Accadde l’estate del 2021. Era l’esposizione d’arte contemporanea di artisti lucani in vetrine, in molti negozi della centrale via Pretoria e dintorni. La mostra durò fino ad autunno inoltrato. L’evento estivo, correlato ad altri in sequenza programmata per la stagione più calda e invitante, ha riscosso successo e attenzioni in seguito anche alla seconda mostra Potenzartcity conclusa poco prima: evento accolto nella cappella dei Celestini che affaccia sulla stessa piazza secolare della Cattedrale di San Gerardo Della Porta. Cambiano le stagioni, si avvicendano novità e iniziative, ma per i commercianti del corso principale di Potenza non c’è più l’antico mordente risolutivo e l’entusiasmo vincente, pilastro della società cittadina negli anni del benessere diffuso. Anni lontani e mai dimenticati. C’era sempre gente a passeggiare lungo la via più nota, tra il via vai degli studenti in libertà a volte rubata e casalinghe intente agli acuisti. C’erano anche tantissimi operatori del mondo del lavoro a girovagare tra i vari uffici. Tutti insieme riempivano e coloravano le vie; anche i negozi, i bar e i ristoranti. C’erano i cosiddetti pendolari che amavano spendere in città. C’era benessere. C’era tanta positività, non quella della pandemia, che distrugge gli animi travolti dal forte contrasto. L’economia è in blocco totale per la gran parte degli operatori. Sono pochi a godere di tranquillità e la spensieratezza possibile. Le festività sono appena passate senza lasciare l’appagamento di rito, se non a pochi fortunati di particolari settori. Tuttavia le vetrine dei negozi sono sempre curate, grazie all’impegno di titolari e dipendenti. In molti casi sono gli eredi di antiche gestioni a portarli avanti, tra mille sacrifici e condizionamenti storici e politici. Questo spazio è utile per ringraziarli ancora una volta – tutti – della disponibilità a favorire l’esposizione d’arte di un progetto istituzionalizzato dall’assessorato Attività Produttive e culturali diretto dalla Dottoressa Stefania D’Ottavio. Assessorato che si avvale anche dei contributi progettuali di associazioni storiche o nascenti. Non è un’invenzione recente quella di utilizzare gli spazi espositivi in luoghi frequentati come i negozi. Alcuni attempati visitatori delle mostre ricordano che l’interesse a mostrare l’arte nelle vetrine risale all’inizio del secolo scorso. L’operabilità e l’abilità sono lo strumento per riportare il pubblico in luoghi trascurati per “compromessi” ormai datati e mai risolti. Purtroppo il declino vige da molte stagioni, anche se c’è l’intento costante di risollevare le sorti del centro storico. Solo alcuni imprenditori e poche associazioni temerarie e tenaci sono riusciti. Riprovare dal centro è necessario per la città capoluogo, per rispolverare la sua storia antica; senza dimenticare gli altri punti nevralgici. Grazie agli imprenditori che sono il fulcro per riportare il benessere quasi dimenticato e per salvare il salvabile, prima di altri cambiamenti storici e inevitabili.