Gli albarelli della collezione Chini, in mostra al MuMA di Laterza, sono una testimonianza imponente del periodo aureo della maiolica laertina.
Inaugurata lo scorso 2 dicembre, l’esposizione temporanea ci riporta idealmente al XVIII secolo, quando nelle circa 40 botteghe artigiane cittadine si lavorava al tornio per creare capolavori oggi presenti in tutti i musei del mondo. Il recupero di quel primato (obiettivo faticoso, considerato che oggi le botteghe sono solo 5, ma irrinunciabile) è una delle priorità dell’Amministrazione Comunale di Laterza, che sfruttando l’opportunità fornita dal progetto regionale “La Murgia abbraccia Matera” ha posto un ulteriore puntello all’impalcatura che sostiene la rinascita culturale della cittadina, in particolare con il Museo della Maiolica e in generale con il macro contenitore del Palazzo Marchesale.
Proprio questi due luoghi, simbolo del fervore che attraversa Laterza, hanno ospitato sabato prologo e inaugurazione della mostra dedicata alla collezione di Virgilio Chini, medico e ordinario dell’Università di Bari, nato a Bassano del Grappa ma innamorato della Puglia, tanto da ricercare e conservare le cose più belle che questa terra gli seppe offrire: 29 recipienti usati nelle antiche farmacie, 23 dei quali dall’inconfondibile stile laertino, donati al Museo Civico di Bassano del Grappa e oggi in esposizione a Laterza, per arricchire seppur temporaneamente il novero dei pezzi già presenti al MuMA.
Prima di svelare ai numerosi cittadini presenti la loro bellezza, però, nella sala “La Cavallerizza” del Palazzo Marchesale si è tenuto un confronto a più voci sull’importanza di questo percorso di valorizzazione, iniziato per dare corpo a un sogno per anni solo coltivato. Il MuMA, invece, oggi è un riferimento non solo territoriale: dalla sua apertura, esattamente due anni fa, ha ospitato circa 15mila visitatori, attirando il turismo canonico, quello culturale e anche ricercatori e scienziati interessati ai processi di lavorazione della maiolica. Dati, questi, orgogliosamente elencati dal consigliere comunale delegato al MuMA, Sabrina Sannelli.
Ecco perché il progetto “La Murgia abbraccia Matera” ha ritrovato in questo percorso un ambiente favorevole dove innestarsi. Il recupero delle filiere produttive, la riscoperta dei luoghi di lavoro, che oggi definiamo archeologia industriale, sono le ragioni di fondo di questo progetto, che vuole coinvolgere cittadini e professionisti intorno alla necessità di partecipare alla creazione della bellezza. Che può salvare il mondo, certo, ma solo con la consapevolezza comune. Parole del consigliere regionale Enzo Colonna, padre del progetto “La Murgia abbraccia Matera”, che ha attivamente partecipato alla serata inaugurale della mostra, portando spunti di riflessione e anche qualche consiglio pratico per continuare nell’opera di recupero di Palazzo Marchesale.
Che si è candidato anche a ospitare la biblioteca di comunità e l’archivio storico del Comune, attraverso una specifica misura di finanziamento regionale. Il sindaco di Laterza Gianfranco Lopane lo ha annunciato a margine dell’incontro, definendo il Palazzo Marchesale un contenitore sul quale avere le idee chiare, anche in ragione dell’individuazione delle risorse necessarie al suo completo recupero.
Nel frattempo, il MuMA segna già una tappa importante. Che è stata fissata nel bel catalogo prodotto per la mostra e dedicato ai capolavori della maiolica laertina, compresi gli albarelli della collezione Chini e i pezzi della collezione Calabrese, più i prestiti provenienti dal Santuario diocesano “Maria Ss. Mater Domini”, rappresentato dal delegato vescovile don Domenico Giacovelli che ha portato il suo contributo durante l’incontro inaugurale.
Per Nicola Zilio, che ha curato l’allestimento della mostra e del catalogo, si tratta di un’occasione imperdibile per la crescita del MuMA, un arricchimento che definisce meglio il ruolo delle fornaci laertine nella storia dell’arte figula nazionale.
La mostra, aperta fino al prossimo 31 maggio, vanta il patrocinio della Regione Puglia, del Santuario Diocesano Mater Domini, dell’Associazione Italiana Città della Ceramica, dell’Università degli studi di Bari, del Comune di Bassano del Grappa e dei Musei Civici di Bassano, della Banca di Credito Cooperativo di Marina di Ginosa e dell’Università di Bari.
Dic 03