Il critico d’arte Mauro Di Ruvo, originario di Lavello, ha rovesciato questa volta il ruolo da intervistato a intervistatore, e l’ha fatto in uno dei luoghi che rappresentano l’Italia già molto tempo prima della sua Unità e che hanno fatto la storia del nostro Paese.
La Fondazione Spadolini è una delle realtà editoriali e politiche più longeve d’Italia, fondata nel 1980 dall’allora Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini per conservare principalmente l’eredità della “Nuova Antologia”, una delle più antiche e prestigiose riviste italiane ed europee, nata a Firenze nel 1866 da Giovan Pietro Viesseux.
La Fondazione, con la quale l’autore di Pasqualino Apparatagliole collabora ormai da anni occupandosi di Estetica cinematografica e critica letteraria nonché di filosofia politica, è attualmente presieduta dal professore Cosimo Ceccuti, ex docente di Storia Contemporanea presso l’Università “Cesare Alfieri” di Firenze, oggi storico volto tra le principali istituzioni culturali e politiche italiane.
L’incontro tra il critico d’arte e il Presidente si è svolto nella storica dimora di Spadolini in Pian de’ Giullari a Firenze, sotto lo stendardo della testata giornalistica di Lanterna e in presenza del dottor Leonardo Lucchesi, giornalista di Lanterna ed esperto in Strategie Internazionali, presso la magnifica Sala Conferenze.
L’iniziativa è nata nella mente di Di Ruvo come urgente momento di salvaguardia di un patrimonio storico come quello della Nuova Antologia, in cui ricordiamo scrivere Leopardi di replica a Tommasei, o Giovanni Verga insieme ad altri illustri personaggi della storia, che è da trasmettere integro e sano alla memoria della collettività. «Soprattutto», afferma il critico d’arte, «conservarla e affidarla al nuovo cambio generazionale dentro una forma di sincresi politica e sociale, di dialogo informale con le istituzioni e di fiducia nella ricerca democratica della scienza e della conoscenza, venute entrambe a estinguersi oggi lentamente».
Mauro Di Ruvo ha sentito l’esigenza di registrare il resoconto di tutti questi anni nell’opera della Fondazione Spadolini, le sue opere pubbliche, i suoi contributi e i suoi investimenti culturali a sostegno delle scuole e delle università, in una intervista del tutto scevra di lobbismi o di propaganda, ma anzi a simbolo della possibilità di un’azione intellettuale ancora tutta indipendente e autonoma dalle pressioni commerciali e politiche. Un dialogo a tre nella severa quiete di Pina dei Giullari, quasi scipionico, dove Di Ruvo si è onorato di ricevere la tradizione sia della memoria biografica dell’anziano prof. Ceccuti e della sua particolare amicizia con Spadolini, sia delle sue confessioni sull’attualità e sulla letteratura odierna.
L’intervista si è svolta nella durata di circa 3 ore, scandagliando la vita, l’anima e lo spirito dell’uomo del passato Spadolini e dell’uomo del presente Ceccuti.
«Il prof. Ceccuti» dice il critico «è una delle poche personalità di cui il nostro Paese continua a fregiarsi onorevolmente, e della cui presenza non sapremmo fare a meno nella guida di una così antica e nobile istituzione che partecipa alla creazione dell’Italia unita e al suo processo di unificazione ed emancipazione. Tutti noi dobbiamo qualcosa alla Nuova Antologia. Tutti noi dobbiamo qualcosa oggi a Cosimo Ceccuti, che potrei dire sia l’ultimo grande baluardo della nostra democrazia intellettuale e politica rimastoci. Per questo ho voluto prenderne atto con l’intervista e farmene in qualche modo custode in un tempo in cui nulla è sempre stato certo, e dove la memoria non sempre arriva alla storia, specialmente presso i nostri giovani».
Queste le parole di Mauro Di Ruvo, di cui uscirà a breve l’ultimo articolo nel prossimo fascicolo “Ottobre-Dicembre” della rivista, la recensione sul film di Parthenope.