Nell’ambito delle attività collaterali alla mostra “Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia” curata da Marta Ragozzino e Giuseppe Appella con Ermanno Taviani ed allestita all’interno di Palazzo Lanfranchi, lo scultore di origini lucane Pasquale Santoro ha deciso di dare in comodato gratuito al Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, due sue sculture Ho inchiodato le ali al vento del 1965 [ferro forgiato e polito, cm 180 x 100 x 100] e Questo ambiente incredibilmente dorato, molto fastoso, molto decorativo, lambiccato del 1966 [ferro saldato, polito e forgiato, cm 200 x 350 x 10] che fanno parte dell’allestimento della mostra che chiude il 12 aprile 2015.
La cerimonia si è svolta questa mattina alle ore 12.00 nella Sala delle Arcate di Palazzo Lanfranchi alla presenza di Marta Ragozzino, Direttore del Polo Museale Regionale della Basilicata e degli Organi di informazione del territorio. Ha partecipato l’Artista che ha dato vita a una performance che ha interessato la scultura esposta nel chiostro di Palazzo Lanfranchi.
Entrambe le opere provengono dall’ultima parte della mostra sul Vangelo di Pasolini, e più precisamente dalla sesta sezione allestita al secondo piano di Palazzo Lanfranchi, nella Sala delle Arcate e Saletta Mons. di Macco, intitolata Tra Gruppo Uno e Gruppo 63. Nuove tecniche di immagine. Sculture di Gastone Novelli, Achille Perilli, Toti Scialoja. Nicola Carrino, Nato Frascà, Pasquale Santoro, Giuseppe Uncini, dove sono esposte 103 opere di grandi protagonisti della scena artistica dei primi anni Sessanta. Per raccontare attraverso la scultura contemporanea il dibattito sulle nuove tecniche di immagine che si riflette nello straordinario film di Pasolini la narrazione è stata affidata a uno dei protagonisti, Nicola Carrino che introduce con sapienza alla mostra che ha un’importante appendice nel MUSMA-Museo della scultura contemporanea_Matera.
Queste opere andranno ad arricchire il già cospicuo fondo dell’arte contemporanea di Lanfranchi che in questi ultimi anni – grazie al sostegno del Piano dell’Arte Contemporanea del MiBACT – ha visto l’acquisizione delle fotografie e delle opere di Mario Cresci esposte alla mostra Forse Fotografia inaugurata l’8 gennaio 2102 nel nostro Museo di Palazzo Lanfranchi.
Fanno parte di queste recenti acquisizioni anche le riprese fotografiche che Mario Carbone realizzò durante il viaggio di Carlo Levi in Basilicata [primavera del 1960], per la realizzazione del grande telero Lucania ’61, esposto a Torino per le celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia.
Per non dire delle opere che il nostro Museo ha commissionato all’Associazione “La luna al guinzaglio” che ha realizzato l’installazione La tavola celeste esposta di recente al Salone della Scienza di Genova.
Tutte queste iniziative hanno contribuito non poco a Matera Capitale Europea della cultura 2019, un percorso che abbiamo condiviso con il Comune di Matera e con il Comitato promotore fin dal primo momento.
Palazzo Lanfranchi, pertanto, si conferma la “casa della cultura di tutti”, aperta alle forme più innovative dell’arte, della musica, del teatro e della danza.
Altra iniziativa collaterale alla mostra del Vangelo di Pasolini è la proiezione dei film che compongono la “trilogia della vita”: il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte. Le proiezioni inizieranno giovedì 9 aprile alle ore 21.00 e proseguiranno i Giovedì delle settimane successive alla stessa ora.
Ingresso gratuito.
Notizie su Pasquale Santoro
Già alla fine degli anni Cinquanta, quando l’informale comincia a mostrare le prime crepe, e subito dopo, nella prima metà degli anni Sessanta, quando l’arte programmata e cinetica si pongono in contrapposizione con l’imperante pop art, Santoro aderisce al “Gruppo Uno” (Biggi, Carrino, Frascà, Uncini, Pace) che riporta sul tappeto i procedimenti tradizionali dell’arte «ma riconsiderati – come giustamente puntualizza Argan – da un nuovo punto di vista, come mezzi di indagine».
Il gusto e la libertà dell’indagine, della ricerca sperimentale (esercitata nella pittura, nella scultura, nella grafica, nella ceramica, nel design, nel gioiello, soprattutto dopo l’esperienza con Hayter), non prevedono una concettualizzazione severa, perciò Santoro abbandona il “Gruppo Uno” e continua da solo l’esperienza sui diversi linguaggi espressivi e sulle molteplici tecniche che questi linguaggi sostengono come primari elementi strutturali, fondamentali capacità artigianali e specificità di materie.
Nello Ponente, Maurizio Fagiolo Dell’Arco, Jacques Lassaigne, Carlo Bertelli, Giuseppe Ungaretti e Murilo Mendes sono tra i primi a sostenere questo lavoro che esplora lo spazio equilibrandone il segni, combinando, in maniera inusuale, pittura e incisione, scandendo le leggi della geometria nel ritmo musicale dei colori, accogliendo l’inatteso come elemento essenziale della poesia.
È proprio dei primi anni Sessanta l’interesse per la scultura di cui Nello Ponente avverte le novità nello “spazio generato dai rapporti mutevoli dei profilati industriali, impiegati come struttura fondamentale”, Palma Bucarelli lo slancio dinamico, tanto da commissionargli per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, La foresta pietrificata, realizzata nel ’67, Jacques. Lassaigne la capacità di dispiegare immagini inedite utilizzando fasci di ferro e acciaio inox proiettati in avanti.
Pasquale Santoro è nato il 30 settembre 1933 a Ferrandina, in provincia di Matera.
Trasferitosi a Roma con la famiglia, frequenta il Liceo Classico e si iscrive alla Facoltà di Medicina che abbandona per dedicarsi all’arte.
Nel 1956 inizia l’apprendistato presso la “Scuola del Nudo” di Antonio Corpora, nello studio di via Margutta, conosce Achille Perilli e frequenta Giuseppe Capogrossi. Attraverso Argan, incontra Lionello Venturi e Nello Ponente.
Nel 1958, vinta una borsa di studio, è a Parigi dove frequenta l’Atelier 17 di Stanley William Hayter e incontra Jean Paulhan e gli intellettuali che facevano capo alla “Nouvelle Revue Français”. Del 1959 è la sua prima mostra personale alla Galleria Appia Antica. Seguiranno, nel 1962 la partecipazione alla Biennale di Venezia (dove sarà presente anche 1966 e nel 1976), nel 1963 la presentazione del “Gruppo Uno” alla Galleria Quadrante di Firenze, la partecipazione alla IV Biennale di San Marino e alla VII Biennale di San Paolo del Brasile, nel 1964 la IV International Biennal Exhibition of Prints di Tokyo, nel 1966 la III Exposition Internazionale de la Sculpture Contemporaine al Museo Rodin di Parigi, nel 1971 la personale alla Galleria Qui Arte Contemporanea di Roma, subito riproposta a Parigi al Musée d’Art Modern de la Ville, nel 1973 la personale di gioielli a Montreal. Nel 1978 viene chiamato da Carlo Bertelli a tenere un corso di grafica presso la Calcografia Nazionale dove rimarrà fino al 1983. Espone, in seguito, a Mosca, Leningrado, Amsterdam, Roma, Pisa.