“I fuochi di Matera”: questo il nome scelto per la nuova opera dell’artista materano Giuseppe Mitarotonda, svelata nel pomeriggio nei giardini dell’hotel del Campo a Matera in occasione dell’incontro “Le maioliche di Mitarotonda tra Storia, Mito e Fisica Quantistica” organizzato dal Circolo Culturale La Scaletta.
All’incontro, introdotto da Marianna Dimona, hanno partecipato il presidente del Circolo La Scaletta di Matera, Paolo Emilio Stasi e due storici amici di Giuseppe Mitarotonda, Ninì Zagaria e Cesare Passarelli.
“Un cielo capovolto. Luci in terra che brillano nell’oscurità di una notte a Matera”. E’ lo scenario raccontato da Tommaso Stigliani e dipinto su maiolica istoriata da Giuseppe Mitarotonda in un nuovo pannello che racconta la storia, evoca il mito ed addirittura riesce a creare connessioni con la fisica quantistica attraverso il linguaggio universale dell’arte.
L’opera andrà ad arricchire la mostra allestita nella chiesa rupestre di Madonna delle Virtù, nei Sassi di matera.
Il pannello (delle dimensioni di 1,5 x 1,5 metri) è composto da formelle di maiolica dipinte e restituisce un panorama della città in cui sono ancora presenti le fortificazioni difensive, con porte d’ingresso che di notte venivano sbarrate, e torri di avvistamento che garantivano la sicurezza dai pericoli grazie anche ad una serie di fuochi accesi nei vicinati dei Sassi. Un sistema di difesa civico in cui i falò dovevano essere alimentati per tutta la notte per evitare che si spegnessero.
L’artista Mitarotonda ha dichiarato: “Il pannello istoriato è stato ispirato dalla lettura di un capitolo della storia di Matera pubblicata da Padre Marcello Morelli che fa riferimento al poema ‘Il mondo nuovo’ del poeta materano Tommaso Stigliani, che descriveva Matera come un cielo capovolto perché faceva riferimento al fuoco che all’imbrunire ogni famiglia residente nei Sassi doveva accendere all’uscio delle rispettive abitazioni su disposizione delle autorità dell’epoca. I guardiani contavano i fuochi per fare un piccolo censimento giornaliero in modo da verificare chi era tornato dal lavoro e chi invece era rimasto fuori e per quale motivo. Questo a mio avviso era un indice di civiltà. Sono rappresentate scene di vita nei Sassi di Matera con le mura che circondavano il centro abitato e la Porta Postergola, chiamata “volgarmente” Porta Pistola nella traduzione dell’espressione dialettale. Una ceramica istoriata che racchiude le dominazioni che si sono alternate sul nostro territorio: greca, normanna, longobarda, sveva, angioina, borbonica, ognuna con il proprio stile. Il mio obiettivo non è ovviamente quello di scrivere la storia attraverso le immagini ma di incuriosire, far appassionare, forse anche far sognare chi guarda i dipinti su maiolica e magari spingerli a ricercare fatti e avvenimenti per far luce sul passato della città”.
A dialogare con Mitarotonda nella presentazione saranno l’ingegnere Ninì Zagaria e il chimico Cesare Passarelli che hanno offerto, secondo quanto dichiarato da Ninì Zagaria “una lettura particolare delle sue opere basata sulla conoscenza diretta dell’artista e sulle suggestioni che i suoi quadri-mosaico riescono ad evocare attraverso i colori, le scene di vita popolare e le profezie che parlano al futuro tenendo fisso lo sguardo sul passato”.
“Peppino Mitarotonda – ha precisato Passarelli – è l’unico artista che ho potuto seguire in tutta la sua evoluzione in virtù della nostra amicizia che ci lega da più di 50 anni. In un tardo pomeriggio invernale, mentre ero immerso nella lettura di testi di fisica quantistica, ho avuto un’intuizione: ho interpretato con i numeri alcuni tratti fondamentali della sua arte. Ne ho parlato con lui per tanti giorni ed alla fine mi ha convinto a esternare le mie intuizioni”.
“A stupire – spiega il Presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi – non è la bellezza di quest’opera che non fa notizia perché siamo di fronte ad uno degli artisti più talentuosi della città. E’ piuttosto la capacità di Mitarotonda di rappresentare scene di straordinaria quotidianità, perdute nella memoria della comunità, che risultano essere familiari quasi come se facessero parte di un vissuto recente e conosciuto da tutti. Un’opera da vedere e da scoprire, piena di dettagli incredibili e che andrà ad arricchire la mostra allestita nella chiesa della Madonna delle Virtù che sta ottenendo una crescente attenzione da parte dei visitatori della città”.
Michele Capolupo
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La fotogallery dell’opera dell’artista materano Giuseppe Mitarotonda (foto ww.SassiLive.it)