A distanza di 64 anni dalla sua prima visita a Matera il giornalista e fotografo Piergiorgio Branzi è ritornato nella città dei Sassi per incontrare il pubblico al Circolo La Scaletta e raccontare la sua lunga carriera in una conversazione con Enrico Stefanelli, direttore del Photolux festival.
L’iniziativa fa riferimento alla mostra dei vincitori del World Press Photo 2019, a Matera fino al prossimo 14 luglio.
L’esposizione, che comprende i migliori scatti del fotogiornalismo mondiale, è ospitata negli Ipogei Motta, in via San Bartolomeo a pochi metri da via Ridola. Luoghi ricchi di storia e tradizione fanno da sfondo a foto di stretta attualità, che raccontano storie dolorose e piene di speranza provenienti da tutto il mondo.
“Sono arrivato a Matera nel 1955 – ha ricordato Branzi, fu un viaggio speciale fatto in moto. Ritorno a visitare i Sassi a distanza di 64 anni. All’epoca rimasi scioccato non per la condizione di miseria ma perché trovai una città molto particolare”.
Nella conversazione con Enrico Stefanelli il fotografo Piergiorgio Branzi ha raccontato più di cinquanta anni di sguardi sul mondo. Testimone del nostro tempo, Branzi ha accompagnato il pubblico nella sua Toscana, con le fotografie in bianco e nero degli anni Cinquanta, per passare da Mosca dove ha vissuto cinque anni come inviato Rai, da Parigi, per poi tornare a percorrere la nostra Penisola e arrivare alla sua ultima produzione, più sperimentale.
“Potrà sembrare un’affermazione azzardata – ha sottolineato Branzi – ma, a mio giudizio, fotografare è un’operazione compromettente. Compromettente perché quel fondo di bicchiere che conosciamo, e che capta quel lampo di luce che racchiude un frammento di realtà, è rivolto verso l’esterno, ma l’immagine proviene dal nostro intimo più profondo e nascosto: e ci racconta e ci smaschera.”
Branzi ha mostrato anche gli scatti che hanno reso memorabile il suo viaggio nella Lucania del secondo dopo guerra, in particolare a Tricarico e a Matera. Significativa l’immagine della bambina della bottega di Tricarico, fotografata dietro a un bancone con due sole uova poste sul tavolo davanti a lei o la donna in lontananza, incastonata in una finestra tra i Sassi di Matera. Sono quattro gli scatti dedicati alla città dei Sassi che Branzi ha inserito anche nella sua pubblicazione “Il giro dell’occhio”.
La mostra del World Press Photo 2019, per la prima volta nella Capitale europea della cultura, si concluderà domenica 20 luglio alle ore 18 con la presentazione del libro fotografico “Tokyo Tsukiji” di Nicola Tanzini che si terrà al Circolo La Scaletta.
La mostra del World Press Photo, organizzata da Photolux, Biennale internazionale di fotografia di Lucca, Circolo La Scaletta, 10b Photography e CIME, è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 22.
Biografia Piergiorgio Branzi
Cresciuto a Firenze, comincia a fotografare negli anni cinquanta. Formatosi nella tradizione figurativa toscana, si identifica nel “realismo-formalista”. Nel 1955 intraprende un lungo viaggio in motocicletta, attraverso l’Abruzzo e il Molise, la Puglia e la Lucania, la Calabria e Napoli, ma anche verso le zone depresse del Veneto. L’ anno successivo attraversa la Spagna. Collabora all’esperienza editoriale de Il Mondo di Mario Pannunzio, registrando con le sue immagini la nascita convulsa della società di massa, il formalismo nei comportamenti della nuova borghesia, il graduale processo di omologazione consumistica. Verso la fine degli anni Cinquanta, dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza, rallenta l’attività fotografica cercando uno sbocco nel giornalismo scritto. All’inizio degli anni sessanta è assunto dalla RAI. Nel 1962 il direttore del Telegiornale, Enzo Biagi, lo invia a Mosca, quale corrispondente televisivo occidentale nella capitale sovietica. Nel 1966 lascia Mosca per assumere l’incarico di corrispondente da Parigi. Dopo il maggio 1968, rientra a Roma come conduttore e inviato speciale del Telegiornale. Realizza inchieste e documentari in Europa, Asia, Africa. Dopo l’esperienza moscovita lascia la fotografia sperimentando la pittura e l’incisione. Riprende a fotografare a metà degli anni novanta per una rivisitazione dei luoghi pasoliniani. Dal 2007 sperimenta le possibilità della tecnica digitale. Numerose mostre personali delle sue immagini sono state ospitate in Gallerie private, Musei e Istituzioni pubbliche.
La fotogallery dell’incontro con Piergiorgio Branzi (foto www.SassiLive.it)