Grande entusiasmo per i giovani studenti della scuola media “G.Pascoli” di Matera che nella mattinata di sabato 24gennaio hanno incontrato il disegnatore di fumetti Giuseppe Palumbo. Ad accoglierlo è stato il dirigente scolastico Michele Ventrelli, che ha invitato i ragazzi a colloquiare con il disegnatore, rivolgendogli domande e ad esprimere le proprie curiosità. Ad essere coinvolte sono state le terze classi dell’istituto che, accompagnante dai docenti, hanno ascoltato con attenzione il percorso di un giovane materano che, pur avendo fatto studi universitari che avrebbero dovuto portarlo a fare l’archeologo, ha realizzato una sua grande passione, diventando uno dei più noti disegnatori di fumetti italiani.“Alla vostra età – ha detto Palumbo – già pensavo a cosa avrei voluto fare da grande, ma non avrei mai creduto che la passione per il disegno, in particolare per i fumetti, un giorno sarebbe diventata un mestiere. Ero appassionato di cose antiche e la mia città ne aveva tante; pertanto, pensavo, e così anche la mia famiglia, che un giorno avrei fatto l’archeologo, perché i miei studi mi portavano proprio a quel tipo di attività. Ma già da ragazzo io e altri amici, tra cui Pino Oliva, creammo lo studio Pazz, chiamato così, perché pensavamo di fare una cosa strana, e ci incontravamo per disegnare. E quando comunicai ai miei genitori che non avrei fatto l’archeologo, ma il disegnatore di fumetti, inizialmente non la presero bene, ma poi, capendo la mia grande passione, che mi ha portato tante soddisfazioni, ne furono felici”. Palumbo ha raccontato agli studenti il suo percorso nel mondo dei fumetti: dal suo primo personaggio Ramarro, il primo supereroe masochista, a Martin Mystère, dai suoi lavori per una casa editrice giapponese al personaggio di Diabolik, pubblicato dalla Astorina, nel 2002, nel volume cartonato “Il re del Terrore: il remake”. Ha parlato poi del suo amore per Matera, presente nelle sue storie, soprattutto nei libri “Uno si distrae al bivio. La crudele scalmana di Rocco Scotellaro” e “Vorrei cantarti una canzone d’amore…” con riferimento alla poetessa Isabella Morra. E anche per il suo ultimo episodio di ”Diabolik” Palumbo non ha dimenticato la sua città, individuando nella scultura di Azuma collocata in piazzetta Pascoli, il rifugio del personaggio. “Quando ho parlato con l’editore di Diabolik della scultura dell’artista giapponese, – ha proseguito Palumbo – ha pensato che fosse un barbapappà, ma io gli ho spiegato che era un’opera importante della nostra città”. Tante sono state le domande che i ragazzi hanno rivolto all’illustre disegnatore di fumetti; tra le altre, il tempo che impiega per fare un fumetto- “Per fare una pagina – ha spiegato Palumbo – impiego un giorno e, tenuto conto che un racconto può essere composto di circa cento pagine e oltre alle illustrazione devo aggiungere i testi, il tempo può essere anche di un anno”. Giuseppe Palumbo ha cominciato a pubblicare fumetti nel 1986 sulle pagine di riviste come “Frigidaire” e “Cyborg”, sulle cui pagine crea il suo personaggio più noto, Ramarro. Nel 1992 entra nello staff di Martin Mystère della Sergio Bonelli Editore e nel 2000 in quello di Diabolik della Astorina. Ha pubblicato in Giappone, Grecia, Spagna e Francia; dal 2000 coordina il lavoro dello studio “Inventario, Invenzioni per l’editoria” Bologna e in questa attività ha convogliato il suo lavoro di illustratore per l’editoria scolastica (Paravia, Zanichelli), copertinista (Mondadori, Einaudi, Feltrinelli).
È vincitore di numerosi premi in Italia, tra cui lo “Yellow Kid”, il “Bonaventura” e l’”Attilio Micheluzzi” come miglior disegnatore italiano.
Mariangela Lisanti