Un pomeriggio all’improvviso quello spazio dalle molte anime nel centro della città, l’attuale Museo Cambellotti, prende vita, si riempie. L’occasione è il vernissage della mostra degli scatti finalisti del Primo concorso internazionale di fotografia Città di Latina. Una cosa fatta secondo i canoni di qualche decennio fa, a essere virtuali rimangono le comunicazioni, le foto sono lì, in carta e colori, a raccontare “L’Umanità, la bellezza, il mito”. Il concorso è internazionale davvero, tra amatori e professionisti hanno partecipato in più di 200, da tre continenti.
Per l’occasione, sempre al Museo Cambellotti, si possono ammirare alcune delle foto realizzate dai ragazzi della scuola laboratorio “A Mundzuku ka hina”, portato avanti dall’associazione Basilicata Mozambico ODV. Si tratta di un laboratorio di creatività, oltre che un percorso formativo finalizzato all’inserimento nel mondo del lavoro, al quale hanno partecipato orfani, ex bambini di strada, giovani abitanti della discarica di Maputo.
Nello stesso ambito, ma in maniera virtuale, è presentata anche la mostra fotografica “MATER Matera – la parola più bella sulle labbra dell’umanità”, realizzata con le fotografie dell’archivio Genovese di Marisa Antonucci – scomparsa lo scorso Luglio ad 85 anni, prima fotografa nella città di Matera dagli anni ’50, è stata parte attiva e operativa insieme al compagno di una vita Rosario –, dove alle immagini in bianco e nero di una Matera degli anni passati sono state affiancate quelle a colori di una Maputo attuale, creando così un suggestivo parallelismo convergente, proponendo stimoli di riflessione attuali fortemente visivi e sociali. L’idea è stata quella di ripercorrere, attraverso l’occhio di una materana d’adozione, antesignana dell’emancipazione femminile in un contesto culturale e lavorativo fortemente connotati al maschile, la storia di una città e della sua cultura, in bilico tra pregiudizi di genere e riscatto.
“Rigraziamo l’Associazione “Latina Mater” – dichiarano all’unisono Guido Galante e Andrea Fontanarosa – per la sensibilità mostrata verso il nostro progetto, l’entusiasmo con cui hanno voluto esporre le foto dei ragazzi e la visibilità che ci hanno dato in questa importante occasione, dimostrando la propensione al dialogo e confronto oltre i propri confini”.
La bellezza degli scatti finalisti, quelli dei “ragazzi della discarica” della capitale mozambicana e quelli del progetto “Mater Matera”, si possono ammirare tutti i giorni, gratuitamente, dal 14 aprile fino a venerdì 28 aprile presso il Museo Cambellotti di Latina, quando si terrà la cerimonia di premiazione.