Sabato 25 giugno 2022 alle ore 19.30 negli spazi di Arti Visive Gallery a Matera è in programma l’inaugurazione della mostra collettiva “Il 2… per sei. Lo “strazzo” visto da sei artisti materani”. La mostra sarà visitabile sino al 3 luglio.
Di seguito i particolari.
E’ l’aspetto conclusivo della festa, per molti certamente il più atteso; è il tempo in cui può finalmente liberarsi tutta quell’energia che cresce pian piano e si accumula nelle settimane e nei giorni che precedono il 2 luglio, una energia che si alimenta ulteriormente con i ritmi serrati ed incalzanti di una lunga giornata che comincia alla prime luci dell’alba e che giunge al parossismo a tarda sera con la partecipazione attiva di una intera comunità ad un rito collettivo, per certi versi ancestrale, che rimanda al ciclo incessante e circolare della vita e della morte, al ritmo perenne della natura, al mito della rinascita dalle ceneri, della rigenerazione che si origina e viene dopo la distruzione e l’annientamento, della fragilità da cui solamente può emergere la vera tensione generativa.
La tensione palpabile che si vive, l’attesa che precede il “momentum”, l’energia distruttrice/ri-generatrice che si diffonde, l’essere e il sentirsi parte integrante di un sentire comune che unisce, rassicura, consola e produce speranza per ripartire e ricominciare (… a mogghj a mogghjaquonn c vahn!), tutto questo viene fissato dall’obiettivo dei fotografi Pietro L’Annunziata, Michele Morelli e Antonio Sansone e riproposto in pochi scatti (appena due per ognuno) che hanno il pregio di restituire l’immediatezza dell’attimo e di fissare su carta tutto il flusso di emozioni e sensazioni che scaturiscono e che sopravvivono anche oltre l’istante imprigionato per sempre nel fotogramma per costruire, alimentare e sedimentare un ricordo che diviene, così, memoria individuale e collettiva.
Agli artisti Franco Di Pede, Luigi Guerricchio e Nicola Pavese si deve, invece, l’altrettanto prezioso tentativo di ripensare, rivivere, rielaborare, con l’apparente distacco emotivo di chi non vive l’istante e l’immediatezza del gesto e dell’azione, l’episodio dello “strazzo” per trasformarlo in un messaggio universale, in grado di superare lo spazio ed il tempo: l’andare in frantumi è il modo migliore per rinascere più consapevoli e più forti di prima.
E’ proprio questo, forse, l’insegnamento che dovremmo trarre dagli anni dolorosi di pandemia che abbiamo appena vissuto.