Dopo il grande successo registrato al Fuori Expo Basilicata 2015 presso la sala Mondadori Multicenter di Milano lo spettacolo teatrale “I predatori delle tre porte” è stato offerto nuovamente in forma gratuita anche nella città di Matera, con due repliche consecutive programmate nel pomeriggio e in serata a Casa Cava. Drammaturgia di Costantino Dilillo, regia e narrazione di Masssimo Lanzetta, soggetto di Francesco Foschino, illustrazioni di Pino Oliva, foto e video di Giuseppe Losito e musiche originali e della tradizione popolare eseguite dal vivo dal cantore Rino Locantore. Questi i protagonisti di una rappresentazione affascinante scaturita da una idea di Gigi Esposito e Pier Francesco Pellecchia, impegnati nell’Ente Parco della Murgia Materana. Sul palco di Casa Cava l’attore Massimo Lanzetta interpreta Francesco Foschino, Rino Locantore esegue canti della tradizione popolare trasformando anche una semplice bottiglia in uno strumento musicale mentre la guida turistica Francesco Foschino nel finale interpreta se stesso e poi aiuta il pubblico a scoprire come è riuscito a ritrovare uno dei cinque affreschi rubati nel 1961 dal professore e collezionista d’arte tedesco, Rudolf Kubesh nella chiesa rupestre di Madonna delle tre Porte, situata nel Parco della Murgia Materana. Altri dodici furono rubati sempre da Kubesh nell’anno successivo ma grazie alla tenacia dei soci del Circolo La Scaletta le pitture murarie furono restituite alla città di Matera.
Le Chiese rupestri del Parco della Murgia materana, oltre un centinaio, conservano affreschi di natura religiosa che sin dall’Anno Mille furono testimonianza di fede del popolo materano. 17 pitture parietarie, fra il 1961 e il 1962, vennero rubate dal professore tedesco Rudolf Kubesh, che arrivà a Matera in compagnia di due suoi assistenti. Ben presto individuato dall’Interpol, il professore fu processato e condannato per il furto di 17 affreschi che, per anni, si credettero tutti recuperati.
Francesco Foschino è riuscito invece a scoprire che cinque di quei dipinti furono rubati in occasione del primo viaggio di Kubesh a Matera avvenuto nel 1961 e con il Dottor Sernetz, dopo due anni di lunghe e tenaci indagini fra Italia e Germania, nel 2012 è riuscito a recuperare la Testa Romanica del Vegliardo, restituendolo alla città di Matera.
“I predatori delle tre porte” è la storia di quel furto di oltre 50 anni fa e del recente recupero della Testa Romanica da parte della guida turistica materana.
Il racconto ripercorre quegli avvenimenti in forma di giallo investigativo e sottolinea con il testo, le illustrazioni, le foto e le suggestioni musicali, la bellezza dei luoghi in cui si svolsero i fatti. Su soggetto di Foschino, il testo di Dilillo nonostante faccia riferimento ai documenti dell’epoca, propone la vicenda in modo romanzato in modo da offrire al pubblico un thriller leggero.
I protagonisti, tutti interpretati dall’attore Massimo Lanzetta, si muovono sullo splendido scenario del Parco della Murgia e fra le vie della città di Matera e la vicenda, dal 1962, si sposta ai giorni nostri. Il cambio d’epoca viene rappresentato anche con il diverso utilizzo delle forme narrative e delle tecnologie: dalla voce narrante dell’attore, supportata dalle illustrazioni di Pino Oliva e dalle musiche di Rino Locantore, si passa alla rappresentazione in video curata da Pino Losito e dallo stesso Foschino. Il pubblico presente a Casa Cava ha potuto apprezzare una sessione divulgativa in un originale format narrativo. Uno spettacolo al quale ha assistito con viva soddisfazione e commozione in prima fila anche Michele De Ruggieri, fratello maggiore di Raffaello, attuale sindaco di Matera. Michele e Raffaello De Ruggieri sono stati due dei principali animatori del Circolo La Scaletta e di conseguenza furono anche i protagonisti di questo episodio che ha segnato inevitabilmente anche la storia del nostro patrimonio storico-artistico e religioso della città dei Sassi, dal 17 ottobre 2014 designata capitale europea della cultura dopo aver ricevuto nel 1993 l’iscrizione dall’Unesco nella lista delle città patrimonio mondiale dell’Umanità.
Francesco Foschino ha ricordato al pubblico come è riuscito a riportare la testa del Vegliardo Santo Monaco a Matera. Il 13 aprile del 1962 era stato “strappato” da una parete della chiesa rupestre della Madonna degli Angeli, nel cuore del parco della Murgia materana dal professore tedesco Rudolf Kubesh, riconosciuto in seguito come l’autore di altri furti di opere pittoriche che fanno parte del ricco patrimonio storico-religioso della città dei Sassi, tra cui uno stemma arcivescovile custodito all’interno del Santuario di Santa Maria della Vaglia. L’affresco è stato recuperato grazie al lavoro sinergico svolto dalla guida turistica materana Francesco Foschino e dal professore tedesco Friedrich Sernetz, già allievo di Rudolf Kubesh. L’affresco del Vegliardo Santo Monaco era dato per distrutto ma nell’ottobre 2010 il professore Sernetz arriva a Matera per raccogliere notizie utili per la biografia dedicata al suo maestro. E’ in questa occasione che incontra la guida turistica Francesco Foschino. E’ in quel momento che si torna a discutere dell’affresco del Vegliardo Santo Monaco che Kubesh aveva asportato dalla chiesa rupestre della Madonna degli Angeli. Per oltre un anno Foschino e Sernetz hanno battuto tutte le piste per cercare di ritrovare l’affresco dato per distrutto e qualche settimana fa la missione è stata portata a termine. Si è scoperto che l’opera era in possesso di un cittadino tedesco completamente ignaro della provenienza dell’affresco, che risulta integro ed in ottimo stato di conservazione. L’affresco raffigura un vegliardo Santo monaco, ed illuminava l’abside della chiesa di Madonna degli Angeli, a sinistra dell’altare, nel parco della Murgia materana. Il 13 aprile del 1962, l’insegnante tedesco Rudolf Kubesch, con due giovani assistenti, precisamente un ragazzo e una ragazza, trafugò circa 15 affreschi dalle chiese rupestri dell’agro materano con la tecnica dello strappo. Tra questi anche il Vegliardo Santo Monaco.
Il crimine fu scoperto da un giovane studente materano, Nicola Locuratolo, che avvisò immediatamente i soci del Circolo La Scaletta, che denunciarono il furto ai Carabinieri il 21 aprile 1962, a distanza di una settimana dal giorno in cui si presume siano avvenuti i furti da parte di Kubesch. L’azione congiunta di Interpol e Carabinieri ha permesso di recuperare un parte degli affreschi, ma il Vegliardo Santo Monaco è rimasto per mezzo secolo in terra di Germania. Le opere non recuperate furono ritenute distrutte per sempre nel tentativo di strappo.
Nell’ottobre 2010 avviene un incontro casuale fra Friedrich Sernetz, già allievo di Kubesch ed in procinto di scriverne una biografia, e Francesco Foschino, operatore turistico materano ed appassionato ricercatore di storia locale.
Nasce in quel momento una fruttuosa collaborazione italo-tedesca, che ha permesso la puntuale ricostruzione del furto grazie a documenti e testimonianze inedite raccolte da Sernetz e Foschino fra la Germania e l’Italia, e che quindi ha reso possibile il ritrovamento dell´affresco.
Non è da escludere che successive indagini, svolte anche in collaborazione con gli organi preposti, possano permettere di recuperare anche gli altri affreschi trafugati e mai ritornati. L’opera è stata ufficialmente riconsegnata alla città in occasione dei 50 anni esatti dal furto presso il monastero di Santa Lucia alla Civita.
Nel corso dello spettacolo viene ricostruita anche la scena della denuncia ai Carabinieri, favorita dalla segnalazione di Nicola Locuratolo e sui benefici che sono scaturiti da quell’episodio decisamente negativo.
Curiose anche le giustificazioni con cui il tedesco Rudolf Kubesh aveva provato ad evitare la pena che poi fu inflitta dal tribunale di Matera per il furto dell’affresco del Vegliardo Santo Monaco messo a segno sulla Murgia Materana. Kubesh aveva ricordato di essere benestante e di aver sottratto gli affreschi da un luogo abbandonato sommerso dal degrado con l’intenzione di salvare gli affreschi. Tesi che ovviamente non convinse le forze di Polizia. Kubesh fu punito con sei mesi di reclusione e una multa di 25 mila lire ma a distanza di 50 anni da quel furto l’affresco ritrovato si può ammirare nel Museo d’arte medievale e moderna, ubicato nelle sale superiori di Palazzo Lanfranchi assieme agli altri affreschi recuperati grazie al lavoro investigativo di Francesco Foschino.
Michele Capolupo
La fotogallery dello spettacolo “I predatori delle tre porte” (foto www.SassiLive.it)