Martedì 14 dicembre 2021, alle ore 17.30, a Roma, nella Basilica di S. Maria degli Angeli e Martiri, continua ciò che è divenuta una tradizione: un pittore interpreta il presepe, libero nella scelta dei materiali e nel linguaggio, nella realizzazione dei personaggi che andranno ad occupare uno spazio predefinito: un grande cerchio di tre metri di diametro. Quest’anno, nella Cappella Albergati, con la collaborazione del Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller” di Castronuovo Sant’Andrea (PZ), che nel rione medievale Manca accoglie più di 250 presepi di tutto il mondo, dal XVII al XXI secolo, legati alla tradizione artigianale, e 50 presepi eseguiti dal 1995 a oggi da noti artisti contemporanei, verrà allestito Il Presepe Preghiera dell’artista materano Raffaele Pentasuglia.
Il Presepe di Raffaele Pentasuglia, del 2014, è un’opera in terracotta patinata a freddo, composta da oltre venti elementi. Sotto le colonne del tempo, resto di un tempio romano dell’antica Gallia, leggermente sollevato da terra, siedono una mamma con sulle ginocchia un bambino e intorno i personaggi che da sempre animano il presepe: Giuseppe, il bue e l’asino. C’è anche un cane e incrocia lo sguardo con quello del Bambino. Intorno, un brano di vita di un piccolo villaggio tra oriente e occidente: il mercante con la mercanzia disposta in circolo, due donne patrizie, il legionario, un centurione, due dromedari, il cammelliere, un gigantesco elefante, un vecchio, il pastore con le capre, un contadino e il carro con il maiale, un leone. Sono tutti bloccati in un gesto o in un cipiglio, guardano titubanti, accerchiano le colonne, non sanno se fermarsi o procedere, non vanno verso il Bambino, non portano doni, hanno lasciato il villaggio per i loro traffici quotidiani, si chiedono il perché della luce senza vedere la stella cometa. Proprio come il loro artefice, Raffaele Pentasuglia, che ammette di essere ateo, di non riuscire a pregare, ma si lascia sorprendere dai racconti degli amici che gli parlano con passione della bellezza del mondo costruito dal grande artefice e “della cura messa nei dettagli”, di una croce brandita contro la prepotenza. La sua sola forza, ora, sono le mani e la creta ma non si sottrae alla possibilità di usarli come punto di partenza di un incontro possibile. A costo di non sentirsi in colpa se i personaggi si muovono sull’onda di una antica passione per i fumetti e il guerriero Asterix, il trasportatore di menhir Obelix, il cane Idefix, il mezzo pirata Grandimais, ancora carichi di energia nonostante le cinquantacinque primavere, lo aiutano a muoversi contro Cesare, per spezzare i tanti fili che lo tengono ancorato alla terra. Avrebbero mai pensato René Goscinny e Albert Uderzo di poter indicare, un giorno, il cammino verso la fede e che la poliedricità dei loro personaggi sarebbe stata utile per un viaggio deciso verso il presepe?
Pentasuglia descrive senza scivolare nella caricatura, nonostante i personaggi rimandino espressioni proprie degli irascibili, dei beffardi, dei guastafeste, sempre presenti nel mondo di Asterix. Affida al modo personale di lavorare la materia le possibilità di reagire alle tendenze formalistiche e artigianali dei suoi predecessori. Gli interessa la figura umana, nelle sue molteplici modulazioni, ma non vuole interpretarla nel modo tradizionale. Tende, perciò, a riflettere le suggestioni di Asterix nell’”art brut”, sfruttando l’antirazionale, i flussi disordinati della materia, i tagli repentini di piani, le grafie filiformi che sottolineano l’espressionismo dell’immagine. Ne deriva, ogni volta, una sorta di apparizione e quel senso di attesa che guida tutti noi verso la capanna.
Raffaele Pentasuglia è nato a Matera nel 1980. Dopo la laurea in Fisica a Milano, scopre la creta e decide di tornare nella sua città per intraprendere la carriera di scultore proseguendo così una lunga tradizione familiare strettamente legata all’arte e all’artigianato. Apre un laboratorio e si dedica alla lavorazione della ceramica e della cartapesta, producendo lavori ispirati sia alla tradizione locale che all’illustrazione e al fumetto contemporaneo diventati altro strumento di ricerca da cui sono nate pubblicazioni per l’infanzia. Ha realizzato, a Matera, i monumenti bronzei dedicati a Giambattista Pentasuglia, Rocco Mazzarone, Giovanni Pascoli e Francesco Paolo Conte, a Viggiano, quello dedicato a Giovanni Pascoli e a Castronuovo, per il Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino, il busto in cartapesta del Santo teatino. Ha collaborato con Michelangelo Pistoletto per la realizzazione del “Terzo Paradiso” istallato presso la sede materana dell’Università di Basilicata, ha tenuto corsi presso ISCR istituto superiore per la conservazione ed il restauro, ha realizzato i carri trionfali per la Festa della Bruna edizioni 2018 e 2019 anno di Matera Capitale Europea della Cultura.
Il presepe, accompagnato da un volumetto pubblicato dalle Edizioni della Cometa, con un testo di Giuseppe Appella e una Preghiera a Gesù Bambino scritta dall’artista, è sotto il Patrocinio dell’Associazione dei Lucani a Roma e potrà essere visitato tutti i giorni fino al 7 gennaio 2021, dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
Preghiera di Raffaele Pentasuglia
Caro Gesù Bambino
Caro Gesù Bambino,
questa è la preghiera di un ateo.
Io non credo.
Non ci riesco.
A volte, però, mi lascio sorprendere
dalla passione con cui uomini che stimo
parlano di Te.
Mi piace sentire parlare Romano,
che tanti anni fa partì missionario
e ora è il nonno di tre bimbi.
Lui mi racconta della bellezza del mondo
che hai costruito,
e della cura che hai messo nei dettagli.
Ho ascoltato le ultime parole di don Pino Puglisi
mentre invocava il Tuo nome
per combattere l’arroganza.
Ho saputo di don Peppe Diana
che ha usato una croce
per sfidare la prevaricazione.
Noi non ci conosciamo
ma se un giorno dovessimo incontrarci
so che in Te ritroverò la curiosità di Romano,
il coraggio e la forza di don Pino Puglisi
e di don Peppe Diana
e magari il sorriso e il sigaro di don Gallo.
Intanto, sono qui, davanti a Te
con le mie mani e la mia creta.