La Regione Basilicata deve restituire alla città di Matera il bozzetto dello stemma di Matera realizzato dall’artista futurista Fortunato Depero. E’ l’appello che rilancia con una nota inviata alla nostra redazione l’artista materano Franco Di Pede, che aveva già invocato la stessa richiesta sulle pagine del Quodiano qualche anno fa grazie all’articolo di Biagio Tarasco.
Fortunato De Pero, uno dei maestri del Futurismo, presentò un suo bozzetto al concoso indetto dal Comune nel 1938 per la creazione dello stemmo citadino. Ma fu giudicato dalla giuria graficamente troppo avanti e innovativo. In basso unna doppia “M” a destra e sinistra e la scritta “Matera” inserita in posizione centrale. Nel disegno di Depero la lettera “M” di Matera viene raddoppiata attraverso un gioco di simmetria, tovando collocazione alla base dello stemma, in cui dominano i colori nero, azzurro e bianco. Colorata di rosso invece la spiga che il bue serra nella bocca. Un’anfora bianca, probabilmente richiamo ad un artigianato fiorente a Matera in quel periodo, inconcia il bue e la corona posta sulla sua testa.
Nessuno conosce invece il significato della doppia “M”, perchè non c’è nessuno testo che spiega il lavoro di Depero.
La giuria premiò lo stemma attuale in cui dominano i colori bianco, azzurro e argento e nel quale spicca il bue con tre spighe in bocca con una corona gigliata sulle corna, sormontata dalla lettera “M”. Il motto riportato nella parte inferiore è “Bos lassus firmus figit pedem”, che tradotto dal latino vuol dire “Il bue stanco affonda la zampa più fermamente”, una frase che riproduce nel migliore dei modi il carattere del popolo materano.
La scoperta dello stemma di Matera realizzato da Fortunato Depero si deve proprio all’artista materano Franco Di Pede, che rintracciò il bozzetto durante i preparativi per la mostra “Omaggio al Futurismo” organizzata presso lo Studio Arti Visive in via Margherita, nota anche come via delle Beccherie, dal 1° al 30 dicembre 1973. In quella occasione la personale di Depero si affiancava a opere di Marinetti, Russolo, Carrà, Boccioni, Prampolini, Balla e Severini.
Di Pede ricorda che il disegno originale dello stemma di Matera proposto da Depero dovrebbe trovarsi in qualche cassetto della Regione Basilicata. Sarebbe opportuno che il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri chiedesse alla Regione di restituire questo progetto grafico alla città di Matera, anche in vista degli appuntamenti culturali previsti per Matera 2019. Se Depero, un futurista che ha fatto scuola nel secolo scorso, ha dedicato un suo lavoro alla città di Matera realizzato un bozzetto per il nuovo stemma della città ci sembra opportuno che questo bozzetto sia restituito alla città dei Sassi in modo da poter organizzare anche un evento culturale che possa rendere omaggio all’artista di Rovereto. Depero è considerato il padre del design italiano sia a livello teorico che per aver scritto il Manifesto “Ricostuzione futurista dell’Universo” insieme a Giacomo Balla nel 2015, sia per la sua lunghissima attività nel campo delle arti applicate. Fascista per opportunismo, Depero è stato quello tra i futuristi che ha saputo maggiormente coniugare tradizione, folklore e assoluta modernità, esplorando nuove frontiere dell’arte visiva e regalando al mondo una sorprendente rigenerazione nella costruzione e nella percezione delle immagini, che sarebbe esplosa negli anni successivi.
Michele Capolupo
Nella fotogallery il progetto grafico proposto per il concorso dello stemma di Matera da Fortunato Depero e la locandina della mostra d’arte “Omaggio al Futurismo” realizzata dall’artista materano Franco Di Pede con le opere dell’artista di Rovereto