Sabato 27 giugno 2020 nella sede Fondazione SoutHeritage in via San Potito si inaugura la serie di installazioni del programma “Aperto?”. Di seguito i particolari del progetto curatoriale.
A partire dal 27 giugno Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea, malgrado le restrizioni sanitarie e le ordinanze di distanziamento, presenta un nuovo progetto culturale “riaprendo le sue porte” e cercando al tempo stesso di minimizzare quanto più possibile i rischi per il suo staff e i visitatori e non privare questi ultimi della restituzione plastica del pensiero artistico, nel pieno rispetto di tutte le norme di contenimento previste dai vari DLP Covid-19.
In questo quadro, la fondazione propone una serie di episodi espositivi che interrompono il ritmo delle mostre programmate per il 2020, per presentare una serie di iniziative artistiche su una scala appropriata alle urgenze eccezionali e inaspettate del momento inaugurando un progetto espositivo costruito intorno a sei chiusure consecutive dei propri spazi, sei modalità visive ed esperienziali appositamente selezionate, ad opera di altrettanti artisti contemporanei: Francesco Balilla Pratella, Henry Flynt, Ghislain Mollet-Viéville, Sergio Racanati, Ben Vautier, Lawrence Weiner.
Gli interventi artistici previsti dal programma chiuderanno in successione gli spazi della fondazione, formando un palinsesto di visioni sulla produzione di artisti che hanno lavorato sul concetto di chiusura, preclusione e riduzione, riflettendo, da un lato sul potenziale delle narrative delle mostre e d’altro sull’ordine simbolico delle esposizioni, messi in discussione, immaginati e ampliati dai vari interventi in programma che questionano l’influenza di operazioni artistiche sui concetti ostensivi nell’arte contemporanea. Le opere prodotte per l’occasione o riattivate per il progetto, tutte provenienti da alcune collezioni pubbliche o costruite in stretta collaborazione con gli artisti e i loro archivi, si misurano infatti con il concetto di superfice espositiva o spazio chiuso, oscillando tra smantellamento e costruzione di un’esposizione.
Il progetto, a cura di Angelo Bianco – direttore artistico della fondazione – propone una struttura di appendici visive episodica, prevedendo una serie di allestimenti connotati da una drammaturgia espositiva che problematizza le tensioni associate ai tempi del coronavirus. In risposta a queste istanze, il progetto curatoriale ha strutturato il palinsesto di presentazioni come un quadro fiammingo, composto cioè da varie narrazioni che contribuiscono al senso di una visione unica guidata anche da uno stretto dialogo con le particolarità spaziali dell’architettura della fondazione, una cappella gentilizia del XVI sec. facente parte di uno dei pochi esempi di pregevole architettura palaziale degli storici Rioni Sassi di Matera (Palazzo Viceconte), che presenta una porzione architettonica vocata a vestibolo, spazio metaforico per eccellenza interno e esterno allo stesso tempo.
Il progetto s’inserisce dunque pienamente nel solco di idee e approcci radicali ai formati espositivi promossi dalla fondazione che, fin dalla sua istituzione, sono sempre stati tesi a rimodellare il concetto di mostra. In questo quadro i lavori del progetto “APERTO?” sono presentati come una messa in scena liberamente fruibile dal contesto urbano; in tal modo, questo speciale programma interinale, ispirato dalle drammatiche urgenze del momento e dalla conformazione architettonica degli spazi della fondazione, riporta l’arte e gli artisti nello spazio pubblico – tra città e sede espositiva – invitando i visitatori ad una passeggiata nel cuore dei Rioni Sassi (Patrimonio UNESCO) per rinnovare la conoscenza dell’arte contemporanea e della sua storia.
Nei diversi appuntamenti del programma “APERTO?” le condizioni contingenti attuali, ma anche quelle funzionali e architettoniche dell’attuale sede della fondazione, diventano al contempo soggetto e materiale per queste speciali presentazioni di opere riunite in un progetto ibrido, assemblato come una costellazione di presenze in un particolare spazio architettonico di articolazione fra esterno e interno, tra interruzione e sospensione.
Con la sua struttura questo progetto espositivo vuole dimostrare come un rallentamento attento ed intelligente possa essere una via d’uscita, una strada alternativa capace di far percepire l’importanza e il valore dell’arte al pubblico finale. Un’opportunità per ridare valore all’arte fuori dai contesti deputati, come riflessione sulle inaspettate autorivelazioni che produce l’isolamento e la disconnessione, ma anche sul paradosso della smaterializzazione dell’esperienza dell’opera capace di riflettere sulla fruizione isolata in questo particolare momento storico.
Attraverso questa serie di presentazioni, la Fondazione SoutHeritage intende così offrire un segnale positivo, facendosi amplificatore della voce degli artisti e dell’arte in un viaggio attraverso alcune opere d’arte contemporanea come riflessione sulla portata di quello che sta accadendo ma anche su come questo porti a ripensare il significato di mostra e esposizione.
La prima presentazione del programma è dedicata a Henry Flynt (Greensboro_USA, 1940) artista, musicista e filosofo associato all’Arte Concettuale e alla corrente “Fluxus”, che ha avuto grande influenza intellettuale sull’avanguardia americana dei primi anni ’60 collaborando con numerosi artisti: Yoko Ono, Simone Forti, Walter De Maria, George Maciunas, Velvet Underground, La Monte Young. Le sue idee, alla base di un ripensamento multidisciplinare e radicale di ciò che potrebbe costituire la pratica artistica, sono anche al centro dell’intervento presentato nell’ambito del programma espositivo “APERTO?”.
“APERTO?”
Programma espositivo prodotto e editato da Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea
Redatto da Angelo Bianco
Coordinato da Roberto Martino
Con il contributo di Francesca De Michele
Realizzato con il sostegno di Palazzo Viceconte Cultura / Matera
Fondazione SoutHeritage, Via Piazza Duomo-Via S. Potito 8, Matera
Periodo sessione 27 giugno > 10 agosto 2020
Orari lunedì > domenica – h. 24
Biglietti gratuito
Come arrivare
Area soggetta a ZTL.
Si consiglia di parcheggiare presso parcheggio P.zza Mulino e raggiungere P.zza Duomo – V. San Potito a piedi.