Inaugurata a Matera nella Chiesa di San Pietro Barisano la mostra “Social Contaminated Arts”, inserita nel Festival Metropolis, evento dedicato al tema del cinema e del lavoro, a cura di Alessandro Ventura. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il promotore dell’evento Alessandro Ventura, l’artista Angelo Palumbo, don Basilio Gavazzeni, il consigliere della Fondazione del Carnevale di Putignano, Maurizio Verdolini e il light designer Carlo Iourno che ha illuminato e sonorizzato le opere d’arte di Angelo Palumbo e una monumentale scultura gentilmente prestata dalla Fondazione del Carnevale di Putignano, intitolata “Contamina”e frutto di un lavoro realizzato durante il Fau Festival nel luglio 2017 a Putignano durante il workshop Locart Lab a cura dei formatori Deni Bianco, artista e maestro cartapestaio e Alessandro Mattoccia.
Grazie a questa mostra Matera e Putignano si ritrovano unite dall’arte, dall’artigianato e dalla lavorazione della cartapesta per tentare di denunciare il terribile ricatto tra sfruttamento ambientale e opportunità di lavoro al quale è sottomossa la società moderna, sopratutto nel Sud Italia. Una commistione tra sacro e profano esaltata dagli ambienti suggestivi della chiesa di San Pietro Barisano, nel Sasso Barisano di Matera. La mostra resterà aperta fino al 21 gennaio 2018 e si potrà visitare durante gli orari di apertura al pubblico della Chiesa di San Pietro Barisano ed eccezionalmente e gratuitamente dalle 18 alle 20.
L’artista Angelo Palumbo ci spiega come è nato il rapporto con Metropolis e le opere scelte per questa mostra. “C’è stata una sollecitazione da parte di Alessandro Ventura di Metropolis e ci siamo trovati subito in sintonia perchè i temi dei miei lavori negli ultimi anni si sono concentrati sopratutto su quelli sociali, che sono alla base del lavoro di Metropolis. Si è creata subito una sintonia concettuale rispetto all’organizzazione della mostra. E’ emersa l’idea e l’esigenza di lavorare intorno alla contaminazione delle tecniche, perchè parte dei miei lavori sono in cartapesta e quindi è nata una sinergia con il Carnevale di Putignano e con il lavoro dei maestri cartapestai che in questa situazione particolare si sono confrontati con il tema sociale della disumanizzazione dell’uomo. Infatti è presente un’opera molto importante, alta più di cinque metri, che si chiama Contamina e che parla di un uomo tecnologico che però può essere molla di rigenerazione. Anche la produzione che io presento nella chiesa di San Pietro Barisano sono da un lato delle denunce sociali che fanno riferimento a precedenti lavori ma sono completate da una produzione più recente di dipinti e di strutture tridimensionali che vanno nella direzione di una speranza di rigenerazione, di una futura umanizzazione, che è l’unica strada per poter recuperare questo degrado etico che purtroppo oggi è causa di futuri possibili problemi per la stessa umanità: pensiamo ai cambiamenti climatici, all’inquinamento, al nucleare. Un uomo che ritrovi la sua radice umana probabilmente potrà recuperare attraverso una attenzione anche spirituale il senso profondo della vita”.
Il consigliere della Fondazione del Carnevale di Putignano, Maurizio Verdolini, ha omaggiato don Basilio Gavazzeni, l’organizzatore Alessandro Ventura e l’artista Angelo Palumbo di pubblicazioni legate al Carnevale e ha sottolineato che la scultura “Contamina” interpreta nel migliore dei modi le finalità che il festival Metropolis intende raggiungere. “Gli spazi della chiesa di San Pietro Parisano – ha dichiarato Verdolini – consentono di dare vita ad un mix tra sacro e profano di assoluto valore sociale”.
Alessandro Ventura spiega il senso di questa mostra nell’ambito di Metropolis: “La mostra Social Contaminated Arts non viene ospitata ma entra a pieno titolo in un dialogo condiviso per una riflessione integrata sui temi della salvaguardia dell’ambiente. Un rispetto del creato che però deve tener conto anche delle esigenze materiali di una antropizzazione legata alla creazione del lavoro, senza trascurare i valori di nuovo umanesimo. Le opere non riempiono gli spazi della suggestiva chiesa di San Pietro Barisano, ma daranno voce a quelle antiche mura che faranno da cassa di risonanza ad una voce sensibile, ad uno sguardo con un’alta tensione morale ed ad un orecchio capace di cogliere le mutazione antropologiche dei tempi correnti. Entra in scena il valore dell’Homo Faber nell’ibridazione tra arte sociale e il racconto popolare del Carnevale, per definire pensieri che portano all’introspezione. Metropolis ha voluto inserire questa ulteriore tessera ad un ampio mosaico fatto di contaminazioni, di provocazioni, di denunce ma altresì di speranza. In questo evento abbiamo voluto mettere al centro la tensione verso una nuova visione sociologica che possa coniugare Arte e Artigianato di valore e di valori, che ci fa riflettere sul bisogno etico di unire le istanze della crescita occupazionale con il rispetto del paesaggio. Anche Francesco nella enciclica “Laudato si’” rivolge un doppio appello, a “proteggere la casa comune”, controllando surriscaldamento climatico e altri danni ambientali, ma anche cambiare modello di sviluppo, “per uno sviluppo sostenibile e integrale”. E’ evidente che un modello consumista è completamente disinteressato al “bene comune”. Realizzare una “cittadinanza ecologica” invece porta a una serie di azioni quotidiane che hanno di mira la cura del creato, e uno sviluppo equo. Anche le opere di Palumbo, quindi, vogliono contribuire alla creazione di una “chiara coscienza” che le “inequità” nell’ambiente e nel modello di sviluppo colpiscono spesso irreversibilmente tutti, ricchi e poveri. Al centro della nostra operazione culturale il bisogno attraverso l’arte di “integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente”, senza giustizia. Questo appuntamento, inoltre, vuole festeggiare una inedita collaborazione della Matera, Città dei Sassi e Capitale Europea della Cultura, con Putignano, Capitale della cartapesta e del Carnevale. Da Putignano arriva infatti questa grande scultura che si inserisce per affinità simbolica con il messaggio etico della mostra. E sappiamo quanto importante è certa arte “leggera” per conoscere e riconoscere il presente, come in questo caso risulta fondamentale per rileggerci attraverso la nostra memoria demologica che ci dona identità attraverso la maestria di certi artisti popolari”.
Il festival Metropolis si conclude con un forum “Generazioni”, previsto sabato 13 gennaio dalle ore 18 presso l’auditorium Gervasio di Matera. Un’occasione per fare tracciare un bilancio dell’iniziativa culturale e proporre nuove strade di sviluppo rispetto ai temi affrontati in questa seconda edizione.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’inaugurazione della mostra (foto www.SassiLive.it)