Rosanna Travascia: “Artemisia Gentileschi (Roma, 8 Luglio 1893-Napoli, 31 Gennaio 1654): Artemisia Gentileschi, una donna d’altri tempi”. Di seguito la nota integrale.
Oggi, Google celebra l’anniversario della nascita di Artemisia Gentileschi, una delle più celebri pittrici italiane di scuola caravaggesca, che all’età di 18 anni subì lo stupro da parte di Agostino Tassi, pittore e amico del padre. Agli inizi del 1600, il coraggio della denuncia fu seguito da un iter giuridico e sociale che divenne per lei stessa un martirio. Durante il processo, la giovane fu sottoposta a torture fisiche alle mani, che, strette a delle corde e tirate, rischiarono di perdere l’uso delle dita, danneggiando la sua carriera artistica. Artemisia, mai, ritrattò la sua posizione, ma calunnie e diffamazioni arrivarono ad accusarla di rapporti incestuosi con il padre, oltre a una condotta promiscua che ne macchiò l’onore. Dopo lo stupro, aveva accondisceso alle richieste di Tassi solo perché era convinta che lui l’avrebbe sposata. Infine, la giustizia arrivò a condannare il suo carnefice a otto mesi di carcere ma Tassi fu accusato di diversi altri reati tra cui quello di essere il mandante dell’omicidio della moglie. Artemisia dovette lasciare Roma e sposare un artista fiorentino, Pierantonio Stiattesi, un matrimonio per mettere a tacere le lingue. A Firenze fu la prima donna ammessa all’Accademia delle Arti del Disegno. Nel 1621, lasciò il marito e tornò a Roma con le due figlie; si trasferì a Napoli, dedicandosi in modo intenso alla pittura ispirandosi allo stile di Caravaggio, amico del padre. Finalmente la sublime pittrice, moglie, madre, amante e grande guerriera trovò il suo equilibrio. Alcuni suoi quadri sono simbolici: in Susanna e i vecchioni, c’è chi vede il padre e il suo aggressore, Tassi. Nella Giuditta e Oloferne, opera di grande violenza, alcuni leggono il desiderio di vendetta della donna contro il suo stupratore.
Nel 1600, la valente pittrice rappresentò un’icona simbolo del femminismo la quale diede brillantemente prova della sua indole fiera e risoluta e seppe far fruttare il suo talento versatile. Nei suoi dipinti, pittura, colore e impasto si intersecano, sono evocate sfumature cromatiche squillanti della sua tavolozza, le luminescenze seriche e l’attenzione perfezionistica per la realtà dei gioielli e delle armi: un paradigma della sofferenza, dell’affermazione e dell’indipendenza della donna.
Rosanna Travascia