In concomitanza con le “Giornate Europee del Patrimonio 2020” la Fondazione SoutHeritage ha inaugurato nella propria sede in via San Potito 8 nei Sassi di Matera “Aperto?” la seconda sessione del programma dedicata all’artista, compositore e musicologo italiano Francesco Balilla Pratella.
“Aperto?” è un programma espositivo prodotto e editato da Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea, redatto da Angelo Bianco e coordinato da Roberto Martino, con il contributo di Francesca De Michele e realizzato con il sostegno di Palazzo Viceconte Cultura di Matera e Bgreen – agricoltura e partecipazioni di Matera
La mostra si potrà visitare fino al 15 novembre 2020 con orario continuato dal lunedì alla domenica.
Con il progetto “APERTO?” la Fondazione SoutHeritage propone una serie di episodi espositivi che interrompono il ritmo delle mostre programmate per il 2020, per presentare una serie di iniziative artistiche su una scala appropriata alle urgenze inaspettate del momento inaugurando un progetto espositivo costruito intorno a sei chiusure consecutive degli spazi della fondazione, sei modalità visive ed esperienziali appositamente selezionate, ad opera di altrettanti artisti contemporanei: Francesco Balilla Pratella, Henry Flynt, Ghislain Mollet-Viéville, Sergio Racanati, Ben Vautier, Lawrence Weiner.
I singoli interventi artistici previsti dal programma, che formano un palinsesto di visioni sulla produzione di artisti che hanno lavorato sul concetto di chiusura, preclusione e riduzione, oscillano tra smantellamento e costruzione di un’esposizione guidati anche da uno stretto dialogo con le particolarità spaziali dell’architettura della fondazione, una cappella gentilizia del XVI sec. – facente parte di uno dei pochi esempi di pregevole architettura palaziale degli storici Rioni Sassi di Matera (Palazzo Viceconte) – che presenta una porzione architettonica vocata a vestibolo, spazio metaforico per eccellenza, interno e esterno allo stesso tempo.
Il progetto s’inserisce dunque pienamente nel solco di idee e approcci radicali ai formati espositivi promossi dalla fondazione che, fin dalla sua istituzione, sono sempre stati tesi a rimodellare il concetto di mostra. In questo quadro i lavori del progetto “APERTO?” sono presentati come una messa in scena liberamente fruibile dal contesto urbano; in tal modo, questo speciale programma interinale, ispirato dalle urgenze del momento e dalla conformazione architettonica degli spazi della fondazione, riporta l’arte e gli artisti nello spazio pubblico – tra città e sede espositiva – invitando i visitatori ad una passeggiata nel cuore dei Rioni Sassi (Patrimonio UNESCO) per rinnovare la conoscenza dell’arte contemporanea e della sua storia. Attraverso questa modalità espositiva, i diversi appuntamenti del programma “APERTO?”, le condizioni contingenti attuali, ma anche quelle funzionali e architettoniche dell’attuale sede della fondazione, diventano dunque al contempo soggetto e materiale per queste speciali presentazioni di opere in un particolare spazio architettonico di articolazione fra esterno e interno, tra interruzione e sospensione.
Un’opportunità per ridare valore all’arte fuori dai contesti deputati, come riflessione sulle inaspettate autorivelazioni che produce l’isolamento e la disconnessione, ma anche sul paradosso della smaterializzazione dell’esperienza dell’opera capace di riflettere sulla fruizione isolata in questo particolare momento storico.
Il secondo appuntamento del programma presenta la ricerca di Francesco Balilla Pratella (Lugo, 1880 – Ravenna, 1955), compositore e musicologo italiano protagonista dell’avanguardia musicale europea. Fu, insieme a Luigi Russolo, uno dei padri della Musica Futurista e co-autore del Manifesto dei Musicisti Futuristi (1910). Nell’ambito dei suoi studi e delle sue composizioni caratterizzate dall’enarmonia, dalla dissonanza, dall’atonalità, dal rumore, dall’indeterminazione e dalla ripetizione nella propria realizzazione, per il programma “Aperto?” è prevista la presentazione di una sequenza di registrazioni basate sulla pura rumoristica d’ambiente al posto di suoni armonici. Una serie di suoni d’ambiente legati al concetto di chiusura e derivati dalla rumoristica di scena in ambito teatrale, funzionali a sottolineare e problematizzare i concetti di chiusura, preclusione e riduzione, ma anche a riflettere sulla possibilità, offerta dal processo di smaterializzazione dell’opera, di fruire della stessa in maniera isolata, condizione che in questo particolare momento storico si rende strettamente necessaria.
La fotogallery di “Aperto?” la seconda sessione del programma dedicata a Francesco Balilla Pratella (foto www.SassiLive.it)