L’associazione ArtePollino presenta Del tempo fossile, uno dei capitoli di Ka art. Per una cartografia corale della Basilicata, a cura di Katia Anguelova, un progetto collaborativo e partecipato di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, co-prodotto dall’associazione ArtePollino e la Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Del tempo fossile è il risultato di una residenza studio che si è svolta a settembre 2018, sotto la guida di Claudia Losi, in collaborazione con Francesco Pedrini, affiancati dall’associazione ArtePollino. Gli artisti coinvolti nella residenza: Silva Agostini, Bora Baboçi, Camilla Salvatore, Cosimo Veneziano e Pleurad Xhafa sono stati selezionati da Claudia Losi e Adrian Paci.
I cinque artisti, invitati a trascorrere insieme un periodo di residenza nel Parco Nazionale del Pollino, hanno lavorato sul tema, proposto dai tutor, “tempo fossile”, inteso come tempo della nostra memoria, del singolo e della collettività, e come memoria “profonda”, geologica, naturale e umana, dei paesaggi stratificati attraversati dal corpo e dallo sguardo. Altra parola chiave della residenza è stata “relitto”, inteso come ciò che rimane e sopravvive, in forme isolate, o comunque limitate, da situazioni e condizioni precedenti più ampie e generali: dalle specie relitte in biologia, ai paesaggi relitto in geografia e, infine, alle lingue relitte in linguistica.
Al termine di lunghe camminate collettive, incontri e discussioni con esperti e abitanti locali sulle caratteristiche geomorfologiche, antropologiche e storiche delle valli del versante lucano del Parco Nazionale del Pollino, gli artisti hanno individuato una serie di argomenti da approfondire. In particolare, le credenze magiche popolari, attraverso la teoria del sacro di Ernesto De Martino, dove entrano in gioco miti e ritualità antiche che ancora sopravvivono come fossili viventi; le comunità arbëreshë, uno dei maggiori gruppi etnici in Italia, di origine albanese, che ha saputo mantenere una propria specificità, dalla lingua ai riti religiosi fino alle arti e gastronomia; le storie di comunità e memoria dei “giardini di Senise”, un fertile sito dell’area sul quale fu costruita una tra le più grandi dighe d’Europa in terra battuta, la diga di Monte Cotugno, lungo il corso del fiume Sinni; il tema della biodiversità, così ricca in quest’area e quello della nutrizione; gli interrogativi sull’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati nel tessuto sociale locale. Tutti questi temi si sono intrecciati in una continua sperimentazione, come un’opera aperta e in progress.
Silva Agostini (1979, Tirana) per realizzare Portrayal of a Crisis è partita dalle forme di magia che hanno influenzato alcuni aspetti della vita quotidiana della popolazione dell’Italia meridionale. L’artista si è appoggiata alle ricerche dei riti d’affascinatura di Ernesto de Martino, l’esplorazione etnografica delle sopravvivenze delle magie cerimoniali in Lucania, la loro funzione psicologica e le condizioni che ne favorirono il perdurare. Con l’aiuto di performer-attori, Silva Agostini realizza una serie di fotografie – (ri)produzioni di immagini che raccontano l’uomo moderno, dotato della capacità di comunicare e agire, e al tempo stesso la sua vulnerabilità nei confronti dei misteri della vita. Bora Baboçi (1988, Tirana) parte dalla storia dei “giardini di Senise” dove, secondo alcune testimonianze, prima della costruzione della diga di Monte Cotugno, era installata una fontana ora completamente sommersa. L’artista riattiva idealmente, attraverso Past Perfect Continous, la fontana sott’acqua, creando in una serie di disegni gli effetti del getto e dei flussi che si formerebbero sulla superficie della diga se ancora fosse in funzione. Camilla Salvatori (1993, Napoli) si addentra nelle comunità arbëreshë per raccontare in un video la storia di Quirino e una tradizione antica, la costruzione di strumenti musicali a fiato. Cosimo Veneziano (1983, Moncalieri) ha cercato di individuare forme alternative di economia e di dialogo con la natura, stimolando una maggiore consapevolezza nei singoli e nella collettività nell’installazione Biomega, prime serie. Pleurad Xhafa (1984, Milazzo), artista da sempre interessato ai temi politici, in The Planimetry of SPRAR According to Essa, presenta un disegno montato dietro un vetro anti-proiettile, una cartografia del conflitto, delle dinamiche e della realtà migratoria in corso in Italia e in Europa, una delle sfide centrali per il futuro delle società e delle democrazie europee.