Si svolge sabato 22 marzo la prima giornata della 33ª edizione delle Giornate FAI di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni.
Un’edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del FAI – fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate FAI di Primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.
Le Giornate FAI rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero. Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.
In Basilicata i siti del Fai sono aperti grazie all’impegno di Rosalba Demetrio, Presidente Regionale FAI Basilicata, Beatrice Volpe, Capo Delegazione FAI di Matera, Franca Digiorgio, Capo Delegazione FAI della Costa Jonica, Sabrina Lauria, Capo Delegazione FAI di Tricarico e della Lucania Interna, Paola D’Antonio, Capo Delegazione FAI Vulture Melfese Alto Bradano, Grazia Panetta, Capo Gruppo FAI di Pisticci e della Valle dei Calanchi, Giuseppina Troccoli del Capo Gruppo FAI del Lagonegrese, Carmelo Nicolò Benvenuto, Capo Gruppo FAI Giovani Delegazione di Matera e Liliana Riccardi, Delegata Regionale Comunicazione FAI Basilicata e Delegata Regionale Scuola FAI Basilicata.
I ciceroni che hanno partecipato alle Giornate FAI di Primavera sono gli studenti del Liceo Duni-Levi di Matera, dell’Itcg Loperfido-Olivetti di Matera, dell’Istituto Pentasuglia di Matera, dell’Istituto Turi-Morra di Matera, dell’Istituto Agrario “Briganti” di Matera, del Liceo Stigliani di Matera, dell’Istituto Comprensivo Fermi di Matera e dell’Istituto Bernalda-Ferrandina.
Marco Magnifico, Presidente FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, ha dichiarato: “Da oggi e senza incertezza anche noi del FAI dobbiamo avere ancora più chiaro che ogni nostra azione sociale ed educativa debba concorrere al rafforzamento di una comune coscienza europea e affido dunque a questa edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane – che esse virtualmente rappresentano – l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta, vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!”.
Tra le tante aperture proposte, alcune sono dedicate agli iscritti al FAI e a chi si iscriverà durante l’evento. Sono inoltre riaperti luoghi particolarmente apprezzati e visitati nelle scorse edizioni. Ad ogni visita sarà possibile sostenere la missione e le attività della Fondazione con una donazione.
Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale. Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.
Inoltre, fino al 30 marzo 2025 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali, Geny Communications e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da Convergenze e PosteMobile.
DI SEGUITO I 45 SITI APERTI IN BASILICATA
LE VISITE ORGANIZZATE DALLA DELEGAZIONE FAI DI MATERA
MATERA
Palazzo del Governo (Prefettura), che consentirà di apprezzare anche la pregevole quadreria, comprendete opere tra il XVII e XVIII secolo;
Antica Torre di Juso, bastione superstite delle fortificazioni normanne del Castelvecchio. Oggi utilizzato per ospitalità turistica;
Palazzo Porcari: una residenza nobile realizzata in più fasi tra XVII e XIX secolo nella contrada S. Eligio, nella fascia perimetrale della città barocca: Palazzo accuratamente conservato (anche nell’arredo originario) al suo interno, e che mantiene ancora un piccolo giardino sul fronte interno.
Chiesa di San Giuseppe, (Conservatorio delle “Monacelle” – 1594), con accesso ai “Matronei”, in origine riservati alle religiose ospiti del Conservatorio.
Azienda Digimat S.p.A (Area Industriale di La Martella), specializzata nella creazione di piattaforme digitali avanzate, di servizi di cybersecurity e digitalizzazione sostenibile;
Masseria Riccardi (Contrada “Igino”), a breve distanza dal Borgo la Martella architettura rurale del XVIII sec., esempio di azienda agricola moderna e sostenibile, del settore lattiero caseario.
I visitatori si possono spostare anche il cuore della Basilicata interna, nelle medie valli dei fiumi che la solcano, e sui loro versanti collinari, con le “aperture” organizzate dalla delegazione Fai di Tricarico e della Lucania interna.
ACCETTURA
Masseria Fazzano: esempio di architettura rurale fortificata, delle aree interne materane, dalle torrette cilindriche che denotano le sue funzioni di difesa oltre che di residenza e lavoro agricolo.
SAN MAURO FORTE
Piana del Melograno e del Mandorleto – Contrada “La Piana”: Antico ed illustre Borgo medievale, affacciato sulla vallata del torrente Salandrella, nel quale il FAI propone una passeggiata esperenziale nella piana collocata appena fuori dal Borgo, caratterizzata da piantagioni di mandorli (ora in fioritura) e melograni: un week end all’insegna della natura e della biodiversità.
TRICARICO
Museo di Palazzo Ducale: “Le vedute di Tricarico tra cento città rinascimentali”- Il Museo, collocato all’interno del Palazzo Ducale dei Sanseverino (sec. XIV), ospita oggi “le vedute”, preziosa collezione di incisioni fiamminghe, facenti parte della raccolta Civitates Orbis Terrarum di George Braun e Franz Hogemberg, stampata a Colonia tra il 1572 e il 1617, di recente donate al Museo stesso.
ALBANO DI LUCANIA
Bosco “Cupolicchio”, lago di S. Vitale ed Albero Padre: Il territorio di Albano di Lucania è caratterizzato da un paesaggio montuoso ricco di boschi, tra cui il bosco Cupolicchio; la nella zona meridionale del bosco, è ricca di sorgenti che alimentano pozze, stagni temporanei tra cui il Lago di S. Vitale. Notevole è l'”albero padre”, maestosa quercia di 416 cm di circonferenza e 28,50 metri di altezza: una delle piante più imponenti e affascinanti della zona.
PIETRAPERTOSA
“Horus” e le Scalelle: Pietrapertosa (Provincia di Potenza) uno dei “Borghi più belli d’Italia”, inserito nel cuore del Parco delle Dolomiti Lucane. “Horus” è un’installazione scultorea permanente, in acciaio cor-ten e oro zecchino, semovente per effetto del vento, realizzata da Mauro Magni, collocata come una vedetta sulle alture di Pietrapertosa, a guardia del paesaggio, della natura. Horus si raggiunge percorrendo le “scalelle” ragnatela ed “anima” dei percorsi urbani di Pietrapertosa, simbiosi tra il paese, i suoi abitanti, le sue rocce.
SAN CHIRICO NUOVO
Santuario di San Chirico: il sacro e l’acqua: portato alla luce negli anni ’90, in una vallata sottostante il borgo di S. Chirico; santuario dedicato al culto di Artemide, Demetra ed Afrodite, risalente al V-IV secolo a.C.
FERRANDINA
La Madonna dei Mali: Nei pressi di Ferrandina, sulla strada che attraversando i declivi che scendono verso la valle del Basento, si incontra l’austera cappella rurale della “Madonna dei Mali”, edificata intorno alla metà del XVI sec: una delle più belle chiese rurali della Basilicata, che ospita un ciclo di affreschi attribuiti a Pietro Antonio Ferro, risalente agli inzi del XVII sec.
Il percorso continua quindi in direzione dei suggestivi paesaggi calanchivi della Media Val d’Agri, con le “aperture” organizzate dal gruppo Fai di Pisticci e della valle dei calanchi:
CRACO
Rovine di speranza: Craco nel cinema: Craco, suggestivo “paese fantasma”, è una location ideale per film, spot e cortometraggi grazie alla sua atmosfera unica e surreale. Il complesso monastico di San Pietro, le cui terrazze offrono una vista spettacolare sul borgo, ospitano un percorso guidato sulle principali produzioni filmiche qui realizzate.
MONTALBANO JONICO
Chiesa di Santa Maria dell’Episcopio: Chiesa risalente alla metà del XVI sec., e ricostruita nel XVIII sec., oggi Chiesa Madre di Montalbano, ricca di tesori artistici.
Chiesetta della Madonna del Carmine: originariamente Cappella gentilizia della famiglia Troyli, sorge in Corso Carlo Alberto, storica via principale di Montalbano Jonico, all’interno delle mura cinquecentesche.
PISTICCI
Chiesa di S. Rocco: viaggio tra storia e spiritualità: La chiesa di San Rocco sorge nella centrale piazza Plebiscito. La Chiesa originaria (XVII sec.), dedicata al Santo Patrono che nel 1656 salvò Pisticci dalla peste, fu demolita nel 1930 per problemi strutturali.
Al suo posto fu costruita l’attuale Chiesa di San Rocco, progettata negli anni’30 dall’architetto pisticcese Bruno Ernesto Lapadula: un pregevole esempio di architettura italiana del ventennio fascista.
MARCONIA
Piazza Elettra e Chiesa di S. Giovanni Bosco: Marconia, nata nel 1938 come “Villaggio Marconi” fu voluta dal regime fascista come centro operativo della colonia confinaria di Bosco Salice; la sua Piazza Elettra, è dedicata alla figlia di Guglielmo Marconi. Realizzata nel 1940, rappresenta un esempio di “piazza rurale” fascista del quale rispetta i canoni architettonici: uno spazio porticato, torre littoria, edifici pubblici (Casa comunale, l’Ufficio postale, la sede della Gioventù Italiana del Lavoro, ecc. Solo tra il 1955-58 fu realizzata la chiesa intitolata a San Giovanni Bosco.
TURSI
La Via dei Mestieri: Piazza S, Maria d’Anglona: La Via dei Mestieri è un percorso che si sviluppa nel cuore del centro storico del paese, che racconta la vita e il lavoro delle comunità di un tempo, alla ricerca degli edifici degli antichi mestieri, come frantoi, mulini, fucine e botteghe: un viaggio tra tradizioni e abilità artigiane tramandate nei secoli che svela i segreti di una comunità legata al lavoro manuale e alla creatività.
ALIANO
(Delegazione Fai di Tricarico e Lucania interna)
Carlo Levi nei ricordi di Alianello Vecchia ed i Calanchi: borgo disabitato (Ghost Town) edificato proprio su uno sperone roccioso (Calanco) nel tardo medioevo. Luogo naturalistico di notevole interesse geologico, costituendo fondale marino primordiale, con formazioni calanchifere che assumono forme da “paesaggio lunare”. Attraverso i racconti e aneddoti dei suoi abitanti, verrà ricordato Carlo Levi, che ad Aliano, nel 1935, ha trascorso il suo confino.
Il percorso, si dirige infine verso le terrazze sabbiose che progressivamente degradano in direzione dell’ampia piana costiera jonica: le visite, organizzate dalla delegazione Fai della costa jonica, interesseranno sia i centri urbani adagiati ai margini delle terrazze, e sia le loro “filiazioni” costiere (nuovi borghi e città) costituenti il paesaggio della Bonifica e Riforma che nel 2° dopoguerra ha radicalmente trasformato la piana in un moderno e vivace comprensorio produttivo agricolo-turistico: la “Nuova Magna Grecia”.
BERNALDA
Castello di Bernalda: in origine torre normanna di avvistamento fluviale (Valle del Basento), svi oluppatasi poi (XV sec.) in un impianto fortilizio quadrangolare 20×20, ampliato e rimodulato dal feudatario Bernardino de Bernaudo. L’ultimo ampliamento, testimonia il passaggio dei duchi spagnoli “Navarrete”, che diede al maniero l’aspetto di un palazzo ducale del XVIII sec. come si evince dal fronte principale sulla piazza.
Centro Storico di Bernalda, tra storie e leggende: caratterizzato da impianto urbano originario di tipo ippodameo, che si ripete ed estende anche nella ottocentesca espansione “murattiana” fuori dalle mura, caratterizzata dalle tipiche “casedde” contadine, ma anche dai palazzetti borghesi che si affiancano lungo il “cardo” sviluppato in due segmenti: dalla Piazza della chiesa Matrice e del Castello, fino alla Porta del Borgo fortificato; di qui riprende con un ampio vialone (il “corso”) che denota nella sua interezza la città sviluppatasi tra XIX e XX secolo
NOVA SIRI
Alla scoperta del Centro Storico di Nova Siri: borgo medievale arroccato su un colle, in posizione panoramica a dominare la pianura di Metaponto, dominato dalle sagome della cinquecentesca chiesa madre e del castello medioevale.
POLICORO
I Luoghi della Riforma Fondiaria, Piazza Eraclea: Primo nucleo della “città della Riforma” sviluppatasi ai piedi del Castello Berlingeri, ed all’acropoli della magno greca “Erakleia”. Ancora oggi piazza Eraclea resta il cuore pulsante della città: luogo di ritrovo, con le sue attività ricettive, e sede di importanti servizi pubblici tra i quali il Museo multimediale della Riforma Fondiaria, collocato all’interno del Palazzo Comunale della Borgata originaria.
Palazzo Baronale: Situato alla testa di una lunga terrazza che domina il bacino estuariale dell’Agri, avendo alle spalle i resti della città magnogreca di Herakleia, rappresenta l’ultima testimonianza di un grande latifondo ecclesiastico prima e feudale poi, espropriato dalla Riforma Fondiaria, negli anni cinquanta del Novecento. Ai suoi piedi si colloca la borgata dei “casalini” che ospitava i lavoranti del feudo, e la Chiesa della madonna del Ponte.
ROTONDELLA
Collezione di monete di Palazzo Ielpo: Nicola Ielpo, nato a Rotondella nel 1936, divenuto tra il 1979-99 direttore della Zecca di Stato, dispose che dopo la sua morte la sua preziosa collezione di monete provenienti da più di 50 Paesi del mondo, venisse consegnata al Comune di Rotondella per farne un “Museo Numismatico”; cosa che è avvenuta nel 2023. La visita consentirà inoltre di immergersi nel particolare inviluppo insediativo del centro storico, di quello cha viene definito il “Balcone dello Jonio”.
SCANZANO JONICO
Palazzo Baronale: il Palazzaccio: Il Palazzo Baronale, oggi sede del Comune, è un edificio feudale a pianta quadrata con corte interna e torre merlata. Annessa c’è una piccola cappella della “Théotokos” (Madre di Dio). L’ imponenza della struttura emerge con una facciata riccamente decorata da ornamenti scolpiti e dettagli architettonici raffinati.
VISITE ORGANIZZATE DALLA DELEGAZIONE FAI DI POTENZA
POTENZA
Palazzo della Provincia: Uno degli edifici istituzionali che si affiancano nella Piazza Mario Pagano: cuore della città storica. La visita riguarderà, oltre che il Palazzo e le opere d’arte che ospita, anche il ruolo contemporaneo della Piazza, di recente riqualificata.
Teatro Stabile, unico teatro storico e lirico della regione, progettato dall’ingegnere Gaetano De Giorgio nel 1838 è in stile neoclassico ed ha un impianto architettonico e funzionale derivato dal Teatro San Carlo di Napoli. (GRUPPO FAI GIOVANI – POTENZA)
Centro Storico da porta S. Luca a Caserma Petruccelli: asse storico e assai conosciuto della città antica, sul quale si collocano importanti testimonianze della storia della città: dalla Torre Guevara, al Palazzo Bonifacio, alla Porta di S. Luca.
BRINDISI MONTAGNA
Grancia di San Demetrio – Foresta Grancia: originariamente dedicata a Santa Maria dell’Acqua Calda, nel 1505 fu eretta dai padri Certosini di Padula a Grancia (cioè azienda rurale) al cui interno era collocata una Cappella intitolata a San Lorenzo. La Grancia, situata in un contesto rurale ricco di storia, rappresenta una straordinaria testimonianza del passato agricolo e monastico del sito.
CANCELLARA
Convento dell’Annunziata: seicentesco Convento dei Minori Riformati. Tra gli elementi architettonici e pittorici all’interno spiccano l’Annunciazione (1613) dipinta da Giovanni Balducci detto il Cosci, e le pitture murali contenute sugli archi lapidei, attribuite a Giovanni de Gregorio detto il Pietrafesa.
TITO: Torre di Avvistamento di Satrianum – torre normanna, edificata in posizione strategica per il controllo del valico di Brienza e l’antica via Herculea.
Le “aperture” si spostano quindi nel territorio a nord del capoluogo (Vulture-Alto Bradano), organizzate dalla delegazione Fai Vulture Melfese ed Alto Bradano, con le visite di:
AVIGLIANO
Castello di Lagopesole, costruito probabilmente in epoca normanna (XI secolo), ma completato dall’imperatore Federico II di Svevia e dal figlio Manfredi, re di Sicilia. Passato poi, sotto il dominio feudale, alla casata Caracciolo (1416) e, nel 1531 ai Doria.
Riserva Naturale Antropologica “Coste Castello” comprendente il Castello di Lagopesole e le pendici che lo circondano, per una superficie di 25 ettari, quasi interamente boscati.
GENZANO DI LUCANIA
Chiesa e Monastero della SS. Annunziata: uno dei più antichi insediamenti francescani della Basilicata, fondato nel 1321 da Aquilina di Monteserico; demolito e ricostruito a metà del Trecento da Roberto Sanseverino, ampliato dopo il Concilio di Trento. Da metà del secolo scorso è in disuso e abbandonato
Si scende quindi più a sud, nell’Alta Val d’Agri con le visite organizzate dal gruppo Fai dell’Alta Val d’Agri:
MARSICO NUOVO
Cascate di Vallone Melaggine – (Pergola): un’esperienza unica per chi desidera immergersi in una natura incontaminata e primordiale;
MOLITERNO
Chiesa del Rosario: Seicentesca Chiesa a tre navate, annessa al Convento Domenicano di Grancia della Serra;
SANT’ARCANGELO
Chiesa di San Rocco: annessa al diruto Convento dei Minori Riformati, custodisce preziose opere pittoriche, tra cui il grande polittico barocco napoletano dell’Altare Maggiore, fusione perfetta di pittura, scultura e architettura.
Spostandosi ancora più a sud, si raggiungono le falde del massiccio del Pollino con la visita a:
CASTELLUCCIO INFERIORE
Coro, Sacrestia e Oratorio della Chiesa di S. Nicola Di Myra: Chiesa d’origine medievale, soggetta ad ampliamenti tra la fine del XVI sec. e l’inizio del XVII; notevoli i tre ambienti del Coro, Sacrestia ed Oratorio, arricchiti da bellissime tarsie lignee, opera di artigiani locali. (gruppo Fai Giovani Potenza)
TERRANOVA DI POLLINO
Sulle tracce di Italus: sentiero del Parco Nazionale del Pollino: che offre un itinerario tra storia, cultura e natura, seguendo per un tratto un vecchio tracciato ferroviario per il trasporto del legname realizzato nel primo decennio del XX sec. (DELEGAZIONE FAI POTENZA). Infine il percorso conduce i visitatori ancora più a sud, in direzione della valle del Noce e della costa tirrenica, con le visite organizzate dal gruppo Fai del Lagonegrese.
LAGONEGRO
San Nicola di Bari e Centro Storico di Lagonegro: visita ad un centro urbano la cui storia risale all’epoca romana, ed al suo ricco patrimonio culturale, tra cui la Cattedrale intitolata a San Nicola di Bari
RIVELLO
Complesso Monumentale di Sant’Antonio: Convento che affonda le sue radici nei movimenti basiliani, passato successivamente ai Benedettini, ed infine (XVI sec.), ai Minori Riformati (S. Antonio): scrigno di architettura ed arte religiosa.
MARATEA
Piccole Gemme del Borgo: percorso di visita nel borgo di Maratea, alla scoperta dell’atmosfera autentica del paese, della sua architettura storica, i vicoli pittoreschi e le Chiese che l’arricchiscono: dalla Chiesa del Rosario, a Sant’Anna, alle tracce di quella di San Pietro.
Basilica di S. Biagio e Statua Del Redentore – Monte San Biagio: simboli emblematici della città di Maratea, incastonata nella splendida cornice della costa tirrenica lucana
Con la Statua del Redentore, vero e proprio “marcatore territoriale” della costa tirrenica lucana, lasciamo la Provincia di Potenza e ci inoltriamo in quella di Matera, partendo proprio dal capoluogo Matera: città dalla straordinaria stratificazione urbana storica, incastonata in un inviluppo di forre e strapiombi (“gravina”), che sezionano le terrazze calcaree della Murgia pugliese occidentale; ma città inevitabilmente affacciata sul più dolce paesaggio vallivo lucano, dai versanti argillosi che degradano spesso in “calanchi” rugosi, per stemperarsi infine nella vasta piana alluvionale della costiera jonica.
Di seguito alcune delle aperture più interessanti in Basilicata
MATERA
Palazzo della Prefettura
Nel cuore della Città, in Piazza Vittorio Veneto, il Palazzo della Prefettura di Matera ha sede nell’antico Convento dei Frati Predicatori dell’Ordine di San Domenico. Costruito ai margini della cinta muraria della città, lungo la zona detta dei “Foggiali”, storici e cronisti locali ne collocano l’edificazione entro la prima metà del XIII secolo, ascrivibile all’opera e alla predicazione del Beato Nicola Paglia da Giovinazzo, discepolo di San Domenico. In seguito alla soppressione degli Ordini religiosi, nell’Ottocento, il convento fu abbandonato. Elevata Matera a capoluogo di provincia nel 1927, il Convento di San Domenico divenne sede della Prefettura di Matera. Gli spazi interni furono così adattati alle esigenze di rappresentanza, ma anche alle necessità degli uffici governativi. Accanto all’appartamento privato del Prefetto, sono conservati dipinti di notevole importanza storica e artistica, provenienti dalle collezioni delle famiglie Nugent, Formica, Doria. In occasione delle Giornate di Primavera è possibile apprezzare la struttura dell’edificio, a partire dal chiostro, e conoscerne la storia. Di grande interesse la quadreria, con opere principalmente del XVII e XVIII secolo. Nel complesso, spicca inoltre la bella chiesa romanica, chiusa da anni.
ALIANO
Carlo Levi nei ricordi di Alianello Vecchio e i Calanchi
I Calanchi – luogo naturalistico di grande interesse geologico – sono situati nel Comune di Aliano, luogo in cui vi fu una fiorente colonia greca e paese di confino di Carlo Levi, a cui è dedicato l’itinerario proposto in occasione delle Giornate FAI, a cinquant’anni dalla sua morte. Sarà possibile fare una passeggiata alla scoperta di questa estensione notevole di un fondale marino primordiale con formazioni calanchifere, che ricordano un paesaggio lunare. Nei dintorni, si potrà vedere anche il borgo abbandonato di Alianello Vecchio, edificato su uno sperone roccioso: le notizie documentali ne fanno risalire la nascita al tardo Medioevo, ma ritrovamenti di tombe risalenti agli Enotri fanno ipotizzare un’origine più antica, databile all’Età del Ferro. Il borgo, un tempo abitato da una comunità coesa e dinamica, ospitava botteghe artigiane e laboratori dove avveniva la lavorazione e trasformazione delle materie prime in prodotti alimentari di altissima qualità, legati alle fiorenti produzioni agricole e all’allevamento locale. Oggi questi luoghi disabitati sono spesso scelti come set cinematografici. Il percorso, adatto a tutti, sarà di circa 3 km, e vedrà la presenza della poetessa Laura Sposato che accompagnerà i visitatori con le sue poesie; sono necessari scarpe e abbigliamento comodo e acqua.
TURSI
La via dei mestieri
Situata su una collina nella valle del fiume Agri, Tursi conserva nel suo antico abitato storico, Rabatana, un’atmosfera d’altri tempi con tracce di influenze arabe, grazie alle sue case in pietra, grotte e vicoli. L’economia del paese è, da tempi remoti, fondata sulle produzioni agricole come frutta, vigneti e ulivi e fino agli anni ’70 Tursi ospitava nel centro storico frantoi, mulini e botteghe artigianali ora chiusi, ma ancora simbolo culturale. La Via dei Mestieri è un percorso che racconta la vita e il lavoro delle comunità di un tempo, un viaggio tra tradizioni e abilità artigiane tramandate nei secoli che svela i segreti di una comunità legata al lavoro manuale e alla creatività. Gli edifici degli antichi mestieri, progettati con architetture essenziali e funzionali, sono costruiti con materiali locali come pietra, legno, mattoni e riflettono uno stile rustico e autentico. Soffitti con travi a vista e pavimenti in pietra o terracotta custodiscono le tracce di vite laboriose. Lungo il percorso, ogni dettaglio racconta storie dimenticate, che Giornate FAI intende portare alla luce. L’appuntamento è in Piazza Maria SS. di Anglona, da cui si raggiugerà Piazza Plebiscito, con la Chiesa di San Filippo Neri, costruita nel 1661 su volere di Mons. De Luca. Da qui, ogni angolo del borgo racconta una storia: a sinistra si trova la Casa Museo di Albino Pierro con il vecchio frantoio sottostante; a nord, la bottega del fabbro rimasta intatta nel tempo; proseguendo lungo via Cristoforo Colombo, si incontra l’ultimo mulino che ha funzionato fino agli anni ’80. Nei pressi della Cattedrale della SS. Maria Annunziata sarà possibile visitare un antico frantoio, scoprire le fasi di lavorazione dell’olio e degustarne le eccellenze, immergendosi nella tradizione contadina.
POTENZA
Teatro Francesco Stabile
Nel cuore del centro storico di Potenza, l’unico teatro storico e lirico della regione, intitolato al compositore Francesco Stabile, è una delle più importanti testimonianze architettoniche della città. Già dal 1806, anno in cui Potenza divenne capoluogo di Provincia, cominciò a farsi strada l’idea di un teatro degno del nuovo ruolo amministrativo. La sua costruzione tuttavia, avviata nel 1838 e completata nel 1878, fu segnata da quarant’anni di difficoltà economiche e revisioni tecniche, da terremoti e mutamenti storico-politici importanti. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 26 gennaio 1881, alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita, per divenire rapidamente il fulcro della vita culturale cittadina ospitando opere liriche, spettacoli e concerti. Realizzato in stile neoclassico, non mancano elementi architettonici eclettici. I modelli di riferimento furono il Teatro San Carlo di Napoli e il Teatro alla Scala di Milano. L’interno è impreziosito da magnifiche decorazioni, opera di maestranze di scuola milanese e napoletana. Tra gli artisti spicca Luigi De Luise, autore del velario raffigurante l’Apoteosi di Pitagora sul soffitto della platea, simbolo dell’armonia tra arte e conoscenza, tema tipico dell’immaginario neoclassico e romantico del tempo. Gli stucchi e le decorazioni, di raffinata fattura, completano l’atmosfera elegante e solenne del teatro. L’apertura prevede una visita narrata attraverso gli ambienti più significativi del teatro, dal foyer alla sala del pubblico fino al ridotto. Saranno inoltre accessibili la prestigiosa Sala degli Specchi e le stanze dedicate all’illustre compositore Ruggero Leoncavallo. Non mancherà un approfondimento sui recenti lavori di restauro e, per l’occasione, i visitatori potranno assistere alla proiezione di un visual podcast sulla storica inaugurazione del teatro.
GENZANO DI LUCANIA
Chiesa e Monastero della Santissima Annunziata
Il complesso monastico di S. Maria Annunziata si trova nella zona più antica di Genzano, non lontano dal tratto lucano dell’Appia Antica, e domina un promontorio circondato da tre profondi valloni, che offre una vista panoramica sull’antico fonte di Capo d’Acqua e sul Monte Vulture. Si tratta di uno dei più antichi insediamenti francescani della Basilicata, fondato nel 1321 da Aquilina di Monteserico; dopo la demolizione e la sua ricostruzione a metà del Trecento grazie a Roberto Sanseverino, il complesso subì modifiche e ampliamenti in seguito al Concilio di Trento, con lavori che continuarono fino alla metà del XVIII secolo. Fu abitato dalle religiose dell’Ordine di S. Chiara fino al 1905, quando passò in proprietà al Comune, per essere adibito a usi civili. Da metà del secolo scorso, però, permane in disuso e abbandonato. Durante le Giornate FAI il pubblico, accompagnato dai volontari dell’Associazione dell’Annunziata e dagli Apprendisti Ciceroni dell’I.I.S.S. “E. Majorana” di Genzano, avrà l’opportunità di visitare la Chiesa e il cantiere di restauro dell’organo settecentesco, il chiostro, il giardino e alcuni ambienti del Monastero, da più di ottanta anni chiusi al pubblico. La visita permetterà di immergersi in un magnifico scenario storico e paesaggistico, che spazia dalle grotte ipogee scavate nell’arenaria nei Valloni all’area naturalistica dell’antico Fonte di Capo d’Acqua. Con ben 10.481 voti, il complesso è stato scelto come il primo Luogo del Cuore in Basilicata e il ventunesimo nella graduatoria nazionale del Censimento FAI del 2022.
TERRANOVA DI POLLINO
Parco Nazionale del Pollino: sulle tracce di Italus
Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, le Giornate FAI propongono un itinerario che unisce la maestosità della natura alla suggestione della storia. L’area, che si estende tra le vette più alte dell’Appennino meridionale, è caratterizzata da un paesaggio straordinario, in cui le rocce calcaree si alternano a foreste e praterie. A dominare l’orizzonte è il maestoso pino loricato, l’albero più antico d’Europa, che con i suoi 1230 anni è assurto a simbolo del Parco e icona di resistenza alle avversità. Il percorso si snoda attraverso ambienti ricchi di biodiversità e raggiunge il sito di Pietra Castello, che offre una vista emozionante sulle vallate sottostanti. Il sentiero segue per un buon tratto l’antica Rueping, un vecchio tracciato ferroviario per il trasporto del legname realizzato nel primo decennio del XX sec. Questo impianto rappresentava il cuore pulsante dell’industria forestale locale, gestendo la lavorazione del legno pregiato proveniente dalle foreste del Pollino. I due grandi supporti tecnologici della Rueping furono i tracciati ferroviari, percorsi ininterrottamente da trenini, e le efficienti teleferiche. In quest’area del Parco si trovano ancora tracce delle antiche strutture utilizzate per il trasporto del legname, testimonianze di un passato in cui il bosco non era solo un elemento naturale, ma anche una risorsa essenziale per la sopravvivenza e lo sviluppo delle comunità locali.
APERTURA DEI MATRONEI DELLA CHIESA DI S. GIUSEPPE ALLE MONACELLE A MATERA
Gruppo Fai giovani delegazione di Matera – Capo Gruppo Carmelo Nicolò Benvenuto
L’apertura dei Matronei della Chiesa di S. Giuseppe alle Monacelle, attualmente ospitati dalla Fondazione “Le Monacelle” nel corso delle Giornate FAI di Primavera consentirà ai visitatori di accedere a uno dei luoghi più suggestivi della Civita di Matera, da una prospettiva segreta e inedita. I Matronei, infatti, non sono stati per lungo tempo pienamente fruibili, ma tornano ora a raccontare la loro storia grazie alle narrazioni degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Artistico dell’IIS Duni-Levi di Matera. I Matronei sono, infatti, uno scrigno segreto e inesplorato che custodisce gelosamente al suo interno una quantità significativa di opere pittoriche di grandissimo interesse storico, artistico e culturale.
Parallelamente all’apertura del Matroneo, le Giornate FAI di Primavera ospiteranno un evento speciale di grande prestigio, che illustrerà il restauro in corso da parte dell’Istituto Centrale per il Restauro di un magnifico affresco raffigurante l’Ultima cena che è situato all’interno della struttura delle Monacelle. Le Giornate FAI di Primavera rappresenteranno dunque il primo momento, in assoluta anteprima, di “condivisione” con la città di questo importante restauro. Se i luoghi sono fatti di storie, il restauro è il primo di gesto di cura nei loro confronti, il Gruppo FAI Giovani di Matera intende fare del racconto di questo luogo un modo per farne rivivere lo spirito.
La fotogallery della prima giornata di Fai Primavera (foto www.SassiLive.it)