Tre ricercatori di storia locale, i materani Angelo Fontana, Raffaele Paolicelli e Francesco Foschino hanno individuato nel Rione Civita di Matera un ambiente ipogeo dalle chiare caratteristiche architettoniche di un antico luogo di culto rupestre, finora mai segnalato né censito. Questa nuova scoperta non è frutto del caso, ma di approfondite ricerche di archivio e di frequenti sopralluoghi, e potrà aiutare gli studi a compiere ulteriori passi nella corretta individuazione delle chiese rupestri della Civita. In questo rione infatti i documenti ci tramandano che si concentrassero numerose chiese rupestri, ma a causa di crolli e nuovi utilizzi, queste sono di difficile individuazione e identificazione. Incrociando le fonti archivistiche (fra cui l’inedita visita pastorale di mons. Giustiniani del 1595) con lo spazio architettonico e l’ubicazione dell’inedito luogo di culto, Fontana, Paolicelli e Foschino ipotizzano che possa trattarsi della chiesa rupestre dedicata ai SS. Cosma e Damiano. In altri studi la dedicazione ai Ss. Cosma e Damiano è stata attribuita ad un altro luogo di culto limitrofo, la cui intitolazione a questo punto andrebbe nuovamente considerata.
La chiesa rupestre inedita è sita in Via Civita nr 38 (già 42), e corrisponde catastalmente al Foglio nr 159, particella 1211. In disuso da secoli (il culto dei santi passó alla parrocchia di San Giovanni Battista, dove è presente ancora oggi una loro cappella), la grotta è stata adibita nello scorso secolo ad abitazione (espropriata dal demanio nel 1960), e ancora precedentemente a cantina.
La chiesa era disposta su tre navate, ma quella di destra non è più interamente esistente, tranciata dalla realizzazione della strada limitrofa. Sono chiaramente riconoscibili le conche absidali e gli archi con la tipica decorazione a risega. Un passaggio verticale permette l’accesso ad un ambiente inferiore, con simili caratteristiche architettoniche, orientato perpendicolarmente rispetto al piano superiore, che aveva il probabile utilizzo di sepolcreto, come pare suggerire il testo della visita pastorale che alleghiamo. Non risultano presenti affreschi superstiti, allo stato attuale.
La proprietà è al momento demaniale e la grotta risulta in abbandono. Se ne segnala la presenza, al fine di preservarla da modifiche strutturali e per privilegiarne la destinazione ad uso pubblico in caso di futura sub-concessione.
Si allegano la pianta dei due livelli della chiesa rupestre, così come da noi rilevata, foto dell’ambiente e degli autori dell’individuazione, l’estratto delle visite pastorali del Giustiniani e di Antinori.
Fontana e Paolicelli nel luglio del 2013 avevano già segnalato la scoperta di un’altra chiesa rupestre inedita, e ne hanno successivamente documentato l’identità nel libro “La chiesa rupestre di San Pietro de Morrone, scoperta e studio di un luogo di culto medievale nella Civita di Matera” edito nel 2014 da Edizioni Giannatelli. Francesco Foschino si era invece reso protagonista nel 2012 del recupero di un affresco rubato a Matera nel 1962 e da lui ritrovato in Germania.
Visita di mons. Giustiniani
2. Est San Cosmo et Damiano. Est porta sine clavi <così>: habet campanam in domo archiepiscopi/; sunt 3 altaria, eaque nuda, imagines abolite. Est fons baptismalis sed non est usui. Est unita/ mense archiepiscopali; reditus nullus, nullum onus celebratur in suo et alias pro devotione. / Est subuti fenestra sine ullis cancellis per quam preter descendi in ipsum templum.
2. C’è San Cosmo e Damiano. Vi è una porta senza serratura: ha una campana nella residenza dell’arcivescovo; vi sono 3 altari tutti spogli, le immagini sono distrutte. Vi è un fonte battesimale ma non è da usare. È unita alla Mensa arcivescovile; non c’è alcuna rendita, nessun obbligo di celebrare in proprio e altri per devozione. Vi è non utilizzata (?) un’apertura senza inferriate (grate) oltre la quale si scende nella propria cappella mortuaria.
La fotogallery dedicata alla nuova chiesa rupestre individuata a Matera
Complimenti! Ragazzi in gamba. Visti da me personalmente trascorrere ore e ore di studio sugli antichi atti notarili custoditi presso l’Archivio di Stato di Matera. Un esempio di gioventù materana sicuramente da premiare da parte dell’Amministrazione Comunale. Ad majora! Angelo R.