Alessandro Soranzo, ricercatore del Dipartimento di Fisica di UniCal, ha spiegato agli studenti dell’Istituto del Designi di Matera uno degli enigmi più grandi della storia dell’Arte. Di seguito i particolari e la fotogallery.
Perché l’aspetto di Monna Lisa cambia facendola apparire alle volte contenta e altre malinconica? Lo rivela Alessandro Soranzo, ricercatore da poco in forze all’Università della Calabria, nel Dipartimento di Fisica, ospite ieri mattina all’Istituto del Design di Matera guidato dal Direttore Pasquale Domenico Toce.
Soranzo ha incontrato gli studenti e le studentesse del corso di laurea triennale in Design, su invito della Prof.ssa Maria Sinatra di Elementi di morfologia e dinamiche della forma, nonché Direttrice dell’indirizzo, e ha svelato loro i segreti che si celano nella sottile ambiguità del sorriso della Gioconda. Un enigma che è tra i motivi che stanno alla base dello straordinario successo dell’opera di Leonardo, su cui si sono interrogate generazioni di spettatori e studiosi proponendo varie interpretazioni del fenomeno.
Davanti a una platea attenta e curiosa, dopo aver esposto alcuni principi di psicofisica e le principali illusioni ottiche, Soranzo ha esposto la sua interpretazione (disponibile qui) fondata sulla teoria psicologica dell’organizzazione percettiva, spiegando come la modalità di rappresentazione della parte della bocca della donna raffigurata nel celebre dipinto giochi un ruolo fondamentale nell’espressione percepita.
“L’espressione della Monna Lisa – afferma, infatti – è determinata dal modo in cui le caratteristiche visive sono organizzate percettivamente. In particolare, l’attenzione è rivolta al modo in cui la regione sfocata e scura, realizzata artisticamente, che incornicia la parte superiore delle labbra, definita qui come “tocco artistico di ambiguità”, si organizza percettivamente con la bocca”.
Al centro dell’indagine c’è, dunque, la regione sfumata che incornicia la parte superiore delle labbra, che si ipotizza influenzi l’espressione percepita a causa dell’organizzazione percettiva. È proprio la visibilità dei dettagli dell’area intorno alla bocca a influenzare la percezione di contentezza o malinconia dell’enigmatico sorriso. Mediante modifiche sistematiche delle riproduzioni della Gioconda, gli esperimenti mostrano come le variazioni percettive del “tocco artistico di ambiguità” portino a cambiamenti significativi nell’espressione percepita. Questi risultati sottolineano il ruolo chiave dei principi psicologici nel dare forma alle espressioni ambigue nella Gioconda e si estendono ad altri ritratti di Leonardo, ovvero La Bella Principessa e la Scapigliata.
Dopo oltre vent’anni di lavoro in Inghilterra come professore di psicologia cognitiva, Soranzo è di rientro in Italia, dove, ricco del bagaglio accademico precedente, continua a indagare le curiose intersezioni tra arte e psicologia. Già qualche anno fa aveva catturato l’interesse dei media internazionali dimostrando in un articolo su Vision Research che il sorriso più famoso e insieme enigmatico della storia dell’arte era stato già dipinto da Leonardo ne La bella principessa, nel 1495, circa dieci anni prima del suo dipinto più celebre.
Questo è solo il primo degli eventi che animeranno il percorso di studi del corso di Design, presto l’Istituto accoglierà nuovi ospiti e nuove prospettive di crescita culturale e professionale per i propri studenti e non solo.