Inaugurata a Matera nel circolo L’Atro in via San Biagio la mostra “Don’t touch me” a cura di Terry Cotugno, Claudia Venezia e Bruna Digregorio. La mostra, incentrata sull’argomento della violenza contro le donne, resterà aperta sino all’11 settembre. Suggestiva l’idea di attirare l’attenzione dei visitatori con una marcia di 81 donne scomparse, il cui incedere viene accompagnato da ulteriori passi di solidarietà con lo scopo di rendere visibile sia la loro assenza, sia il dolore che tale mancanza provoca nelle nostre società. L’Associazione Khaleh Onlus ha collaborato con un’installazione di 81 paia di scarpe rosse, posizionate in via San Biagio fino all’ingresso della mostra, rappresentanti le 81 donne morte in Italia da Gennaio 2013, vittime di femminicidio. L’installazione rappresenta un progetto d’arte pubblico, poichè i cittadini hanno donato le loro scarpe in segno di solidarietà verso le donne e indignazione verso la violazione dei diritti umani.
L’associazione Khaleh nasce nel 2012 dalla volontà di un gruppo di donne materane unite dal desiderio di riconoscere l’entità del fenomeno della violenza di genere e di offrire uno spazio di ascolto e accoglienza per donne e minori che subiscono maltrattamenti e violenze.
La violenza contro le donne è, innanzitutto, una questione culturale e va affrontata con coerenti strumenti di prevenzione e promozione del rispetto dei diritti umani di genere, inoltre, così come definita nella Dichiarazione per l’eliminazione della Violenza sulle Donne emanata dalleNazioni Unite nel 1993, è “qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata”.
E’ una violenza che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo e di possesso da parte del genere maschile sul femminile.
Le volontarie dell’Associazione hanno acquisito lecompetenze necessarie per rendere un adeguato e concreto servizio seguendo un corso di formazione, frequentando corsi di aggiornamento e convegni tematici.
“…Khaleh: termine che mi hanno insegnato le mie studentesse iraniane, indica una speciale intimità familiare o un’affinità psichica con un’altra persona…è usata per indicare amiche strette particolarmente affezionate che hanno anche un atteggiamento reciprocamente materno, tenero e premuroso. Si arricchiscono e proteggono a vicenda, si confidano, si rassicurano e si guidano in tanti ambiti della loro vita – la vita del cuore, la segreta vita interiore e la vita dei sogni… in momenti di risate rauche, o di ottundente dolore, in momenti in cui criticano l’ultima avventatezza o assistono a nuove incursioni in mare aperto,
o si arrampicano si rami più alti per guardare che cosa si vede… le khaleh cercano sempre di stare l’una sotto le ali dell’altra. Per le donne, è una splendida benedizione…”
Tratto da “La danza delle grandi madri” di Clarissa Pincola Estés, Frassinelli
Editore.
Le foto della mostra saranno poi raccolte in un calendario, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione.