Artisti materani Gaetano Vitulli e Giuseppe Di Pede celebrano i Sassi di Matera con la mostra nella sala Ratzinger della parrocchia Sant’Agnese: recensione di Basilio Gavazzeni: “Un geometra e un carpentiere in stato di grazia pittorica”.
In perfetto accordo Giuseppe Di Pede, geometra, e Gaetano Vitulli, carpentiere, entrambi in pensione, dediti alla pittura amatoriale, espongono la loro produzione più eletta nella magnifica Sala Joseph Ratzinger, in Piazza Sant’Agnese, presso la Parrocchia omonima.
Appena una settimana fa, mi avevano prelevato da casa e rimorchiato a visitare i rispettivi studioli, autorimesse di pochi metri quadrati in cui, espulse le utilitarie, gareggiavano fitte fitte le tele e le tavole dei loro acrilici, funzionando anche da sipari per celare lavori accatastati da anni.
Ed eccola allestita la mostra desiderata, in una sala che non ha pari in Matera, contando, per schierare tanta roba, sulle soluzioni che hanno escogitato da uomini pragmatici quali sono e sull’abilità consonante di fervidi familiari. Il grafico materano Giuseppe Colucci ha impostato loro una bella locandina a specchio, semplice e significativa nella sua giustezza.
È il 14 ottobre 2022. Mezzo mondo è fra gli artigli di dittatori diversamente sanguinari, l’altra metà in fibrillazione economica. Il morbo covidico arretra, ma s’incista il timore che possa ancora infuriare. A Londra due ragazzette balorde dalle facce inquietanti con salsa di pomodoro provano a imbrattare “I girasoli” di Vincent Van Gogh allogati nella National Gallery.
È bello osservare l’entusiasmo che lustra gli occhi di questi amici sedotti loro stessi dalla felicità delle figurazioni e dei colori che hanno riversato negli acrilici. Tutto vi appare facile, rapido, sicuro e nella pace, allo sguardo del visitatore che, forse, non si chiede quanto d’estro vi abbia presieduto e quanto di ideazione e che nemmeno si arrischia a ipotizzare il numero delle ore costate.
I due non l’hanno scialacquato il loro tempo, se con soddisfazione, nel primo più timida, nel secondo più compiaciuta, possono raccontare di aver condiviso esposizioni con pittori di rango, di aver subìto l’assedio di turisti del Sol Levante vogliosi di far incetta dei loro dipinti, di aver confezionato quadri per ragguardevoli personalità, di detenere il soffietto di un critico tutto tripudio di parole stellanti, ma soprattutto di collezionare l’ammirazione dei conoscenti e degli aficionados. Oh, è giusto che tanta opera non sia rimasta incagliata negli atelier solinghi, ma si sia allungata entro una sala capiente, grazie a un sagace allestimento!
Con poche diversioni fra nature morte e paesaggi extra urbani, la pittura offerta è sotto la fascinazione della Matera più classica: sono le inaudite architetture sovrapposte che incoccano la freccia della torre campanaria che fanno anche di lei una città “picta”, sono i suo scorci a essere privilegiati dai pennelli dei nostri.
A chi non vi ha trovato radici risulterà sempre estranea la sostanza di quella cultura dei Sassi cui in maniera indissolubile sono legati i due artisti. Che, uno del 1944, l’altro del 1954, ne introiettarono la ristrettezza collettiva e la solidarietà indimenticata, la paradossale bellezza prodotta dalla miseria condivisa, crescendo energia e resistenza alle prove dei giorni a venire.
Anche il lettore solo un po’ sgrossato in cose d’arte, oltre l’anima dell’antico insediamento umano che dilata il suo tema poetico nelle raffigurazioni, colga il ritmo, le consonanze, le assonanze delle forme eseguite con tratti più sfumati da Giuseppe Di Pede e più netti da Gaetano Vitulli.
Colori ora caldi, ora freddi egualmente lucenti provengono dalla tavolozza di Di Pede così da poter invitare a periodizzarne le composizioni. È qualcosa della lezione vangoghiana e degli Impressionisti, che scende dal suo pennello. C’è invece anche della Pop art e di Andy Warhol nelle abbinate tonalità delle bicromie di Vitulli. Davvero singolari gli esiti che sopravvengono dall’incrocio fra i modi espressivi di un’avanguardia e l’umile monumentalità del nostro passato che non trapassa. Non dispiace rilevare qui e là, nell’uno e nell’altro, qualche debito nei confronti di pittori “laureati”, la cui conoscenza, tuttavia, non ha tarpato gli slanci dell’ispirazione personale.
Secondo il poeta greco Pindaro a non molti è dato sfondare la porta di accesso all’originalità. Chi onestamente potrebbe negare la riuscita a Giuseppe Di Pede, geometra, e a Gaetano Vitulli, carpentiere? Un augurio: dopo la breve ostensione della mostra, restino in stato di grazia pittorica anche per noi neghittosi, in questo tornante invernale tutt’altro che contingente della storia.
Basilio Gavazzeni
A partire da domenica 16 ottobre nella sala Ratzinger adiacente la chiesa di Sant’Agnese a Matera è possibile visitare la mostra personale di pittura con le opere degli artisti materani Gaetano Vitulli e Giuseppe Di Pede.
In esposizione le opere dedicate ai Sassi di Matera, opere con cui gli artisti ripercorrono il loro percorso artistico e l’affetto verso la propria città.
Realismo, impressionismo e futurismo sono i movimenti artistici ai quali si ispirano le opere di Gaetano Vitulli e Giuseppe Di Pede.
I visitatori potranno ammirare le opere dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20 fino a domenica 23 ottobre.
Michele Capolupo
La fotogallery della mostra d’arte (foto www.SassiLive.it)