Sabato 31 ottobre 2015 alle ore 12 nella Chiesa del Carmine di Palazzo Lanfranchi a Matera è in programma l’inaugurazione della mostra “In gran multitudine” di Elisabetta Benassi, nell’ambito della rete espositiva “L’albero della cuccagna, Nutrimenti dell’arte” a cura di Achille Bonito Oliva. Con il patrocinio di Expo 2015.
La mostra è diffusa in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, tra musei e fondazioni pubbliche e private che coinvolge oltre 40 artisti, scelti dal critico d’arte per realizzare opere ispirate al tema arcaico dell’albero della cuccagna. Un simbolo di abbondanza eletto dall’arte a monito, per invitare a riflettere sui temi dell’alimentazione e sulle sue implicazioni sociali, in sintonia con EXPO 2015.
Interverranno all’inaugurazione Marta Ragozzino, Direttore del Polo Museale della Basilicata, il critico d’arte e curatore della mostra Achille Bonito Oliva e l’artista Elisabetta Benassi.
Achille Bonito Oliva chiama a raccolta oltre quaranta artisti internazionali per un grande progetto espositivo, L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte, dislocato su tutto il territorio nazionale. Con il patrocinio di EXPO 2015, e la collaborazione del MiBACT e del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.
Vanitas, fabbrica del mondo.
L’opera di Elisabetta Benassi è ideata appositamente per Matera all’interno della rete espositiva L’albero della cuccagna, i nutrimenti dell’arte, a cura di Achille Bonito Oliva, ed è realizzata in collaborazione con il Polo museale regionale della Basilicata e il Comune di Matera. Si articola in un intervento urbano di pubblica affissione e in un’installazione ospitata nella chiesa della Madonna del Carmine, all’interno del seicentesco Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna della Basilicata.
Elisabetta Benassi crea un corto circuito intrecciando diverse suggestioni e dando vita ad un mondo metaforico realissimo che parte dall’eresia di un mugnaio del ’500, passa per Bruegel, la seconda guerra mondiale e Adriano Olivetti, arrivando sino a noi. Una vasca scavata a mano in un antico blocco di pietra contiene al suo interno un’altra forma: quella del “mondo” formaggio, che si agglutina come il caglio e dal caos forma il mondo, una forma viva, sferica e brulicante di vita (di vermi) che ci parla senza parole.
“Io ho detto che quanto al mio pensier et creder, tutto era un caos… et quel volume andando così fece massa, aponto come si fa il formazo nel latte, et in quel deventorno vermi, et quelli furono li angeli; et la santissima maestà volse quel fosse Dio et li angeli; et tra quel numero de angeli ve era ancho Dio creato anchora lui da quella massa in quel medesimo tempo…”.
Il testo è tratto dal processo per eresia a Domenico Scandella detto Menocchio mandato al rogo dall’inquisizione nel 1599 e scoperto negli anni ’70 dallo storico Carlo Ginzburg che ne rese celebri le sue teorie nel saggio Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500, pubblicato nel 1976. Menocchio, mugnaio friulano del ’500, aveva elaborato una temeraria cosmogonia. L’ origine dell’ universo – diceva – «era un caos di terra, aere, acqua et foco», e quegli elementi erano confusi in una sorta di latte primordiale che si fuse in «una massa come si fa il formazo nel latte», e da quella massa un giorno uscirono, «come i vermi» dal formaggio, «li angeli», e tra gli angeli «ve era ancho Dio». Anziché puro spirito, Dio era dunque parte della materia vivente. Una simile rettifica della Genesi non poteva che farlo finire davanti all’Inquisizione, che lo condannò alla pena capitale, eseguita un anno prima la condanna al rogo di Giordano Bruno.
Per le vie della città sono affissi novanta manifesti, parte integrante dell’opera che si estende così al territorio urbano.
Elisabetta Benassi interpreta con questa sorprendente opera il tema indicato dal progetto di Bonito Oliva e segna una fondamentale tappa in Basilicata della rete espositiva diffusa in tutta Italia, presente nella regione anche a Potenza con l’opera di Tomaso De Luca al Museo Archeologico provinciale di Potenza.
Il progetto è promosso dalla Fondazione Carical – Cassa di risparmio di Calabria e di Lucania con la collaborazione del MiBACT, del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’ Agenzia per la Coesione Territoriale
Un particolare ringraziamento a: Aldo Colella, Associazione Visioni Future
Coordinamento generale: Francesca Franco | francescafranco.00@gmail.com
Coordinamento comunicazione: Paola Marino | paola.manual@gmail.com
Organizzazione tecnica:
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