Per la realizzazione del progetto “Palazzo San Gervasio, Banzi e Genzano (Potenza), il territorio tra archeologia e opere strategiche” il 4 settembre è stata firmata una convenzione tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, in persona del soprintendente arch. Francesco Canestrini, e l’Ente morale ‘Pinacoteca e Biblioteca Camillo d’Errico’rappresentata dal Presidente Michele Mastro, sindaco di Palazzo San Gervasio.
Mario Saluzzi conservatore della pinacoteca Camillo d’Errico.
Il progetto, finalizzato al “Recupero, studio, valorizzazione e comunicazione dei materiali e contesti archeologici rinvenuti nel corso della realizzazione dei lavori dell’allacciamento alla linea del metanodotto SNAM ‘Massafra-Biccari’ e del Tronco di Acerenza-III lotto dello schema idrico ‘Basento Bradano’”, sarà diretto scientificamente dalla dott.ssa Sabrina Mutino, funzionario della Soprintendenza, con il coordinamento delle attività affidato a Mario Saluzzi, conservatore della Pinacoteca Camillo d’Errico. Gli obiettivi prefissati sono la realizzazione di una mostra permanente dei materiali e contesti rinvenuti presso la pinacotecae la pubblicazione dei risultati scientifici nel prossimo volume della collana universitaria “Siris-Polieion” della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università degli Studi della Basilicata, per i tipi della Osanna Edizioni di Venosa.
Proprio in conseguenza dei rinvenimenti effettuati nel cantiere dell’infrastruttura ‘Bradano-Basento’ la Soprintendenza ha candidato un intervento di ricerca nell’ambito del progetto strategico ministeriale “Appia Regina Viarum. Valorizzazione e messa a sistema lungo l’antico tracciato romano”, nel territorio di Banzi, dove in località Masseria Lancellotti sono stati ritrovati i tratti di una strada glareata. Ed altre importanti conferme sul passaggio della strada consolare,ipotizzato per l’AgerBantinus, si attendono dallo studio in corso, soprattutto in vista delle recenti scoperte effettuate nel territorio di Palazzo San Gervasio.
Nel lungo ed affascinante dibattito sulla ricostruzione del percorso attribuibile alla Regina Viarum, i ritrovamenti effettuati in occasione dei recenti lavori diretti dalla Soprintendenza contrappongono, infatti, alla lamentata assenza di evidenze archeologiche di vie e strade lungo i tracciati viari ipotizzati, l’opposta esigenza di verificare se il dato materiale rinvenuto in questo territorio possa rispondere, per caratteristiche intrinseche ed estrinseche, a ciò che si va cercando: la Via Appia tra Venusia e Silvium (Gravina di Puglia).
Set 05