in latino, permettono di ricostruire le trasformazioni della città di Herakleia dalla sua fondazione da parte di Taranto alla fine del V secolo a.C. fino all’acquisizione dello statuto di municipio romano, attribuito alla città, ormai Eraclea, nella prima metà del I a.C. L’iscrizione greca è un regolamento per la gestione dei terreni dedicati a Dioniso e ad Atena e per la loro redistribuzione a scopi produttivi; quella latina è un compendio di leggi municipali di età tardo-repubblicana. Le Tavole sono un documento fondamentale per comprendere la storia sociale, politica e economica del territorio della Siritide.
La mostra si propone di intrecciare la lunga tradizione classica di esegesi delle Tavole con i risultati delle indagini archeologiche dalla scoperta della famosa Tomba del Pittore di Policoro nel 1963 fino agli scavi e alle ricognizioni tuttora in corso nella città e nel territorio.
Allo stesso tempo l’esposizione costituisce lo spunto per evocare il fenomeno più recente della Riforma Fondiaria degli anni ‘50 del secolo scorso – per diversi aspetti vicino alle dinamiche che traspaiono dalle Tavole – ponendolo in parallelo con il concomitante avvio delle esplorazioni archeologiche nell’area, grazie all’azione lungimirante di DinuAdamesteanu, primo Soprintendente archeologo della Basilicata e fondatore del Museo.
In dialogo con le due Tavole sono esposti importanti e significativi reperti provenienti dalla chora, dalla città di Herakleia e da altri centri magno-greci, al fine di ricostruire la storia della città sia nei suoi rapporti con la madrepatria Taranto, sia nella sua articolazione con il territorio agricolo.
La mostra è organizzata dal Polo Museale della Basilicata in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata. Promossa insieme al Comune di Policoro.