Sabato 16 novembre alle 17.30 al MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera si terrà la presentazione del libro di Giulia Mafai, La ragazza con il violino, edito da Skira.
Con una scrittura pulita e percorsa da una evidente emozione, Giulia narra la vita di sua madre, Antonietta Raphaël (Kaunas-Lt, 1895 – Roma, 1975) le gioie, i dolori, le vicissitudini, la quotidianità di un’artista tra le più importanti del panorama dell’arte contemporanea italiana.
Studiare, amare, sognare, lavorare sono la quattro costanti che fanno da filo conduttore all’intensa esistenza di questa donna stravagante e forte che mai si è fermata, davanti a nessuna sfida. A partire dal trasferimento dalla natia Lituania a Londra, insieme all’amata madre Kaja, dopo la morte del padre Simon, rabbino e uomo di grande cultura. A Londra Antonietta si diploma in pianoforte e violino alla Royal Academy, visita musei, entra in contatto con la cultura europea e, attraverso Ossip Zadkine e Jacob Epstein, con il mondo dell’arte. Nel 1924, si trasferisce per un breve periodo in Francia, per arrivare infine a Roma dove conosce Mario Mafai da cui avrà tre figlie, Miriam, Simona e Giulia. È a Roma che inizia a dipingere. «Siamo nel 1927, fa freddo, è febbraio. Per il suo compleanno Antonietta regala a Mafai un mazzetto di mughetti, decantandone con la solita vivacità il profumo delizioso ed esaltando la profondità e la bellezza del loro colore. Il suo entusiasmo è tale che Mafai esce di casa provocandola: “se ti piacciono tanto, prova a dipingerli tu”. Saranno questi timidi fiori, anticipo di primavera, il primo dipinto di Antonietta». Attraverso aneddoti e commossi ricordi come questo, Giulia racconta le vicende di una famiglia “informale”, vissute tra sacrifici, drammi, gioie, incertezze e furiose litigate pur sempre accompagnate dal grande amore dei suoi genitori. Sullo sfondo l’Europa del ‘900, l’angoscia delle due guerre, il peso delle leggi razziali che costringeranno la famiglia a spostarsi a Genova, ma anche le insostituibili amicizie (Scipione, De Libero, Sinisgalli, Mazzacurati, Guttuso, Jesi, Della Ragione, Alvaro, Ragghianti,…), i sodalizi artistici, gli incontri, la ricostruzione e i nuovi fermenti culturali degli anni 60, insomma le passioni e la forza di un mondo fecondato dall’arte, dall’impegno e dai sogni.
Antonietta inizierà il suo percorso artistico con dipinti e disegni per poi passare alla scultura esprimendo sempre la sua grande energia e il suo tono personale in un modo di fare arte che “abbraccia la vita nella sua totalità”.
La presentazione sarà accompagnata dall’esposizione, fino al 7 febbraio 2014, di “100 disegni di Antonietta Raphaël donati al MUSMA da Giulia Mafai”. I disegni, datai 1931-1964, mettono in luce un modo d’esprimersi completo, autonomo dalla scultura e dalla pittura, fondamentale per rivelare la personalità dell’artista. Nelle opere esposte al MUSMA si passa dagli studi su Goya e Picasso, ai nudi femminili, fino alle figure simboliche e allusive tipiche di quel mondo orientale che sempre ha fatto parte del linguaggio di Raphaël. Roberto Longhi la definì “compagna di latte di Chagall” e sono infatti improntati ad una costante componente onirica questi tratti dalla luce chiara e dalle linee sensuali e morbide, a volte accennate a volte rinforzate con l’acquarello. Tra i fogli, “atti d’amore appalesati con l’esuberanza slava e con il favoloso lirismo ebraico”, scorrono volti e figure umane attraverso i quali la Raphaël riesce a far trasparire l’incessante passione riversata nel suo lavoro.
Grazie a parole e immagini si potrà ricostruire ed entrare nel mondo di un’artista che ha affascinato e continua ad affascinare con la grazia delle sue opere e la forza di una personalità così magnetica da trasmettere a chi le viveva accanto la bellezza del mondo: “Mafai vide attorno a sé, con gli occhi di Antonietta, una Roma che non aveva mai veramente vista, e gli sembrò improvvisamente di vivere un una città bellissima e tragica, antica e misteriosa”.
Dopo i saluti di Raffaello De Ruggieri, Presidente della Fondazione Zétema, Giuseppe Appella ripercorrerà, attraverso memorie e puntualizzazioni storiche, le pagine del libro che reca un importante contributo alla vicenda di Raphaël e di Mafai. Chiuderà la serata l’intervento di Giulia Mafai.
Cenni Biografici
Giulia Mafai
Giulia Mafai è nata a Roma il 13 gennaio del 1930. Dopo la maturità artistica, nel 1949 supera le selezioni al Centro Sperimentale di Cinematografia. Costumista e scenografa di fama, ha collaborato con i più importanti registi italiani, tra cui Lattuada, Monicelli, De Sica, e vestito celebri attori e attrici: Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Silvana Mangano, Elliot Gould, Harvey Keitel, Keith Carradine, solo per citarne alcuni. Presidente dell’ASCA Associazione dei Costumisti e Scenografi Italiani per molti anni e tra le fondatrici del Sannio Film Festival, è anche ideatrice e curatrice di numerosi laboratori teatrali e mostre di arte e di costume. Per Skira ha già pubblicato, nel 2011, Storia del costume dall’età romana al Settecento.
Antonietta Raphaël
Antonietta Raphaël nasce a Kaunas, in Lituania, il 29 luglio del 1985, ultima di 12 figli. Nel 1905, alla morte del padre, si trasferisce con la madre a Londra dove si diploma in pianoforte alla Royal Academy. Dopo un breve soggiorno a Parigi arriva nel 1924 a Roma e comincia a frequentare l’Accademia dove conosce Mario Mafai. Nel 1927 si trasferisce con Mafai in una casa di Via Cavour, che diventerà un importante luogo di incontro per artisti e intellettuali dell’epoca tanto da essere definita la “scuola di Via Cavour”.
Nel 1929 espone alla I Mostra del Sindacato Laziale fascista di Belle Arti in Via Nazionale e viene segnalata da R. Longhi e C. Pavolini. L’anno successivo parte per Parigi insieme a Mafai e vi rimane fino al 1933, intervallando il soggiorno con alcuni ritorni a Roma per rivedere le figlie.
Nel 1936 comincia e dedicarsi alla scultura e inizia la Fuga di Sodoma, lavorando nello studio di Ettore Colla in via Castro Pretorio. Espone, nel 1937, alla VI Sindacale dei Mercati Traianei, la scultura Le tre sorelle.
A causa delle leggi razziali, dal 1939 al 1943 la famiglia si trasferisce a Genova, dove vivrà confortata dall’aiuto dei collezionisti E. Jesi e A. Della Ragione.
Tornati a Roma è ancora Jesi ad aiutarli mettendo a loro disposizione la casa di Via Pisanelli. Finita la guerra, nel 1945 ritorna a Genova insieme alla figlia Giulia. Si dedica quasi esclusivamente alla scultura. Espone con Mafai alla Barbaroux di Milano, alla XXIV Biennale di Venezia, alla VI Quadriennale di Roma. Nel 1951 viene premiata nel concorso del monumento a Mameli.
Nel 1952, rientrata a Roma, tiene una personale alla Galleria dello Zodiaco ed espone poi alla XXVI Biennale di Venezia.
Dal 1953 al 1957 viaggia in Sicilia, Cina, Spagna. Si susseguono le personali ( Galleria La Colonna e Galleria La Tartaruga a Roma nel ’55, Galleria La strozzina a Firenze nel ’56), le collettive (nel 1956 espone in Cina con Sassu, Tettamanti, A. Fabbri, Turcato e Zancanaro) e i premi (Premio Spoleto nel ’56).
Nel 1959 partecipa all’VIII Quadriennale di Roma nella mostra dedicata alla Scuola Romana dal 1930 al 1945. È del 1966 la prima grande mostra dei disegni a L’Arco di Macerata. Ne seguirà una seconda nel 1970 a L’Arco di Roma dove espone anche le cartelle di grafica presentate da G. Appella, C. Vivaldi e A. Moravia.
Nel 1971 per l’editore Scheiwiller, a cura di Marzio Pinottini, esce il volume Scultura di Raphaël
Muore a Roma il 5 settembre del 1975. L’anno successivo L’Arco di Roma presenta un Ricordo di Raphaël ed esce, presso Scheiwiller il volume, curato da Giuseppe Appella, Raphaël – Disegni dal 1928 al 1974.
È del 2003 la Grande mostra nei Sassi dedicata ad Antonietta Raphaël in San Nicola dei Greci e Madonna delle Virtù.
Presentazione del libro La ragazza con il violino, di Giulia Mafai, Skira, Milano.
Esposizione, fino al 7 febbraio, dei “100 disegni di Antonietta Raphaël donati al MUSMA da Giulia Mafai”.
MUSMA, Sala 4, 16 novembre 2013 ore 17.30