Come ogni anno, anche per questa primavera Reggio Emilia rifiorisce spalancando le porte a Fotografia Europea, uno dei più attesi e importanti appuntamenti nazionali e internazionali di fotografia e arti visive. Per quest’edizione una novità coinvolge direttamente la nostra Regione: a prendervi parte saranno due giovani lucane provenienti entrambe da Matera. Giovanna Zampagni (1990), artista, e Stefania Dubla (1990), curatrice, saranno tra le protagoniste del Circuito Off di Fotografia Europea con il progetto Back Home, realizzato in collaborazione con l’Associazione Via Roma Zero e visitabile dal 28 al 30 aprile.
Questa decima edizione di Fotografia Europea si incentra sul tema delle “identità insostenibili”, chiedendo agli artisti partecipanti di riflettere sui rischi di una chiusura identitaria che unisce i simili per separare i vicini. Nelle case, nei cortili, nei locali, nelle piazze e lungo tutta via Roma a Reggio Emilia, fotografi, collagisti e artisti ripensano e superano così il concetto di identità in favore di un approccio più fluido alla complessità.
In particolare l’esposizione “Back home” pensata da Zampagni, e presentata con sottile poetica dalla curatrice Dubla, riflette sul concetto di inquieto e abitare insieme, rappresentando la mostra stessa un ritorno a casa: la casa dove l’artista ha abitato nell’ultimo anno della sua esperienza reggiana, quella casa condivisa con uno studio di architettura che le stesse case progetta, Studio Archema. L’artista Zampagni qui ha affrontato il tema dell’identità coinvolgendo l’intero quartiere di Via Roma, fervida area artico-culturale della città reggiana, rispondendo al tema di Fotografia Europea con la necessità di trovare punti in comune in una dimensione locale, oltre le inevitabili differenze. Specchiandosi con la routine giornaliera dell’artista, il visitatore viene invitato a sentire la libertà di vivere come essere unico all’interno di un contesto comune. Tuttavia però il senso di libertà può destabilizzare e portare una certa inquietudine. Matera torna quindi nel concetto di casa e i confini dell’Italia si accorciano fino a toccarsi, nei disegni e nei concetti delle opere della giovane artista, che spaziano dalla fotografia sperimentale, alla ceramica e alla performance. Attraverso la fruizione delle varie opere esposte, che stanziano dalla rampa delle scale fino alla camera da letto dell’artista, il visitatore empatizza con i volti ritratti che raccontano di appartenenza, di vite sovrapposte, identiche per quanto diverse e diverse per quanto identiche.
La mostra “Back home” è visitabile a Reggio Emilia in Via Cambiatori, 1, nei giorni 29 e 30 aprile 2023, dalle 11.00 alle 22.00. Inaugurazione: 28 aprile ore 18.30.
Note biografiche:
Giovanna Zampagni (Matera, 1990) ha conseguito diplomi e lauree presso il Liceo Artistico di Matera, l’Accademia di Belle Arti di Bari, l’Académie Royale des Beaux-Arts di Bruxelles e l’Università Tor Vergata di Roma in Storia dell’Arte. Nel 2017 è stata director assistant per la Galleria d’Arte “The Ryder” di Londra. Successivamente ha coperto il ruolo di visitor engagement nei musei londinesi – National Gallery, Royal Academy e Tates. Oggi è docente al Liceo Artistico di discipline progettuali e laboratoriali. L’arte di Zampagni è oggi tesa verso al presente, attenta alle tematiche di attualità e al sociale. Si caratterizza per gesto, concetto, schizzo, installazione, musica elettronica, ambito quest’ultimo nel quale ha attivato diverse collaborazioni. È materia e fotografia, entrambe utilizzate sempre in modo sperimentale. È indagine ed esplorazione, nelle quali cerca e trova sé stessa.
Stefania Dubla (Matera, 1990) è una curatrice d’arte pubblica. Laureata in Storia dell’Arte e dell’Architettura Contemporanea a Siena, ha lavorato come assistente curatrice al Musée d’Orsay di Parigi, curato mostre e azioni artistiche nello spazio pubblico di tutta Italia, tra cui la Silent Academy di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. È stata curatrice delle residenze artistiche di Paratissima (Torino), direttrice artistica di MAAP Fiera di Arte Pubblica, promossa e sostenuta dal MIC, e chief curator del museo della scienza SPARKme Space Academy di Matera. Con il collettivo curatoriale MAAP – Atelier d’Arte Pubblica, definito dal The Guardian promotore del metodo più innovativo in Italia in materia di inclusione sociale attraverso l’arte, è oggi impegnata nella formulazione di una città femminista attraverso l’impiego di metodologie artistiche nelle aree interne della Basilcata.