Antonella Pagano: “E’ l’arte la via del bene”. Di seguito la nota inviata dalla poetessa materana Antonella Pagano.
Ero diretta allo storico Teatro Tordi Nona in Roma e già il cuore rinviava palpiti danzanti, quando appena sulle scale m’imbatto nel direttore Renato Giordano e nella Signora Mininni, organizzatrice di eventi, e con loro una donna molto bella nei suoi anni e nei capelli stupendamente bianchi e magnificamente acconciati. Tutto di lei narrava, finanche oltre le parole! Dora Bittau mi viene presentata dalla Signora Mininni, curatrice della Mostra antologica. La Nikolova Bittau è donna iconica, vieppiù la sua iconografia bizantina in quella veste che ha conferito ai miei palpiti una nuova e piu’ significante danza, atteso che gia’ reco nell’anima i tratti di arte bizantina vissuti da sempre nella mia citta’: Matera. Sara’ Dora a condurmi per mano e dirmi, sa Antonella mi sono immersa in un set del IX secolo, ho navigato, nuotato e volato dentro antichi documenti; indagato personaggi di enorme significato storico, culturale, spirituale. Mi e’ stata utilissima la molto lunga esperienza di scenografa e costumista nel cinema, in televisione e nei principali teatri della Bulgaria; preziosa la frequentazione degli scritti di Shakespeare, Gogol, Brecht, Bulgakov e, immensamente ispiratrice la valenza cosmopolita dei due uomini del X secolo, Cirillo e Metodio. Cammino tra le sue magnifiche opere, di grandi dimensioni, molte riprodotte dagli originali sparse nei cinque continenti. Eccomi davanti alla storica impresa culturale di Cirillo e Metodio, tele monocromatiche che muovono l’aria e l’anima. “Dora nasce maestra del colore e dipinge secondo precetti classici ma animati da tonalita’ particolarmente vive” legge dal catalogo la Signora Mininni mentre si unisce a noi. Ho voglia di dire che Dora forse e’ anche tessitrice; un prezioso telaio con cui tesse tele e colori intrecciandovi filamenti preziosi di vitalita’ tutta sua personale. Insomma, la sua peculiare vitalità, sensibilità e spiritualità sono i propellenti che le hanno permesso di rivitalizzare il patrimonio dell’antica scuola bizantina. Nei soggetti medievali sa finanche amalgamare il Rinascimento. Tutto e tutti i mille personaggi sono modellati plasticamente. Inoltre, il sapiente passare da un genere all’altro dichiara inequivocabilmente il bagaglio infinito di conoscenza. “In Dora c’è l’intensità di una spiritualità che cancella la storia per crearne una nuova fatta di stratificazioni secolari, metabolizzate e riformulate in modo originale”- riferisce il Giordano direttore della scatola magica e vibrante che e’ il Teatro Tordi Nona. Nel trattare con solenne maestosità i fratelli Cirillo e Metodio, Dora Bittau ne enuncia la statura umana e culturale, quindi ci trasporta nell’alfabeto che i due grandi uomini di Salonicco coniarono, il Glagolitico, in seguito sostituito dal Cirillico (utilizza l’alfabeto greco con l’aggiunta di vari grafemi per i suoni tratti dall’onciale greca del IX secolo). I due Fratelli, Santi, creatori dell’alfabeto slavo, ce li presenta proprio mentre mostrano la pergamena con il Glagolitico. La pergamena era un materiale assai costoso, pertanto veniva usata piu’ volte. I vecchi testi venivano cancellati per poterci scrivere i nuovi palinsesti. Questo ha consentito di datare cronologicamente il succedersi dei due alfabeti. Dinanzi al mio inesausto interesse per gli alfabeti, il palpito si e’ fatto galoppante. Il Glagolitico è bello, paiono grappoli d’uva, complesso da usare ma bello. Ed eccomi dinanzi ai sovrani bulgari medievali in un trittico che mi calamita a tal punto che quasi non sento piu’ Dora. Visitare in un Teatro cosi’ denso di storia, nelle stanze in cui Pirandello ha respirato, una mostra cosi’ densa e’ come perdere peso e galleggiare nell’aria anch’essa densa…approdo cosi’ dinanzi al mercato degli schiavi a Venezia e poi l’intensità di quanto rinviano le pareti del teatro, i colori, la materia composta dalla straordinaria artista, le sue stesse parole mi catapultano dinanzi a Boris I, il re bulgaro. Il trittico è in un monocromo d’un rosso che accende l’anima…quivi leggo: “Sono nudi senza Libri tutti i popoli, non potendo lottare senza armi con il nemico delle nostre anime (da Prolegomeni al Vangelo). Riguadagno l’equilibrio, ma solo per poco, poichè la Signora Mininni mi chiama al cospetto di Simeone I, il re bulgaro del secolo d’oro della cultura bulgara, quindi dal prezioso catalogo legge:”…il Filosofo diffondeva il vangelo senza nessuna ricompensa, non prese niente ne’ dal principe Rostislav, nè da Kotzel, ne’ oro ne’ argento e nessun altra cosa, chiese unicamente a tutti e due la liberazione di 900 prigionieri” (I prigionieri liberati dai Ss. Cirillo e Metodio, i due grandi uomini che seppero far colloquiare l’Oriente con l’Occidente). “Ogni sua tela rinvia gioia e dolore, gloria e sconfitta. Una galassia di diverse tonalità che compongono ogni colore e lo fanno vibrare. Le figure sono quasi scolpite con la materia” cosi’ ha scritto Nelly Nikolova Prof. PhD. Architetto, nel prezioso catalogo che conservero’ molto gelosamente. L’Oriente e l’Occidente sapranno ancora colloquiare!