L’artista materano Franco Di Pede celebra la domenica delle Palme con una cartolina che riproduce un’opera pittorica intitolata “Ingresso in Gerusalemme”. Il dipinto risale alla Pasqua del 1968 e fu commissionato dal sacerdote materano don Nicola Colagrande, grande amico di Franco Di Pede e pronto a svolgere il sacramento del sacerdozio sempre al servizio degli umili, una visione religiosa condivisa con don Giovanni Mele, che avviò la mensa dei poveri nella chiesa di Piccianello. Don Nicola Colagrande, che all’età di 79 anni è ancora un punto di riferimento della parrocchia di San Paolo, ha scelto un’altra forma per dare voce agli ultimi: insieme a don Giovanni Mele fondò negli anni cinquanta la rivista “La periferia” ma le autorità ecclesiastiche dell’epoca denunciarono all’autorità giudiziaria questa iniziativa editoriale che metteva in cattiva luce le ingiustizie perpetrate ai danni dei più deboli e che spesso coinvolgevano proprio gli ambienti legati alla Chiesa. Due preti scomodi, insomma, don Nicola Colagrande e don Giovanni Mele. Don Nicola Colagrande ha sempre messo al primo posto tutte le creature di Dio e così in occasione della Pasqua del 1968 chiese a Franco Di Pede di realizzare un quadro con il volto di Cristo di colore nero, lo stesso colore dell’asino che lo accompagna verso Gerusalemme. Nell’iconografia ufficiale della Chiesa il volto di Gesù è stato sempre dipinto di razza bianca e con i capelli biondi – spiega don Nicola Colagrande. Ma io ritengo che Dio si manifesta in tutte le forme del creato e quindi anche negli animali. Far dipingere di nero il volto di Gesù e associarlo al colore dell’animale da soma che lo porta in groppa era un’idea sconvolgente, direi blasfema per la Chiesa e così non ho potuto esporre in pubblico questo quadro realizzato con la tecnica dell’olio su tela da Franco Di Pede. Io sono molto felice di averlo sempre custodito nella mia stanza per 45 anni. Papa Francesco ha detto che dobbiamo custodire il creato, questo vuol dire portare rispetto non solo agli uomini ma anche a tutti gli altri esseri viventi del creato. Quando ho ascoltato le sue prime parole, che sono il frutto di una formazione religiosa dell’ordine dei gesuiti ho riconosciuto la mia formazione culturale. Anch’io dopo aver frequentato il Liceo Classico a Salerno mi sono trasferito a Posillipo per proseguire gli studi teologici nell’Università dove c’erano i gesuiti. Sono molto contento per la scelta di Papa Francesco e spero che possa continuare a svolgere con questo spirito il suo Pontificato.”
Ho ritrovato don Nicola Colagrande dopo circa trent’anni. L’ultima volta mi aveva premiato regalandomi il libro di Marco Polo per un concorso al quale avevo partecipato grazie alla maestra Maria Morrone quando frequentavo la scuola elementare nel II Circolo di Serra Venerdì.
Il tempo scorre ma don Nicola Colagrande non ha perso l’entusiasmo e la voglia di testimoniare la fede di Dio attraverso i suoi gesti umili, il suo sorriso, la sua vita. Il parroco della chiesa di San Paolo afferma con grande coraggio e un pizzico di orgoglio che “quel dipinto con il volto nero di Gesù è stato un atto di fede”. Un’intuizione che Franco Di Pede è riuscito a trasferire sulla tela utilizzando colori ad olio per rappresentare il brano di San Luca in cui si racconta l’ingresso di Gesù in Gerusalemme con questa didascalia: “Il volto di Gesù è bruno come il vello dell’asino a testimoniare che tutte le creature sono uguali e che vanno amate alla stessa maniera”.
Michele Capolupo
La fotogallery per il dipinto commissionato da don Nicola Colagrande all’artista materano Franco Di Pede e la cartolina stampata per la domenica delle Palme che verrà distribuita ai fedeli durante le Sante Messe celebrate nella parrocchia di San Paolo Apostolo in via Bramante a Matera (foto www.sassilive.it)