Sabato 22 giugno 2019, alle ore 19, nella sala mostre della Fondazione Sassi, in via San Giovanni Vecchio 24/27, nel rione Sasso Barisano a Matera, è in programma il vernissage della mostra “Respira Felicità” della pittrice Ivana Burello.
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione “Francesca Divella”, con il sostegno e partecipazione della Fondazione Sassi, è a carattere benefico. Il ricavato della vendita delle opere in esposizione, infatti, servirà a finanziare le attività della Onlus in memoria della giovane imprenditrice materana scomparsa tre anni fa, il 23 giugno del 2016, a causa di un male incurabile, che si occupa di progetti di prevenzione dei tumori femminili e di sostegno a minori figli o orfani di genitori malati oncologici.
L’evento nasce per fissare attimi di un tempo vissuto da Francesca, che voleva aggiungere un sesto senso (tutto suo) alla vita terrena: il respiro che sprigiona felicità. È un racconto da guardare che completa il monologo dell’artista udinese con la superficie vuota. Una storia da scrivere, da colorare, da incidere, da trasformare attraverso simboli nascosti: il segno graffiato sussurra. È l’enigma di ciò che verrà nello spazio, che apparteneva a Francesca, a interessare il gesto della Burello, a guidare la scelta di forme e colori aggiunti ad un paesaggio di pietra che continua a parlare di lei.
La mostra quindi nasce già ispirata dall’energia viva della sua musa, conosciuta attraverso i racconti della madre e del compagno e di altre testimonianze.
A Matera la Burello abbandona il compito di rappresentare e ripresentare il reale e si spinge oltre ogni confine estetico per sperimentare un agire nuovo, possibile solo all’uomo capace di “respirare la felicità” I rossi oltre il rosso generano immagini liquide di amore e passione; i blu, come certi fondi marini, ospitano vite originarie mai del tutto conosciute, vi fluttuano pensieri, musiche, silenti ricordi di una bimba innamorata della vita e della sua terra. Nelle opere, che descrivono le sensazioni di Francesca, si accendono i colori del fuoco che intessono, con la mobilità della fiamma e dei raggi solari, i giochi più seducenti della luce: i riverberi, i lampi e le rifrazioni del ricordo di giostre amate, le ombre e le macchie della notte e dell’incognito imminente.
Tutto si può trasformare in musica, anche la consapevolezza del trapasso.
In questa mostra, ogni presenza sulla semplice tela o carta è parte di un alfabeto personale che permette alla pittrice di scrivere la narrazione di questa vita spezzata, storia mai passata, non ancora compiuta e mai del tutto immaginata. Eppure viva.
La mostra “Respira Felicità” resterà aperta tutti i giorni, fino al 29 giugno. Si potrà visitare dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 1. L’opening rientra anche tra le iniziative di “For.Mat, il Week-end del Buon Vivere di Forlì incontra Matera 2019”, promosso dal Consorzio “La Città Essenziale”. Per l’occasione, solo nella sera del 22 giugno, l’esposizione sarà visitabile fino alle ore 24.
La stampa e la cittadinanza sono cordialmente invitate.
Informazioni: La mostra “Respira Felicità” si potrà visitare fino al 29 giugno 2019. Ingresso Libero.
Vernissage: sabato 22 giugno, ore 19
Orari: tutti i giorni, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 19.
Contatti: Fondazione Sassi – tel. +39 0835 333348 – info@fondazionesassi.org
Per informazioni sui dipinti e per effettuare donazioni alla Fondazione Francesca Divella:
tel. 3911612483 – e-mail: fondivella@gmail.com – Iban: IT40 H053 8516 1000 0000 2203 609
Biografia di Ivana Burello
Ivana Burello, pittrice contemporanea, è nata nel 1963 a Udine. Non ancora ventenne, inizia a partecipare a mostre collettive in Friuli-Venezia Giulia, successivamente a Parigi, Istanbul, New York, Philadelphia, e consegue una serie di riconoscimenti che la motivano fortemente nel suo successivo impegno, vince un concorso e viene premiata come giovane artista friulana a Roma nel 1987, in Campidoglio. Inizia a farsi un nome e partecipa a numerose manifestazione collettive e personali negli anni tra l’80 e il 90; incontra Rotella e Schifano, che la premia ad un concorso. La sua istintività, tuttavia è ancora esuberante e in un certo senso priva di un metodo. Allora studia, frequenta altri artisti, si appassiona all’opera dei Basaldella, Afro soprattutto. Il percorso della Burello continua con l’assimilazione, accanto all’astrattismo, al gestuale, di certo espressionismo tedesco. Talvolta, nelle opere degli ultimi anni, di questo periodo maturo, il colore deflagra, scoppia verso l’esterno. In altri casi vi è bisogno di pochi segni, spesso solo nero su bianco, poche gocce per dire qualcosa. Parallelamente il percorso della Burello non si limita alle grandi tele, dove può spaziare con segni ampi e consentire al suo gesto maggiore libertà; lavora pure sul piccolo formato, partendo da materiali e supporti eterogenei, ritagli di giornale, fotografie, appunti, carte che presuppongono un approccio diverso, più contenuto, meno esuberante, più intimistico. Da questa esperienza riaffiora l’esperienza nel ritratto, spesso condotto come mestiere, su commissione. Allora si affaccia al mondo della musica, dei suonatori, dell’improvvisazione: volti, ombre, silhouette rappresentate con pochi segni, scalfiti con graffiature. Altre volte si concentra nel paesaggio: irriconoscibile, perché si tratta di un paesaggio interiore, che in un certo senso non rappresenta affatto: una sorta di luogo dell’anima, dove vengono elaborate anche esperienze contrastanti, spesso estreme, mai banali.