Inaugurata nel pomeriggio, negli ipogei di San Francesco, in piazza San Francesco d’Assisi a Matera, la mostra d’arte “Di materia e di spirito” di Ioan Sbarciu, promossa da Arte per le Marche grazie all’impegno della curatrice Antonella Ventura. Le opere sono allestite negli ipogei San Francesco e nella chiesa rupestre Sant’Antonio Abate, nel Sasso Barisano di Matera. La mostra resterà aperta fino al 13 settembre 2019.
Al vernissage hanno partecipato l’artista Ioan Sbarciu, la curatrice Antonella Ventura, il critico dell’Arte Sostenibile, Marco Eugenio Di Giandomenico e l’assessore comunale alla cultura, Giampaolo D’Andrea.
Ioan Sbarciu è un artista che vive nel cuore della Transilvania, il cui humus dei suoi ipogei si combina simbioticamente con l’architettura rupestre degli ipogei di Matera.
Ecco come è nata l’idea di esporre le sue opere a Matera: “Matera per me è affascinante, fantastica. E mi sembrava il posto giusto per presentare le mie opere, che presentano un’analogia tra la tragedia e la felicità. Nei miei lavori affrontano temi che riguardano quello che si vive, la contemporaneità, c’è una presa di posizione sulla vita che viviamo. Affronto i temi dell’inquinamento, del degrado, dell’ambiente e di queste foreste della Romania che sono state purtroppo tagliate. E cerco di dare una risposta attraverso il mezzo espressivo della pittura.
Un altro tema è quello di Don Chisciotte, il cavaliere errante che cerca di cambiare il mondo, un personaggio che rappresenta un’utopia e il desiderio di cambiare il mondo secondo i propri pensieri e i propri valori”.
Marco Eugenio Di Giandomenico, critico dell’Arte Sostenibile: “Ioan Sbarciu è un grande artista, un artista sostenibile, di arte contemporanea e i suoi quadri hanno un grande messaggio valoriale, dei bellissimi cromatismi e pertanto va assolutamente promosso. E’ stato presente in Accademia durante la Design Week nello scorso aprile in cui ha riscosso un grande successo. Il suo percorso, cominciato a Milano, continua con la tappa di Matera e a seguire con la tappa di Sondrio”.
Dagli ipogei dei Carpazi agli ipogei di Matera. Di materia e di spirito, di cielo e di terra, impasto di colori, minerali, pensieri e preghiera sono le opere olio su tela del maestro Ioan Sbarciu.
Opere come case, grandi tele metri su metri di pensieri come fantasmi che aleggiano profusi nel mistero orientale dei Carpazi, dove l’artista vive nel cuore della Transilvania.
L’accostamento di tale humus dell’artista con gli ipogei, l’architettura rupestre di Matera è quanto mai simbiotico con la pietra millenaria dei Carpazi.
Storie di uomini e di terra, che soffrono e convivono insieme nonostante i cambiamenti climatici e le ferite dell’uomo come Rosae Montana racconta.
Spiriti millenari, che nei fluidi dell’olio miscelano le rabbie di un artista, di un uomo, di un popolo nato libero, nomade, asceta di natura, costretto a vivere da troppo tempo nei rigidi schemi imposti da convenzioni sociali.
L’opera di Ioan Sbarciu è essenzialmente spirituale e come tale compie un passaggio della materia dove, come un moderno alchimista, passa da uno stato ad un altro.
Ogni sua Opera tecnicamente riporta i passaggi di questa sua alterazione di stato, lenta, progressiva, inesorabile trasformazione dell’Essere.
“L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera può essere letta come l’accostamento filosofico-letterario dell’opera di Ioan Sbarciu dove il ‘900 post decadente orientale europeo si manifesta in tutta la sua complessità.
Cadendo a pezzi su muri vissuti, freddi mai risolti, nei colori promiscui l’Opera contemporanea di Ioan Sbarciu esplora la libertà dello spirito, la luce.
Come il Don Chisciotte di Cervantes, Ioan Sbarciu diventa un moderno cavaliere errante che compie nella ricerca il suo viaggio.
“Di Materia e di Spirito” trova nell’installazione di Matera nell’Anno della Cultura 2019 l’ideale collocazione in quanto Matera è Materia di Spirito.
I Sassi contengono minerali, idiomi, segni, figure, sedimenti mai passati, impronta della materia in evoluzione come l’Uomo.
I Sassi di Matera sono la casa stessa dell’Uomo dove non esiste tempo e non esiste spazio. Le opere di Materia e di Spirito di Ioan Sbarciu sono la casa stessa dell’Uomo dove non esiste tempo e non esiste spazio.
La mostra rappresenta anche un omaggio al grande archeologo Adamesteanu, già cittadino onorario di Matera, che tanto ha amato e fatto conoscere la bellezza della Basilicata nel mondo.
L’inaugurazione della mostra d’arte si è conclusa con due momenti di cultura culinaria, il primo affidato a Maria Antonietta Santoro, chef del “Becco della civetta” per la Basilicata e il secondo a Najada Frasheri, creativa di arte e cucina con partecipazioni alla Biennale di Venezia, che renderà omaggio alla Romania.
Najada Frasheri, creativa di arte e cucina, è nata in Albania ma è cresciuta con nonna umbra e vive a Venezia. Ha partecipato ad eventi prestigiosi come quello dedicato a Leonardo da Vinci, la Biennale e il Carnevale di Venezia: “Qui a Matera presento un’installazione ispirata alle opere di Ioan Sbarciu ed in particolare al tema delle foreste della Romania che sono andate distrutte. Pertanto ho voluto realizzare un bosco rumeno realizzato con le foglie di rosmarino e su di esso c’è il fico, il frutto della vita, frutto benedetto e simbolo di rinascita e una forma di pane sulla quale ho inserito della cenere, ispirandomi sia ai boschi incendiati della Romania e agli incendi che stanno devastando diversi Paesi dell’America e della Transilvania. Voglio ringraziare in particolare l’azienda materana Edil Mea e l’associazione Lievito Madre con il forno Centonze di Miglionico”.
Maria Antonietta Santoro, chef del “Becco della civetta” ha presentato i prodotti tipici che rappresentano la Basilicata: “Ho voluto rappresentare la pagnotta del Pollino che portavano in montagna i pastori e i boscaioli con il pane scavato ripieno. C’è una focaccia con la cipolla, le polpette con il pane di Matera, le olive infornate di Ferrandina, la cialledda, il prosciutto, i peperoni cruschi, le friselline con i pomodori essiccati al sole e prodotti tipici di Castelmezzano come la salsiccia sotto sugna, la rafanata, la ricotta preparata questa mattina nella mia azienda, i tarallucci con il finocchietto selvatico e il tarallo aviglianese, il dolce della convivialità e della sposa”.
Michele Capolupo
La fotogallery della mostra d’arte di Ioan Sbarciu (foto www.SassiLive.it)